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“Amore è gioia”, a Vicenza presentato il libro “anti-violenza” di Pilar Castiglia

Il volume edito da “Nero su Bianco” al centro di un incontro in Veneto con alti rappresentanti istituzionali

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L’evento è stato ospitato nella Sala degli stucchi di palazzo Trissino, a Vicenza. Una location d’eccezione per la presentazione di “Amore è gioia”, il volume scritto da Pilar Castiglia per la casa editrice Nero su Bianco di Biancavilla. L’incontro è stato promosso dal Comune di Vicenza. L’input è dell’assessore Valeria Porelli, nell’ambito delle giornate di azione contro la violenza sulle donne “Basta violenza di genere”.

L’autrice, in prima linea su questo fronte, presidente del centro antiviolenza ed antistalking Calypso di Biancavilla, ha avuto un pubblico qualificato e particolarmente attento.

Al centro dell’incontro il libro con cui Castiglia ha raccontato storie di maltrattamenti e violenza che ha seguito in prima persona, evidenziando le relative dinamiche psicologiche. Un “libro-manuale”, rivolto ad adolescenti, genitori ed insegnanti, scritto con la prefazione di Roberta Rei, inviata e conduttrice de “Le Iene”.

«Si è parlato del libro ma si è parlato anche –sottolinea l’avv. Castiglia– dei problemi legati al sistema giustizia e della frequenza con la quale in tribunale (a Catania come a Vicenza come ovunque) i giudici spesso confondono la violenza psicologica con banali conflitti tra coniugi. Abbiamo riscontrato che viviamo gli stessi problemi e le stesse dinamiche».

La presentazione di “Amore è gioia” ha suscitato poi un vivace dibattito. Sono intervenuti il ten. col. Federico Vecci del CoEspu (Centro di eccellenza per le Unità di polizia di stabilità), il cap. Daniele Buffa, comandante del Gruppo Carabinieri Nucleo Forestale, Marina Di Donato, primo dirigente della Polizia di Stato e vicaria del Questore, Patrizia Russo, capo di Gabinetto della Prefettura di Vicenza.

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Cultura

1° Maggio a Biancavilla, l’occupazione delle terre e quelle lotte per i diritti

Il ruolo della Sinistra e del sindacato: memorie storiche da custodire con grandissima cura

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Anche Biancavilla vanta una ricca memoria storica sul 1 maggio. Nel nostro comprensorio non sono mancate, nel secolo scorso, iniziative e manifestazioni di lotta per i diritti dei lavoratori.

Spiccano su tutte l’occupazione delle terre e la riforma agraria di cui ci parla Carmelo Bonanno nel recente libro “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia. La ricostruzione dei partiti, le prime elezioni e i protagonisti politici dopo la caduta del fascismo”.

Il volume, edito da Nero su Bianco, raccoglie le testimonianze di alcuni dei protagonisti della vita politica e sindacale locale del Novecento, evidenziando le numerose iniziative volte a spazzare via i residui del sistema feudale di organizzazione delle terre e ad ottenere la loro redistribuzione.

Il mezzo principale per raggiungere tale obiettivo fu l’occupazione delle terre ad opera di un folto gruppo di contadini e braccianti. Tra questi, Giovanbattista e Giosuè Zappalà, Nino Salomone, Placido Gioco, Antonino Ferro, Alfio Grasso, Vincenzo Russo. A spalleggiarli anche diversi operai. Tra loro, Carmelo Barbagallo, Vincenzo Aiello, Domenico Torrisi, Salvatore Russo. Ma anche intellettuali come Francesco Portale, Nello Iannaci e Salvatore Nicotra.

Così, ad essere presi di mira furono anzitutto i terreni del Cavaliere Cultraro in contrada Pietralunga, nel 1948. Più di 400 persone li occuparono per cinque giorni e desistettero soltanto per l’arrivo della polizia, che sgomberò le proprietà.

A questa occupazione ne seguirono altre, tutte sostenute dai partiti della Sinistra dell’epoca (Pci e Psi in testa) e dalla Camera del Lavoro, e col supporto delle cooperative agricole di sinistra.

Le parole del “compagno” Zappalà

Significativa la testimonianza, riportata nel libro di Bonanno, del “compagno” Giosuè Zappalà: «Gli insediamenti furono vissuti con grande entusiasmo e costituirono per noi protagonisti dei veri e propri giorni di festa in cui potevamo manifestare la libertà che per tanti anni ci era stata negata. Le terre, i cui proprietari erano ricchi borghesi e aristocratici, spesso si trovavano in condizioni precarie, erano difficilmente produttive e necessitavano di grandi lavori di aratura, semina e manutenzione. Noi braccianti, perciò, con grande impegno e dedizione, spinti, oltre che dalla passione per il nostro lavoro, anche e soprattutto dalle condizioni di vita misere di quei tempi, ci occupammo, fin quando ci fu concesso, dell’opera di bonifica. Erano terre che di fatto costituivano per moltissimi l’unica fonte di reddito disponibile».

Tali iniziative, innestatesi nel corso del processo di riforma agraria che portò al superamento del sistema di governo delle terre sino ad allora vigente, condussero però a risultati contraddittori, poiché alcuni contadini ottennero terre produttive mentre altri terre scadenti. Ciò acuì il clima di invidia e inimicizia tra i protagonisti di quelle lotte e condusse alla rottura definitiva della coesione e della solidarietà della categoria.

Ciò non toglie che queste iniziative e manifestazioni segnarono un passaggio molto importante nella storia politica, socio-economica e sindacale locale e posero le basi per la “conquista” del palazzo municipale nel 1956 con l’elezione di Peppino Pace, primo sindaco comunista di Biancavilla.

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