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Morire d’amianto: reportage da Biancavilla, paese dagli enigmi irrisolti
Sul mensile “S” un’inchiesta di sei pagine: decessi fuori norma non soltanto per tumori alla pleura
Un lungo reportage da Biancavilla per raccontare la “questione amianto” a 26 anni dalla rivelazione dell’incidenza anomala di mesoteliomi pleurici e a poche settimane dall’avvio della bonifica di monte Calvario, fonte del minerale-killer.
Il mensile “S” (disponibile in tutte le edicole) fa un viaggio nel centro etneo, ricostruendo le scoperte di epidemiologi e geologi. Scoperte che hanno fatto di Biancavilla un caso unico nella letteratura scientifica internazionale. “Calvario dei veleni” è il titolo dell’inchiesta a firma di Vittorio Fiorenza, che segue il caso fin dal febbraio 1997.
Il cronista fu il primo, oltre 25 anni fa, a dare notizia della correlazione tra monte Calvario e i morti per mesotelioma (oggi se ne contano ufficialmente una settantina). Così come fu il primo a dare notizia, nel 2001, dell’identificazione della fibra nociva (assimilabile all’amianto naturale). Identificazione effettuata dal prof. Antonio Gianfagna dell’università “La Sapienza”, che attribuì il nome di “fluoro-edenite”. Ma non è l’unico minerale sconosciuto trovato tra le rocce laviche di monte Calvario. Una seconda fibra, non nota alla letteratura scientifica, fu registrata alcuni anni dopo dallo stesso Ginafagna: è la “fluoroflogopite”.
Facile immaginare l’interesse e la fibrillazione degli scienziati su Biancavilla, che resta un paese-laboratorio con enigmi ancora da risolvere. Il ruolo della fluoro-edenite sulla salute pubblica non è del tutto svelato. È quanto evidenzia l’inchiesta di “S”, che cita il recente rapporto “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità sui siti italiani contaminati.
«Vanno implementati – riporta il capitolo su Biancavilla – studi specifici sul comportamento della fluoro-edenite, in particolare per l’azione fibrogena sul polmone. Sono ignoti, inoltre, gli eventuali effetti di questa fibra a carico di altri apparati, come quello cardiocircolatorio, le cui patologie in questo sito si confermano costantemente in eccesso».
Tumori polmonari, placche pleuriche e patologie dell’apparato respiratorio hanno un’incidenza fuori norma. Un caso che non può ancora essere archiviato.
«Vanno proseguiti – raccomanda il rapporto – la sorveglianza sanitaria della popolazione di Biancavilla e il monitoraggio ambientale per identificare le fonti di esposizione potenzialmente ancora presenti, indagando i livelli di esposizione in tutte quelle attività che comportino movimentazione del terreno e rilascio di fibre da intonaci e opere murarie».
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Bonifica anti-amianto, nuovo inghippo: interdittiva antimafia ad un’impresa
Il parco verde di monte Calvario rischia di imbrigliarsi in un reticolato di ricorsi e sospensive
Ancora un diversivo nell’iter della bonifica dell’area di monte Calvario a Biancavilla. Il taglio del nastro risale al febbraio 2023, eppure gli interventi di risanamento e creazione di un parco urbano – al di là del monitoraggio ambientale preliminare già ultimato – attendono di essere avviati.
Adesso – come è in grado di raccontare Biancavilla Oggi – l’ultimo intoppo riguarda un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti di una delle società interessata all’appalto. La “Gentile Ambiente spa” con sede a Casoria, infatti, è stata raggiunta da un’informativa antimafia ostativa da parte della Prefettura di Napoli. Un provvedimento già caricato e visibile nella Banca dati nazionale Antimafia.
L’importo complessivo degli interventi è di circa 17 milioni di euro, frutto di un accordo quadro – siglato nell’ottobre del 2020 – tra Regione Sicilia e ministero dell’Ambiente sulle bonifiche dei grandi siti inquinati, su progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale. Oltre alla “Gentile Ambiente”, nell’associazione temporanea di imprese c’è la Rem (si era sfilata una terza impresa, la Lab. Studio Chimico Ambientale).
La novità dell’interdittiva antimafia per una delle imprese è subito balzata agli occhi dei funzionari del Comune di Biancavilla. Interpellato da Biancavilla Oggi, il sindaco Antonio Bonanno fa sapere che «l’amministrazione comunale si è già attivata per avviare le procedura di esclusione della ditta dai lavori».
Semplice a dirlo, più tortuoso il percorso che potrebbe essere tracciato dagli eventi. Il rischio concreto è che l’appalto venga messo in secondo piano rispetto a carte bollate, ricorsi e sospensive, pregiudicando l’effettivo avvio e svolgimento della bonifica. Che il progetto del polmone verde di monte Calvario resti sulla carta, imbrigliato nei reticolati della giustizia amministrativa, è uno scenario possibile.
Le contromosse dell’impresa
D’altra parte, la “Gentile Ambiente” ha immediatamente attivato tutte le azioni giurisdizionali necessarie a fronteggiare gli effetti di una misura che considera illegittima.
A farlo sapere sono il presidente del Consiglio di Amministrazione della società, Giovanni Gentile, e l’avv. Lorenzo Lentini. L’impresa napoletana ha presentato già ricorso con istanza di sospensione cautelare presso il Tar della Campania «contestando il difetto assoluto del presupposto e la non idoneità dei fatti segnalati». Il Tar discuterà nella Camera di Consiglio prevista per il 17 aprile.
Altra istanza è stata presentata al Tribunale di Napoli – Servizio Misure di Prevenzione per la nomina di un controllore giudiziario «che a fronte della terzietà della società rispetto a contesti di tipo mafioso, consenta la prosecuzione vigilata dell’attività di impresa».
«L’altra ditta proceda nei lavori»
Se l’intento dell’impresa è quello di invitare la stazione appaltante a «soprassedere da qualsiasi provvedimento pregiudizievole di carattere definitivo», a Biancavilla si guarda avanti, puntando ad escludere la ditta napoletana.
«È stata effettuata – ci dice il sindaco Bonanno – una sorta di verifica preliminare nei confronti della mandataria (la Rem, ndr) per capire se questa ha tutti i requisiti per procedere nei lavori senza l’altra. Riteniamo che questo sia possibile. Certo, un’interdittiva antimafia che arriva dopo due anni è un’anomalia per i lavori pubblici e non è normale che arrivi ad appalto già assegnato».
L’appalto per la bonifica di monte Calvario riguarda la messa in sicurezza dell’intera area (dagli agli ’50 e fino al 1998 luogo di estrazione e produzione di materiale destinato all’edilizia). L’opera finale è la realizzazione di un parco verde. Alla base dei lavori, l’incapsulamento delle fibre di fluoroedenite (minerale naturale assimilabile all’amianto) che qui si trovano sotto forma di venature nelle rocce laviche. Fibre diffuse in tutto il paese e nelle sue costruzioni edili, tali da avere provocato decine di morti per mesotelioma pleurico.
La lievitazione dei costi
Un precedente intoppo, dopo l’assegnazione dell’appalto, si era verificato quando l’impresa Rem aveva avanzato la richiesta di una serie di aggiornamenti, a partire dai costi dei materiali che nel frattempo sono aumentati.
Tutte questioni che hanno portato l’impresa e il Comune davanti al Collegio Consultivo Tecnico (presieduto dal prof. Antonio Saitta).
L’organismo si è espresso a febbraio in modo favorevole alla linea del Comune, che aveva sollecitato l’impresa a procedere nei lavori. Adesso, però, la vicenda che riguarda la “Gentile Ambiente” appare parecchio più complessa e delicata.
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