Cronaca
“Reset”, estorsioni all’agenzia Arena: esecuzione pena per due imputati
Arrestati dai carabinieri della stazione di Biancavilla i 47enni Angelo Girasole ed Alfio Petralia


Due volti già noti alle forze dell’ordine e alle cronache giudiziarie. Sono quelli di Angelo Girasole e di Alfio Petralia, entrambi di 47 anni. I carabinieri della stazione di Biancavilla li hanno arrestati per il reato di estorsione.
Lo hanno fatto con notifica a casa, visto che i due erano già sottoposti alla detenzione domiciliare, in esecuzione di un ordine di esecuzione di pena detentiva emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali del Tribunale di Catania.
I due, orbitanti nel clan mafioso di Biancavilla, erano stati coinvolti nell’operazione “Reset”, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo. Blitz culminato il 7 aprile 2017 con sei ordinanze di custodia cautelare in carcere per estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso.
I riscontri investigativi acquisiti nel corso delle indagini, anche con l’ausilio di attività tecnica, avevano consentito di ricostruire minuziosamente l’attività estorsiva posta in essere dal gruppo, in particolare ai danni dell’agenzia di pompe funebri Arena.
La seconda sezione penale del Tribunale di Catania aveva inflitto una pena a Girasole di otto anni di reclusione, oltre a 3mila euro di multa. Petralia aveva avuto una pena a sette anni e 6 mesi ed una multa di 2mila e 500 euro. Condanne poi confermate, seppur con uno sconto di pena, dalla terza sezione penale della Corte d’appello di Catania. In Cassazione, rigettato il ricorso di Girasole e dichiarato inammissibile quello di Petralia.
Il primo, pertanto, ora è nel carcere catanese di “Bicocca”. L’altro, come disposto dall’Autorità Giudiziaria, resta ai domiciliari presso la propria abitazione.
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Cronaca
Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro
Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»


Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.
Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.
La causa civile al Tribunale di Catania
Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.
Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.
Aperta la strada dell’indennizzo una tantum
Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.
«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».
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