Storie
Antonio Biondi, ricercatore tra i più accreditati al mondo: è di Biancavilla
Per gli studi sugli insetti fitofagi delle colture agrarie rientra nei 100 Highly Cited Researchers in Italia

Per il sesto anno consecutivo, il prof. Antonio Biondi è stato inserito tra i 100 Highly Cited Researchers in Italia, secondo Clarivate-Web of Science, prestigioso database internazionale che premia i ricercatori con maggiore impatto globale. Le sue ricerche, relative al controllo sostenibile di insetti fitofagi delle colture agrarie, sono tra le più citate al mondo.
Il prof. Antonio Biondi è un biancavillese, docente ordinario in Entomologia Generale e Applicata all’Università di Catania. Nell’ateneo etneo si è laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie e conseguito il dottorato di ricerca internazionale in Tecnologie Fitosanitarie e Difesa degli Agro-Ecosistemi.
Ha frequentato l’Instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias e l’University of Minnesota. Ha svolto un periodo post-doc presso l’Institut National de Recherche Agronomique di Sophia-Antipolis, in Francia e l’University of California, a Berkeley.
I prodotti delle sue ricerche scientifiche sono pubblicati in varie riviste internazionali, il cui rilevante impatto globale gli è valso il titolo annuale di Highly cited researcher dal 2019. Biancavilla Oggi aveva già parlato di lui proprio nel 2019, in occasione del prestigioso riconoscimento, assegnatogli dall’Institute for Scientific Information del gruppo Web of Science, il database di pubblicazioni scientifiche più accreditato a livello mondiale.
Da diversi anni, ricopre la funzione di editore per diverse riviste scientifiche internazionali del circuito WoS-Scopus ad alto impatto, nonché di revisore di prodotti scientifici e di valutatore di proposte di progetti di ricerca. Attualmente ricopre il ruolo di Editor in Chief per il Journal of Pest Science. Tra il 2018 e il 2022, è stato membro del comitato di esperti per i rischi biologici per la salute delle piante della French Agency for Food, Environmental and Occupational Health & Safety.
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Storie
Vent’anni senza Placido Stissi, il figlio Giuseppe: «Onorati di un papà così»
A “Biancavilla Oggi” il ricordo commosso: «Non ci ha visto crescere, ma siamo certi che veglia su di noi»

Vent’anni fa la morte di Placido Stissi. Il suo ricordo è intatto. Il suo gesto resta una testimonianza del suo altruismo. Dipendente della Provincia di Catania e stretto collaboratore del presidente Nello Musumeci e poi di Raffaele Lombardo, Stissi stava andando al lavoro. In un punto della tangenziale di Catania, sotto la pioggia battente, accostò e fermò la sua macchina. Lo fece per prestare aiuto ad un giovane automobilista rimasto in panne nella corsia opposta. Mentre attraversa la carreggiata, però, un veicolo lo travolse. Morì a 41 anni, lasciando la moglie Anna Maria e i tre figli, ancora minorenni: Giuseppe, Gessica e Denis.
Il ricordo del suo primogenito è intriso di affetto e orgoglio. «Sono passati 20 lunghi anni, mi fa onore, ci rende onorati che – dice Giuseppe a Biancavilla Oggi – dopo tutto questo tempo ancora la gente ricordi il gesto eroico che mio padre ha fatto. Non ha riflettuto più di una volta a scendere dalla propria auto e a soccorrere quel ragazzo rimasto in panne e con l’auto capovolta. Non ha pensato alle conseguenze che potevano succedere in quella fatidica giornata piovosa. Come poi effettivamente accaduto, lasciando noi figli piccoli e mia mamma».
Chi ha conosciuto Placido, a Biancavilla, può confermare che le parole del figlio descrivano esattamente quei modi di sincera disponibilità nei confronti di chiunque.
«Mio papà era fatto così. Sempre premuroso. Sempre cordiale e generoso con tutti. L’amico degli amici. Sempre pronto ad aiutare tutti. Un angelo volato in cielo troppo giovane e troppo presto. Oggi è raro fare e ricevere gesti del genere. Soprattutto noi giovani – sottolinea Giuseppe – dovremmo prendere esempio da questi ormai rari gesti di altruismo verso il prossimo. Non si pensa altro che all’invidia e alla cattiveria, invece dovremmo trovare il modo per riportare i bei gesti di solidarietà. Non dovremmo dimenticare che potremmo avere bisogno, anche noi, di un semplice aiuto, una carezza, una mano che ci venga posta sulla spalla o essere ascoltati».
«Noi figli – conclude Giuseppe – siamo veramente onorati di avere avuto un padre così. Mia mamma lo è del marito che ha avuto. Certo, il dolore resta, come il rammarico che ci abbia lasciati così presto senza vederci crescere ed essere al nostro fianco. Ma siamo sicuri che ci veglia da lassù e guida i suoi nipoti nella migliore strada».
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