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Cronaca

Processo “Reset”, altre condanne: 24 anni di reclusione a tre imputati

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di Vittorio Fiorenza

Condannati dal Tribunale di Catania Angelo Girasole, Alberto Gravagna e Alfio Petralia per il reato di estorsione, ai danni di un’impresa di pompe funebri di Biancavilla. I tre erano stati arrestati nell’ambito del blitz antiracket “Reset”, condotto nell’aprile del 2017 dai carabinieri della stazione biancavillese.

La seconda sezione penale (composta dal presiedente Roberto Camilleri, Carla A. Valenti e Ottavio Grasso) ha inflitto una pena a Girasole e Gravagna di otto anni di reclusione ciascuno, oltre a 3mila euro di multa, mentre a Petralia sette anni e 6 mesi di carcere e una multa di 2mila e 500 euro. Si tratta di pene inferiori rispetto alle richieste avanzate dal pubblico ministero, Andrea Bonomo.

Alle parti civili (il titolare dell’impresa funebre, Giuseppe Arena, il Comune di Biancavilla e l’associazione antiracket ed antiusura Libera Impresa) è stato riconosciuto un risarcimento danni di 5mila euro ciascuno. Rigettate, invece, le richieste di risarcimento avanzate da Orazio Arena, Luca Arena e Maria Grazia Anfuso.

Determinante per le indagini dei militari biancavillesi è stata la collaborazione della vittima. A spianare la strada all’operazione “Reset” è stato il precedente blitz-gemello “Onda d’urto” del dicembre 2016. Entrambe le operazioni, oltre a consentire di avere una mappa aggiornata della criminalità organizzata locale, hanno squarciato il velo che nascondeva gli affari illeciti sull’oscuro settore delle pompe funebri e, in particolare, sul pizzo, sulle spartizioni e sulle pretese imposte per anni alle agenzie di Orazio Arena e dei figli Giuseppe e Luca.

Fino alla loro fattiva collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia e i militari della compagnia di Paternò e della stazione biancavillese, al prezzo, però, di chiudere le loro attività ed essere inseriti nel programma di protezione per testimoni di giustizia, lontani da Biancavilla. Le sentenze di primo grado ripagano la loro scelta di campo.

Oltre a quest’ultima con la condanna dei tre imputati, altri sette soggetti coinvolti sia nel blitz “Onda d’urto” che in “Reset” sono stati già giudicati con rito abbreviato dal Gip Giuliana Sammartino del Tribunale di Catania, che ha inflitto condanne per complessivi 60 anni di carcere. Per loro, il processo d’appello comincerà tra meno di un mese.

È ancora in corso, invece, il processo di primo grado, stralcio con rito ordinario, per gli altri soggetti arrestati nella retata del dicembre 2016.

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Cronaca

Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione

Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

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Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.

Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).

L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.

Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.

Morbosità su WhatsApp e Messenger

La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.

Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.

Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.

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Cronaca

Pedone investito da un’auto nel viale Europa: trasferito in codice rosso

Il malcapitato trasportato all’ospedale “San Marco” di Catania, intervento dei vigili urbani

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Un pedone è stato investito all’incrocio tra via Montessori e viale Europa, a Biancavilla. Secondo le prime informazioni, l’uomo stava attraversando la strada quando è stato colpito in pieno da un’auto in transito.

Sul posto, intervento del servizio del 118, il cui personale ha riscontrato ferite al volto e alla testa al malcapitato. Necessario, quindi, il suo trasferimento in codice rosso all’ospedale “San Marco” di Catania.

È toccato alla polizia municipale regolare il traffico e avviare i rilievi necessari a ricostruire la dinamica dell’incidente.

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