Storie
Un anno senza Carmelo Mazzaglia, resta il sogno di una città accessibile


di Vittorio Fiorenza
Un anno. È passato un anno da quando ci ha lasciati Carmelo Mazzaglia, il giovane biancavillese affetto da una forma di distrofia muscolare, morto all’età di 26 anni. Carmelo era noto per le sue battaglie a favore dei disabili e sognava una Biancavilla senza barriere. Aveva fondato l’associazione “CittAccessibile” (nella foto sotto, l’inaugurazione), che ricalca il nome dalla rubrica che Carmelo aveva tenuto su Biancavilla Oggi fin dall’avvio delle pubblicazioni, nel 2014: “L’accessibile”, appunto.
Un anno senza Carmelo. Senza il suo impegno civile, sempre a contatto con le realtà parrocchiali di Adrano e Biancavilla. «La vita è un continuo calcio di rigore…», aveva pubblicato in uno dei suoi ultimi post su Facebook.
All’Annunziata era particolarmente legato, pur appartenendo alla parrocchia dell’Idria. Padre Giovambattista Zappalà, in occasione dei funerali, pronuncia parole che colpiscono tutti. Parole che qui riproponiamo per ricordare la bontà di Carmelo, ad un anno dalla sua scomparsa:
«Grazie Carmelo per quello che sei stato per la nostra comunità parrocchiale e per la comunità di Biancavilla. Hai vissuto una missione unica. Hai realizzato un apostolato “diversamente efficace”, rispetto a quello che facciamo noi operatori pastorali. Hai insegnato non da una cattedra ma da una sedia a rotelle. E da questo tuo “pulpito” ci hai insegnato ad amare Dio. Ci hai insegnato che la fede non dev’essere statica, ma entusiasta, propositiva, fervorosa. Una fede operosa. Grazie Carmelo per quello ci hai dato e per quello che continuerai a darci».
GLI ARTICOLI DI CARMELO MAZZAGLIA
►Per chi sta su una sedia a rotelle marciapiedi inagibili a Biancavilla
►Strade, chiese, teatro, biblioteca, bar Tour nella Biancavilla “inaccessibile”
►Quando i mezzi pubblici sono “vietati” a chi ha ridotta capacità motoria
►«Down, spasticu, frociu»: quando le parole feriscono il senso di civiltà
►Attività creative e informazione per favorire l’integrazione dei disabili
►Giochi e sport per disabili: assenze che non favoriscono l’integrazione
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Storie
Maurizio Costanzo e il suo “sosia” Giuseppe Petralia di Biancavilla
Il ricordo di un incontro al Parioli: «Mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita»


Giuseppe Petralia è un giornalista di Biancavilla. La sua somiglianza con Maurizio Costanzo incuriosì lo stesso conduttore televisivo, al punto da volere salutare il collega dal palco del Parioli.
A ricordare quell’episodio è ora Petralia, da decenni collaboratore del quotidiano “La Sicilia” e corrispondente da Biancavilla negli anni ’70 e ‘80.
«La notizia della morte di Maurizio Costanzo – dice Petralia – mi è tanto dispiaciuta e reso triste. Ho avuto l’onore di conoscerlo personalmente come invitato alla trasmissione “Maurizio Costanzo Show” perché ero stato segnalato come suo sosia».
«Lei è il mio sosia, mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita», disse Costanzo a Petralia ad inizio di una puntata del suo programma su Canale 5.
«Dopo la trasmissione –ricorda ancora il giornalista biancavillese – ci siamo incontrati dietro al palco, dove Maurizio è stato nei miei confronti molto affabile e gentile. Quando mi ha salutato, mi ha detto “Se vieni a Roma, vienimi a trovare”. Purtroppo non ho potuto avere questa opportunità. Grazie amico e giornalista, riposa in pace».
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