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Il Consiglio Comunale fa da scudo per il centro di riabilitazione

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Preoccupazioni trasversali da parte delle forze politiche. Decise la richiesta di un incontro con il direttore generale dell’Asp di Catania ed una eventuale delegazione da inviare a Palermo, all’assessorato alla Salute.

 

di Vittorio Fiorenza

A smentire le voci di soppressione del centro di recupero e riabilitazione motoria dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla è stato il deputato all’Ars, Nino D’Asero, sulla base delle rassicurazioni dell’assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, e dei funzionari regionali. Ma non c’è ancora nulla nero su bianco.

Così nella mappa della rete ospedaliera siciliana, approvata di recente e che a giorni sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, la struttura sanitaria biancavillese non figura.

Da qui, l’intervento del Consiglio Comunale, che nell’ultima seduta convocata dal presidente Vincenzo Cantarella su input del capogruppo di Fratelli d’Italia, Marco Cantarella, ha discusso proprio dello “scippo” del centro di riabilitazione. Un centro esistente da quarant’anni e che offre servizi ad un bacino di utenza di 200mila abitanti, garantendo oltre 30mila sedute per i pazienti provenienti anche da fuori provincia.

Preoccupazione trasversale tra le forze politiche. Unanime decisione sul percorso da compiere. In primis si chiederà un incontro con il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Giammanco, possibilmente a Biancavilla. Si ritiene che le manovre di salvataggio della struttura si possano compiere nell’ambito della stessa azienda sanitaria.

I gruppi consiliari non escludono, comunque, di formare una delegazione da inviare a Palermo ed avere precise ed ufficiali rassicurazioni da parte dell’assessorato alla Salute.

Un’occasione che –è stato sottolineato da più parti– dovrebbe servire a fare il punto sui continui ritardi nella conclusione dei lavori del nuovo plesso ospedaliero, la cui inaugurazione è stata annunciata e sbandierata con un cronoprogramma costantemente disatteso, al punto da essersene occupata pure “Striscia la notizia”.

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Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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