Chiesa
Un Grest tra legalità e santità: successo al “Sacro Cuore” con 300 bambini
Il parroco Ambrogio Monforte: «Non soltanto attività ludiche e ricreative, ma anche formative»

Giochi, musica, feste e non solo, per gli oltre 300 ragazzini del Grest organizzato dalla parrocchia “Sacro Cuore” di Biancavilla. I partecipanti hanno anche fatto esperienze mirate alla sensibilizzazione sul tema della legalità e del rispetto ambientale.
La parrocchia, diventata un importante centro aggregativo del territorio, si è attivata insieme al Comune di Biancavilla e all’Arma dei carabinieri, per contribuire nella formazione dei ragazzi, nei temi fondamentali per ogni buon cristiano e per ogni buon cittadino.
Il tema della “legalità”, a cui e stata dedicata un’intera giornata, ha fatto conoscere e approfondire alcune importanti figure antimafia. Falcone e Borsellino, ma anche esempi di personalità cattoliche che hanno affrontato con coraggio Cosa Nostra, come Don Pino Puglisi e il giudice Rosario Livatino.
Oltre ottanta gli animatori, che nei locali della parrocchia – fondata nel 1956 per volontà di padre Salvatore Greco, nata inizialmente proprio come oratorio – si sono presi cura dei più piccoli, organizzando giochi, momenti aggregativi, formazione e preghiera.

Una parrocchia in festa per la giornata conclusiva
La festa conclusiva del grest ha coinvolto famiglie e amici dei partecipanti, tra musica e balli. Tutte attività che hanno visto l’impegno di don Ambrogio Monforte, parroco del “Sacro Cuore”. Un impegno doppio, visto che la chiesa è interessata a lavori di consolidamento dopo i danni del terremoto del 2018. Ma il cantiere non ha bloccato la voglia di stare insieme e le occasioni di aggregazione.
«Le belle attività che abbiamo organizzato –ha detto padre Ambrogio a Biancavilla Oggi– non sono state solo attività ludiche e ricreative. Ma soprattutto attività formative dal punto di vista spirituale. Il grest della parrocchia, infatti, si distingue per dare una formazione religiosa, umana e spirituale ai ragazzi. Ogni giorno abbiamo iniziato con la preghiera, mettendo sempre al centro come tema fondamentale la Santità, cosi come voleva San Giovanni Bosco».
“Urrà”. È il tema del grest: vuole sottolineare la voglia dei partecipanti di liberarsi dalla pesante pandemia che in questi mesi ha tolto ai giovani la possibilità di stare insieme. In diversi momenti, presente anche il sindaco Antonio Bonanno, che negli anni ha sempre partecipato e aiutato l’organizzazione dei grest, anche attraverso finanziamenti.

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Chiesa
La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo
Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.
La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.
La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.
La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.
Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.
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Chiesa
Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”
Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.
Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.
Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.
Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.
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