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Discariche abusive, al via la pulizia: sul Comune i costi dell’inciviltà

di Vittorio Fiorenza
Tre operai impegnati con un autocompattatore e uno spalatore bobcat per bonificare diverse aree di Biancavilla dalle discariche abusive. E’ il costo degli “incivili della spazzatura”, spalmato sui contribuenti biancavillesi. Un costo “extra” perché al di fuori del servizio di raccolta dei rifiuti. Da alcuni giorni è in atto un intervento straordinario di pulizia di zone periferiche.
Per diversi mesi, i cumuli di spazzatura e rifiuti di ogni genere hanno invaso le carreggiate ed ostruito gli ingressi dei fondi agricoli. Lettere e segnalazioni si sono susseguite da parte del gruppo “Rinnoviamo Biancavilla”. Il Movimento Cinque Stelle ha realizzato un video di denuncia sullo scempio ambientale.
Di questi giorni, l’avvio della bonifica, a carico del Comune, affidata alla ditta Dusty. Finora la pulizia ha riguardato la Sp 156, che presentava la situazione più emergenziale. Altre zone ripulite o prossime alla pulizia sono Pulica (dove i rifiuti ostruiscono gli ingressi ai fondi agricoli), Scirfi, Erbe Bianche, Pozzillo e Chiusi Pira.
Già raccolti 90mila kg di rifiuti e trasportati nella discarica di Motta Sant’Anastasia. Un carico indifferenziato, appesantito dalla pioggia di questi giorni, che ha fatto lievitare i costi di conferimento.
«Nonostante gli impegni del Comune –sottolinea Marcello Mazzeo, responsabile dei Servizi ambientali della Fp Cgil– resta il fatto che mancano i controlli del territorio. I costi enormi per lo smaltimento in discarica, se ci fosse stato un efficace presidio, potevano essere risparmiati e le risorse impiegate, per esempio, per le famiglie indigenti. Invece, vengono sottratte alla comunità, nonostante il servizio dei rifiuti funzioni e gli operatori ecologici non abbiano fatto scioperi o assemblee. C’è da rifletterci su».
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Ss 284, a Biancavilla sparito lo spartitraffico: appello per il ripristino
Intervento dell’associazione Aiace: «Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia»

I birilli spartitraffico lungo la Strada Statale 284, nel tratto di Biancavilla, non ci sono più. Con il tempo sono stati distrutti, danneggiati, scardinati. Eppure non erano lì per caso. Quei dispositivi flessibili erano stati fortemente voluti, attraverso petizioni e prese di posizioni, da cittadini di Biancavilla, Adrano, Bronte e dei centri vicini. Una volontà contro incidenti stradali in un’arteria ad alto rischio. L’assenza dello spartitraffico adesso riaccende i riflettori sulla sicurezza.
L’Associazione Consumatori AIACE, attenta su questi temi e sulla Ss 284, lancia un appello urgente alle istituzioni (Comune di Biancavilla, alla Prefettura, all’Anas e alla Polizia Stradale): «Chiederemo formalmente agli enti competenti il ripristino immediato della barriera spartitraffico con i birilli flessibili. Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia».
L’associazione chiede interventi concreti anche per altri aspetti: un manto stradale drenante, che non si trasformi in una trappola a ogni pioggia; una pavimentazione a norma, senza buche né tratti usurati; aree di sosta sicure e pulite, libere da rifiuti e cani randagi, che rappresentano un pericolo reale per chi è alla guida; guard rail a norma, per contenere i veicoli in caso di uscita di strada.
Tutti elementi che – denuncia l’associazione – risultano assenti in lunghi tratti della Strada Statale 284, la principale arteria che collega Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Paternò.
«Autovelox non omologato, annullato verbale»
Intanto, l’associazione cita l’avv. Andrea Carmanello che ha reso nota una sentenza recentissima del Giudice di Pace di Biancavilla con cui è stato annullato un verbale elevato con autovelox. Il motivo? Il dispositivo era approvato ma non omologato, contrariamente a quanto stabilito dalla Cassazione.
«Una decisione di grande valore, che può aprire la strada – sottolinea Aiace – a molti ricorsi e annullamenti, anche in altri comuni. È bene che i cittadini lo sappiano, perché conoscere i propri diritti è il primo modo per difendersi».
«Non si può morire per strada mentre si va a lavorare, a scuola o semplicemente si torna a casa – scrive l’associazione –. La sicurezza non può ridursi a qualche autovelox. Sappiamo bene che in molte zone d’Italia questi strumenti sono stati utilizzati più per fare cassa che per prevenire realmente incidenti. Ma non è così che si salvano vite».
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Lavoratori del supermercato sfruttati, l’arcivescovo: «Vergogna, boicottiamo»
Renna interviene sul caso di Biancavilla: «A fare la spesa si rischia di essere complici di forme predatorie»

«È una grande vergogna, soprattutto per noi cristiani, trattare così i nostri fratelli. Siamo pronti a boicottare chi non rispetta la dignità dei lavoratori».
Non usa mezzi termini, l’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, per intervenire sulla vicenda del supermercato di Biancavilla con dipendenti sfruttati e paghe anche sotto due euro l’ora. Una scoperta della Guardia di finanza che ha portato agli arresti domiciliari il titolare e il direttore commerciale e al sequestro preventivo della società.
«Mi indigna profondamente – rincara Renna – anche il fatto che, continuando a fare acquisti in certi supermercati, rischiamo di diventare complici di queste ingiustizie. Se non ci sarà un cambio di rotta, sarà giusto invitare a non consumare in quei punti vendita».
Un appello ai consumatori per scelte responsabili e consapevoli anche quando vanno a fare la spesa. Sì, perché il caporalato non è confinato al settore agricolo, come ha rilevato l’inchiesta di Biancavilla.
«Non parliamo – dice, non a caso, il vescovo – solo di un ambito specifico come quello agricolo, ma di un sistema che tocca i consumi quotidiani, le catene commerciali, dove il profitto sembra giustificare tutto e lo sfruttamento assume forme predatorie».
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