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Covid, il governatore Musumeci chiude le scuole di Biancavilla dal 17 marzo

Alunni a casa, il sindaco Antonio Bonanno: «Atto inevitabile per tenere sotto controllo i contagi»

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Le scuole di Biancavilla saranno chiuse a partire dal 17 marzo e fino al 20. Ma appare quasi certo che ci sarà un’ulteriore allungamento di tale chiusura, cosa che dovrebbe avvenire con un’ulteriore ordinanza (attesa per mercoledì prossimo).

Lo ha deciso il governatore Nello Musumeci. L’atto del presidente della Regione riguarda «ulteriori misure per l’emergenza epidemiologica da Covid-19» e riguarda i comuni di Caltanissetta, Caltavuturo, Scicli e Palma di Montechiaro, che diventano “zona rossa”. A questi si aggiunge pure Biancavilla, ma soltanto per la parte relativa alla chiusura delle scuole.

«In applicazione dell’articolo 43 del Dpcm 2 marzo 2021 – si legge nella nota della Regione – a seguito della relazione del Commissario dell’Asp di Catania, il presidente della Regione ha appena disposto la chiusura delle Istituzioni scolastiche, nei giorni che vanno dal 17 al 20 marzo».

La decisione è stata adottata alla luce dei nuovi dati emersi negli ultimi giorni: nell’ultimo screening i tamponi positivi erano stati ben 58 in 24 ore. Dettaglio che ha fatto ipotizzare la decisione della “zona rossa” per Biancavilla. Ipotesi che resta valida, fino a quando i parametri sui contagi in città non torneranno sotto la soglia d’allarme. Va ricordato che già da alcuni giorni, a scopo precauzionale, parecchie classi adottano la didattica a distanza dopo che alcuni alunni sono risultati positivi.

«Mi sono confrontato – spiega il sindaco di Biancavilla Antonio Bonanno – con il Commissario Covid dell’Asp, dott. Liberti, e subito dopo ho informato l’assessore regionale alla Salute, Razza».

«Con questi dati – aggiunge Bonanno – sforiamo il parametro indicato dall’ultimo Dpcm. È quello che riguarda l’incidenza cumulativa settimanale superiore a 250 casi per 100mila abitanti. Sulla base di questo parametro, come ci indicano i numeri, la decisione di chiudere le scuole è inevitabile. Va nella direzione di tenere sotto controllo i contagi in tutto il territorio».

«Il peggioramento del quadro epidemiologico, del resto, è –conclude il primo cittadino– un dato comune in tante realtà locali. Le restrizioni servono a tenere sotto controllo la situazione. E’ necessario aumentare il livello di allerta alla luce anche delle nuove varianti del virus».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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