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Cultura

Un autentico “maestro” per generazioni di studenti: addio al prof. Piccione

Uomo di profonda cultura, con la sua collaborazione ha illuminato le pagine di “Biancavilla Oggi”

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Era un “francesista per vocazione”, ma aveva allargato i suoi interessi culturali anche verso altre culture europee, antiche e moderne. Uomo di profonda cultura e docente di grande sensibilità, ha visto scorrere davanti ai suoi occhi generazioni di studenti. Spesso ospitati a casa sua per lezioni private.   

Si è spento all’età di 74 anni, il prof. Francesco Piccione. I funerali saranno celebrati mercoledì 4 gennaio, alle ore 16.30, presso la parrocchia Annunziata. Biancavilla –la sua parte migliore– ricorda le sue doti umane e ne piange la scomparsa.

Il sindaco: «Ha trasmesso l’amore per la vita»

A farsene interprete è il sindaco Antonio Bonanno, con un accorato messaggio: «La sua passione per la cultura era pari al rispetto per la formazione dei giovani. Le “sedute” dei giovani studenti con il professore Piccione erano piene di spunti di riflessione, suggerimenti e tanto zelo nell’insegnamento. Ho avuto anch’io il piacere di conoscerlo, anzi la fortuna di incontrarlo. Sopra ogni cosa, il caro professore nutriva tanto amore per la “sua” Biancavilla. A lui ero molto legato, conservo tra le cose più care le riflessioni fatte in sua compagnia: sempre lucido e preciso quando si parlava di politica e anche di sport e arte in genere. Per questa ragione la sua scomparsa mi rattrista immensamente. Voglio ricordarlo con tanto affetto e ringraziarlo per essersi preso cura di centinaia di giovani trasmettendo loro l’entusiasmo per il sapere e l’amore per la vita».

Versi poetici e studi di storia

Per conto della parrocchia dell’Annunziata, in occasione del quarto centenario della fondazione della chiesa, nel 2004 Piccione aveva dato alle stampe “La Porta d’Oriente”, definendo la costruzione dell’edificio sacro il «primo segno di rinnovamento spirituale e culturale a Biancavilla all’alba del Seicento».

“Sulle ali del vento, il mio canto in versi” è il titolo di una sua antologia, pubblicato nel 2006, che raccoglie i componimenti di quasi 40 anni.

È del 2011 un suo contributo su “Le statue pasquali del Sacerdote Placido Portal”, mentre è dell’anno successivo “Biancavilla e il tempo dei suoi Santi Patroni”.

Per le Edizioni Efesto, nel 2014 aveva pubblicato “Louise Labé. Il coraggio, gli amori, la poesia di una donna libera”. Innumerevoli, poi, le traduzioni letterarie a sua firma.

I suoi scritti per “Biancavilla Oggi”

Con la sua collaborazione, ha dato un prezioso contributo di autorevolezza al nostro giornale, arricchendo le pagine culturali con recensioni e riflessioni. Sempre discreto nelle proposte che portava in redazione, aveva carta bianca su questa testata. Per Biancavilla Oggi, Piccione aveva, tra l’altro, tradotto e commentato uno scritto inedito di Yves Bonnefoy, il grande decano della poesia francese, dedicato a Gerardo Sangiorgio, biancavillese sopravvissuto all’orrore dei lager nazisti. Sempre per questo giornale, Piccione aveva presentato ai lettori e commentato il “Padre nostro” pronunciato da Gesù, traducendolo dall’aramaico.

Nei confronti di Biancavilla Oggi nutriva ammirazione e gratitudine per il lavoro quotidiano che –ci ripeteva spesso– «va al di là del freddo bollettino di cronaca». E con noi condivideva il rigore del racconto politico e la denuncia dell’apatia sociale e culturale, speranzoso di costruire una Biancavilla migliore.

Ammirazione e gratitudine da noi ricambiate con l’incondizionata ospitalità. E anche quando i suoi pezzi si estendevano in lunghezza ben oltre i “canoni” del giornalismo online, rinunciavamo a smussare ed accorciare perché ogni rigo era calibrato, pensato, soppesato e funzionale all’intero scritto. Ci mancheranno le sue email e le sue telefonate, che si aprivano sempre allo stesso modo: «Carissimo Vittorio, carissimo amico mio…». Ci mancheranno le sue impeccabili osservazioni critiche sulla classe politica di Biancavilla, mai espresse in maniera generica ma con nomi e cognomi, circostanze e fatti specifici.

Un garbo d’altri tempi, quello del prof. Francesco Piccione. Biancavilla perde uno dei suoi figli migliori, Biancavilla Oggi perde un collaboratore di spessore. Da parte della nostra redazione, il cordoglio e la vicinanza affettuosa alla famiglia Piccione.

© RIPRODUZONE RISERVATA

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Cultura

1° Maggio a Biancavilla, l’occupazione delle terre e quelle lotte per i diritti

Il ruolo della Sinistra e del sindacato: memorie storiche da custodire con grandissima cura

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Anche Biancavilla vanta una ricca memoria storica sul 1 maggio. Nel nostro comprensorio non sono mancate, nel secolo scorso, iniziative e manifestazioni di lotta per i diritti dei lavoratori.

Spiccano su tutte l’occupazione delle terre e la riforma agraria di cui ci parla Carmelo Bonanno nel recente libro “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia. La ricostruzione dei partiti, le prime elezioni e i protagonisti politici dopo la caduta del fascismo”.

Il volume, edito da Nero su Bianco, raccoglie le testimonianze di alcuni dei protagonisti della vita politica e sindacale locale del Novecento, evidenziando le numerose iniziative volte a spazzare via i residui del sistema feudale di organizzazione delle terre e ad ottenere la loro redistribuzione.

Il mezzo principale per raggiungere tale obiettivo fu l’occupazione delle terre ad opera di un folto gruppo di contadini e braccianti. Tra questi, Giovanbattista e Giosuè Zappalà, Nino Salomone, Placido Gioco, Antonino Ferro, Alfio Grasso, Vincenzo Russo. A spalleggiarli anche diversi operai. Tra loro, Carmelo Barbagallo, Vincenzo Aiello, Domenico Torrisi, Salvatore Russo. Ma anche intellettuali come Francesco Portale, Nello Iannaci e Salvatore Nicotra.

Così, ad essere presi di mira furono anzitutto i terreni del Cavaliere Cultraro in contrada Pietralunga, nel 1948. Più di 400 persone li occuparono per cinque giorni e desistettero soltanto per l’arrivo della polizia, che sgomberò le proprietà.

A questa occupazione ne seguirono altre, tutte sostenute dai partiti della Sinistra dell’epoca (Pci e Psi in testa) e dalla Camera del Lavoro, e col supporto delle cooperative agricole di sinistra.

Le parole del “compagno” Zappalà

Significativa la testimonianza, riportata nel libro di Bonanno, del “compagno” Giosuè Zappalà: «Gli insediamenti furono vissuti con grande entusiasmo e costituirono per noi protagonisti dei veri e propri giorni di festa in cui potevamo manifestare la libertà che per tanti anni ci era stata negata. Le terre, i cui proprietari erano ricchi borghesi e aristocratici, spesso si trovavano in condizioni precarie, erano difficilmente produttive e necessitavano di grandi lavori di aratura, semina e manutenzione. Noi braccianti, perciò, con grande impegno e dedizione, spinti, oltre che dalla passione per il nostro lavoro, anche e soprattutto dalle condizioni di vita misere di quei tempi, ci occupammo, fin quando ci fu concesso, dell’opera di bonifica. Erano terre che di fatto costituivano per moltissimi l’unica fonte di reddito disponibile».

Tali iniziative, innestatesi nel corso del processo di riforma agraria che portò al superamento del sistema di governo delle terre sino ad allora vigente, condussero però a risultati contraddittori, poiché alcuni contadini ottennero terre produttive mentre altri terre scadenti. Ciò acuì il clima di invidia e inimicizia tra i protagonisti di quelle lotte e condusse alla rottura definitiva della coesione e della solidarietà della categoria.

Ciò non toglie che queste iniziative e manifestazioni segnarono un passaggio molto importante nella storia politica, socio-economica e sindacale locale e posero le basi per la “conquista” del palazzo municipale nel 1956 con l’elezione di Peppino Pace, primo sindaco comunista di Biancavilla.

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