Detto tra blog
«Down, spasticu, frociu»: quando le parole feriscono il senso di civiltà





Uno dei pilastri per una buona integrazione e per un’accessibilità piena è la consapevolezza e la conoscenza da parte della gente di molti termini riferiti a patologie, disabilità o altro, utilizzati però per offendere o semplicemente per “scherzare”.
A Biancavilla un fatto molto diffuso è l’utilizzo di molti termini tipo “down, handicappato, spastico, zingaro, frociu ecc…” in modo inappropriato da parte di bambini, adulti e anziani. Termini utilizzati alla leggera, senza pensare al significato e al fatto che utilizzati in questo modo divengono un “discriminante” per chi ci convive e un contagio di pensiero a considerare “diverse” le persone a causa del proprio stato di salute o di pensiero.
“Pezzu di menomato ti scannu”, “si down ca nan ci rinesci?”, “zingaru ‘o laviti”, “si andicappatu chiù di ta patri”, “pezzu di frociu a unni a statu?”, “au a si spasticu avi du uri ca ti ceccu”: queste sono solo alcune delle citazioni con termini a cui vengono attribuiti significati totalmente sbagliati, utilizzati in modo a dir poco assurdo e per scopi di offesa o scherzo.
È probabile che chi usa questi termini non abbia coscienza e consapevolezza del significato, ma sicuramente li usa in malo modo.
Sfido chiunque utilizzi le frasi qui sopra menzionate a dedicare 10 minuti alla ricerca del loro significato e poi, se vogliono, potranno continuare ad usarle ma, almeno, sapranno di cosa stanno parlando. Bisognerebbe fare qualcosa di concreto per integrare nella città la conoscenza lessicale, da cui passa anche il senso di civiltà.
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Se anche a Biancavilla l’Etna è ritenuta femmina ci sarà pure un motivo?
Ho affiancato tante donne che guardano il futuro con occhi pieni di luce, grande grinta e passione





Che le donne in cantiere siano rare, ok, lo abbiamo capito. Ma questa volta non voglio più sottolineare il maschilismo e la disparità nel mio settore, perché sarei ripetitiva. Il tempo mi ha fatto maturare altre prospettive e altre riflessioni durante questo meraviglioso percorso nel mio straordinario paese: sì, straordinario!
Siamo abituati a trovare solo i difetti del nostro piccolo centro, che sicuramente ci sono, per carità. Ma girando tutto il giorno per le vie e molte case di Biancavilla, vedo solo “bellezza”. Non la bellezza che immaginate voi. Io incontro bellezza di anime tutte al femminile!
Vorrei elencarle ad una ad una le grandi Donne che ho affiancato nei loro sogni, nelle loro imprese e nelle loro lotte. Donne che guardano il futuro con gli occhi pieni di luce, con grande grinta, passione, senza mai tirarsi indietro alle sfide della vita.
Ho affiancato donne che hanno deciso di uscire fuori, allo scoperto, perché orgogliose del loro successo. Donne fuori dall’ordinario che hanno messo tutte se stesse per vedere realizzati i loro sogni. Donne che sfidano i luoghi comuni non per spiccare, ma per sbocciare. Colleghe, Collaboratrici, Amiche, Clienti… Tutte Donne con una marcia in più, piene di voglia di fare, di iniziative e di grande cuore verso gli altri.
Una cosa è certa, nessuna di loro sta a casa a fare “la maglia”, le cosiddette “casalinghe” sono un miracolo della natura…non solo con grande amore donano tutte se stesse per i loro cari, ma a volte vanno oltre e si occupano anche di realtà molto delicate e complesse del nostro comprensorio dedicando il loro tempo libero al prossimo.
Le chiamo le Super Donne di Biancavilla: designer, imprenditrici, artiste, avvocatesse, lettrici e scrittrici, madri, architette e – perché no? – “influencer”, dottoresse, ingegneri, commercianti, manager, insegnanti… Sì, esistono tutte queste donne a Biancavilla: sono loro che portano a Biancavilla la vera magia e sono sicura che saranno loro a cambiare questo nostro paese ma, a volte, siamo troppo ciechi per vederlo e troppo ottusi per capirlo.
Questa vera e fondata realtà è poco visibile. E poco se ne parla… perché, citando ancora una volta il mio grande saggio in cantiere, “le donne devono stare a casa”! Quindi, qualsiasi traguardo femminile è visto come deleterio per una società “patriarcale”. Se poi non hai figli… Ahhh, apriti cielo! Servi a poco o quasi a niente!
Ma ci sarà un motivo perché la nostra amata Etna è donna, no? L’importante è non farla arrabbiare! Gli uomini di Biancavilla? Simpatici. Lavorano.
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serena89
11 Ottobre 2014 at 7:55
Certo che sentire un anziano che dice “zingaru o laviti” sarebbe un po’ strano!
Comunque, non credo che la colpa sia dell’ignoranza lessicale! Molto spesso, ad esempio, è di cattivo gusto quando ci si rivolge ad una ragazza dandole della poco di buono!
E allora? Tutti sappiamo il significato delle parole che utilizziamo comunemente per screditare, ma malgrado ciò le utilizziamo lo stesso!
A mio avviso, l’unica possibile soluzione è non rispondere a tono, non dar sazio al vigliacco di turno che apostrofa malamente la gente!