Connettiti con

Politica

Il salto indietro di Vincenzo Mignemi: da “oppositore” a nuovo assessore?

Lettera di dimissioni firmata da Vincenzo Amato: ha già lasciato la Giunta per liberare un posto

Pubblicato

il

Giro di boa per la maggioranza che sostiene il sindaco Antonio Bonanno. Sarebbe già pronto un posto in Giunta per Vincenzo Mignemi, consigliere comunale formalmente di “opposizione”. Sì, proprio lui: il fratello di Carmelo, candidato sindaco avversario di Bonanno alle ultime Amministrative.

Se venisse consumato, si tratterebbe di un passaggio cruciale che dovrebbe segnare una svolta negli assetti dello schieramento del primo cittadino in proiezione alle elezioni del 2023. Il trasloco di Mignemi -secondo fresche indiscrezioni di Palazzo- dovrebbe avvenire in parallelo a quello di Rosanna Bonanno, altra consigliera del suo gruppo. A lasciare libera la casella in amministrazione comunale ci ha già pensato Vincenzo Amato, che ha consegnato la lettera delle proprie dimissioni al sindaco. Amato fa riferimento al gruppo di Giuseppe Salvà: dietro all’operazione -preparata da tempo- di imbarcare in maggioranza Vincenzo Mignemi e Rosanna Bonanno c’è la sua regia.

Non sarebbe affatto un colpo di scena. Da qualche anno gli attori in campo tessevano relazioni preparatorie. Biancavilla Oggi, mesi fa, lo aveva scritto, anticipando l’epilogo che sarebbe pronto a concrettizzarsi in questi giorni. Con il passaggio di Sammartino (riferimento di Mignemi) da Italia Viva alla Lega e quindi nell’orbita del Centrodestra, i movimenti si sono rivelati consequenziali. D’altra parte, non è un mistero che il gruppo di Mignemi avesse interrotto i rapporti con l’area che fa perno sul Pd (ancor di più da quando i dem si sono affidati al segretario Giuseppe Pappalardo). E in Consiglio Comunale, le votazioni di Vincenzo Mignemi e Rosanna Bonanno sono state allineate spessissimo a quelle della maggioranza su diversi punti qualificanti.

Mignemi, ritorno al… passato

Se le indiscrezioni trovassero conferma, Vincenzo Mignemi compierebbe un ritorno al passato. Anzi, alle origini. Affacciatosi al mondo politico in occasione delle Amministrative del 2013, in prima linea a sostegno di Antonio Bonanno, una volta eletto consigliere comunale cambiò “visione”. Fino a divenire sostenitore del sindaco eletto, Giuseppe Glorioso, che lo ripagò con un posto nell’Esecutivo: da oppositore ad assessore. “Il salto in lungo di mister Mignemi”, titolò Biancavilla Oggi. E adesso sarebbe pronto ad un nuovo salto. All’indietro, stavolta. La nomina ad assessore –si vocifera al palazzo comunale– potrebbe avvenire nei prossimi giorni.

Certo è che il fratello, Carmelo, leader sulla carta dello schieramento avversario di Antonio Bonanno, dovrebbe mantenere la sua posizione in Consiglio Comunale. Una posizione tra i banchi della minoranza, schieramento già di suo silenzioso, assenteista, praticamente irrilevante come mai era accaduto nella storia politica di Biancavilla. Un’anomalia, un vuoto democratico: aspetti che meriterebbero analisi ed approfondimenti a parte.

Nell’imminenza, è da verificare ed osservare con attenzione, invece, la reazione che questi nuovi movimenti potrebbero registrare in una maggioranza allargata.  

Tutto dovrebbe filare liscio? Non sembra. In settori dello schieramento governativo, in particolare nel gruppo riconducibile ad Antonio Portale, le dimissioni di Vincenzo Amato e l’imminente (presunto) ingresso di Vincenzo Mignemi potrebbero innescare non poche fibrillazioni. Si vedrà se i malumori saranno contenuti e fisiologici. O se si assisterà ad un vero e proprio strappo. In tal caso, si inaugurerebbero in grande anticipo le manovre elettorali per il voto amministrativo del 2023.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

Pubblicato

il

Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti