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Chiesa

Nei luoghi simbolo di Sant’Agata 90 bambini e 20 educatori di Biancavilla

Folto gruppo della parrocchia Annunziata alla scoperta della vita della patrona di Catania

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Una giornata di fede, scoperta e condivisione ha visto protagonisti i ragazzi del catechismo della parrocchia Annunziata di Biancavilla. Oltre 90 bambini e 20 educatori a visitare i luoghi della vita e del martirio di Sant’Agata a Catania. Accompagnati dal parroco, padre Giosuè Messina e dai loro catechisti, hanno percorso un itinerario che li ha condotti nei luoghi legati alla memoria della giovane martire, patrona della Chiesa catanese.

Il pellegrinaggio ha fatto scoprire ai ragazzi i luoghi simbolo, come la Chiesa di Sant’Agata al Carcere, che sorge sul luogo dove la santa fu imprigionata e dove subì le prime torture per aver rifiutato le attenzioni del proconsole Quinziano, scegliendo fedeltà al cristianesimo.

Il gruppo ha visitato anche la Chiesa di Sant’Agata alla Vetere, il primo luogo di culto dedicato alla santa e il luogo in cui, secondo la tradizione, morì a seguito delle sofferenze inflittele. Il percorso si è concluso nella Chiesa di Sant’Agata alla Fornace, che sorge dove un tempo si trovava il palazzo pretorio, luogo del processo che condannò la giovane.

Attualità della testimonianza di Sant’Agata

Sant’Agata continua a trasmettere ai giovani valori attuali. La sua storia – secondo i fedeli – è un esempio di coraggio, di una fede incrollabile che non ha ceduto di fronte alla violenza e alle imposizioni. Il suo rifiuto di piegarsi a un potere ingiusto insegna ai ragazzi l’importanza di difendere i propri ideali. La sua testimonianza è anche un inno alla forza delle donne, che ancora oggi lottano per i propri diritti e per la propria dignità. Catania, che la venera come patrona, è il simbolo di una comunità che riconosce nella sua storia il valore della libertà religiosa: un messaggio che risuona anche nelle nuove generazioni.

Oltre ad approfondire la storia e la spiritualità di Sant’Agata, i ragazzi biancavillesi hanno vissuto un’esperienza di comunione e crescita nella fede. Il pellegrinaggio si è rivelato un’occasione per rafforzare il loro legame con la patrona della città etnea e per riflettere sul significato del sacrificio e della testimonianza cristiana. La giornata si è conclusa con un momento di condivisione lungo le vie di Catania, passeggiando in via Etnea.

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Chiesa

La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo

Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

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Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.

La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.

La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.

La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.

Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.

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Chiesa

Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”

Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

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Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.

Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.

Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.

Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.

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