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Amianto, D’Asero: «Biancavilla inserita tra le aree a rischio»

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«La giunta regionale siciliana ha finalmente approvato l’inserimento di Biancavilla tra le aree a rischio ambientale dell’isola, come Priolo, Gela e Milazzo».

A darne notizia è il capogruppo  del Nuovo Centrodestra all’Ars  Nino D’Asero che da anni ormai segue la problematica fluoredenite e la correlazione con le gravissime patologie registrate nel territorio, come il mesotelioma pleurico, causate, pare, proprio dal materiale cancerogeno presente nell’ambiente.

«Il comune in provincia di Catania  potrà ora  usufruire – spiega il parlamentare, originario proprio di Biancavilla – dei benefici del progetto, finanziato dal Fondo Nazionale, che prevede interventi di verifica e monitoraggio sulla salute pubblica e iniziative per evitare il propagarsi delle malattie tumorali».

«Sono soddisfatto – aggiunge D’Asero – perché con il provvedimento del governo regionale trova conferma l’intuizione che avevo avuto anni addietro, quando proposi l’istituzione a Biancavilla dell’ Osservatorio sui tumori».

«L’impegno di questi anni è stato intenso e senza sosta – dice ancora il capogruppo del Ncd,  che ricorda le battaglie per l’inserimento nel circuito nazionale delle aree d’interesse, nonostante il paese etneo non sia un’area industriale e lo stanziamento di 3 milioni di euro per la bonifica, nonché l’impegno per istituire un registro sui casi di mesotelioma pleurico presso l’ospedale».

«L’inserimento di Biancavilla tra le aree a rischio della Sicilia  – continua il deputato regionale – ci spinge adesso a portare ulteriormente avanti quella lotta che negli anni ha visto l’avvio dei lavori per la bonifica della cava di Monte Calvario, ma che deve evidentemente essere propagata per approfondire quali altri problemi possa causare la fluoroedenite. Per questo – conclude D’Asero – è indispensabile mantenere  alta l’attenzione e ottenere lo stanziamento di ulteriori finanziamenti».

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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