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A Biancavilla i giovani più esposti al Covid: contagiati pure quattro bambini

Dall’elaborazione dei dati epidemiologici emergono particolari e aspetti che smentiscono false convinzioni

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I negazionisti se ne facciano una ragione: il coronavirus esiste e non guarda in faccia nessuno. L’elaborazione effettuata dall’amministrazione comunale di Biancavilla, sulla base dei dati sui contagi resi finora disponibili dall’Asp di Catania, offre una panoramica inedita e più precisa dell’epidemia.

Il primo aspetto che salta agli occhi: tra i biancavillesi sottoposti a tampone, che poi ha evidenziato la positività al virus, ci sono pure quattro bambini. Sono due maschi e due femmine. Hanno un’età di 8, 9, 11 e 13 anni. Alcuni di loro hanno accusato sintomi, altri no. Fortunatamente le loro condizioni non destano preoccupazione. Certo, va detto che l’incidenza della malattia in età infantile è minima e le scuole restano luoghi sicuri e sotto controllo. Ma la presenza di quattro bambini nell’elenco dei contagiati ci ricorda come l’infezione non conosca confini anagrafici (la persona contagiata più anziana, di contro, ha 95 anni).

E nemmeno confini di genere: tra i biancavillesi che hanno contratto il virus, ci sono il 50,4% di uomini e il 49,6% di donne.

Nel grafico elaborato dal Comune di Biancavilla (pubblicato di seguito) sorprende poi che nella distribuzione per fascia di età emerga una maggiore incidenza di tamponi positivi tra i 20 e i 30 anni, a dimostrazione che i giovani siano quelli meno cauti e quindi più esposti.

Altro dato da non sottovalutare è che tra i contagiati, l’8,4% è stato costretto a ricorrere al ricovero in una struttura ospedaliera, in reparti Covid o, nei casi più gravi, in Terapia intensiva. Anche su questo aspetto, bisogna ribaltare certe convinzioni, secondo cui sui letti d’ospedale ci finisco solo anziani. Falso: attualmente si sono una donna biancavillese di 35 anni e un uomo di 51 anni ricoverati.

Se si considerano che i decessi di questa seconda ondata siano stati a Biancavilla 5 (due uomini e tre donne), il tasso di mortalità risulta di circa il 3%. «E dire che c’è ancora chi ha il coraggio di negare l’esistenza del virus», commenta il sindaco Antonio Bonanno con tono di amaro sarcasmo.

Dietro ai numeri che danno un quadro sull’incidenza e sulle modalità di incidenza dell’epidemia Covid ci sono però storie umane. E anche le percentuali, piccole o grandi che siano, nascondono drammi umani. Come quello raccontato a Biancavilla Oggi da Roberto Palermo, figlio di una vittima Covid, che ci ha offerto una chiara testimonianza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Bonifica anti-amianto, nuovo inghippo: interdittiva antimafia ad un’impresa

Il parco verde di monte Calvario rischia di imbrigliarsi in un reticolato di ricorsi e sospensive

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© Foto Biancavilla Oggi

Ancora un diversivo nell’iter della bonifica dell’area di monte Calvario a Biancavilla. Il taglio del nastro risale al febbraio 2023, eppure gli interventi di risanamento e creazione di un parco urbano – al di là del monitoraggio ambientale preliminare già ultimato – attendono di essere avviati.

Adesso – come è in grado di raccontare Biancavilla Oggi – l’ultimo intoppo riguarda un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti di una delle società interessata all’appalto. La “Gentile Ambiente spa” con sede a Casoria, infatti, è stata raggiunta da un’informativa antimafia ostativa da parte della Prefettura di Napoli. Un provvedimento già caricato e visibile nella Banca dati nazionale Antimafia.

L’importo complessivo degli interventi è di circa 17 milioni di euro, frutto di un accordo quadro – siglato nell’ottobre del 2020 – tra Regione Sicilia e ministero dell’Ambiente sulle bonifiche dei grandi siti inquinati, su progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale. Oltre alla “Gentile Ambiente”, nell’associazione temporanea di imprese c’è la Rem (si era sfilata una terza impresa, la Lab. Studio Chimico Ambientale).

La novità dell’interdittiva antimafia per una delle imprese è subito balzata agli occhi dei funzionari del Comune di Biancavilla. Interpellato da Biancavilla Oggi, il sindaco Antonio Bonanno fa sapere che «l’amministrazione comunale si è già attivata per avviare le procedura di esclusione della ditta dai lavori».

Semplice a dirlo, più tortuoso il percorso che potrebbe essere tracciato dagli eventi. Il rischio concreto è che l’appalto venga messo in secondo piano rispetto a carte bollate, ricorsi e sospensive, pregiudicando l’effettivo avvio e svolgimento della bonifica. Che il progetto del polmone verde di monte Calvario resti sulla carta, imbrigliato nei reticolati della giustizia amministrativa, è uno scenario possibile.

Le contromosse dell’impresa

D’altra parte, la “Gentile Ambiente” ha immediatamente attivato tutte le azioni giurisdizionali necessarie a fronteggiare gli effetti di una misura che considera illegittima.

A farlo sapere sono il presidente del Consiglio di Amministrazione della società, Giovanni Gentile, e l’avv. Lorenzo Lentini. L’impresa napoletana ha presentato già ricorso con istanza di sospensione cautelare presso il Tar della Campania «contestando il difetto assoluto del presupposto e la non idoneità dei fatti segnalati». Il Tar discuterà nella Camera di Consiglio prevista per il 17 aprile.

Altra istanza è stata presentata al Tribunale di Napoli – Servizio Misure di Prevenzione per la nomina di un controllore giudiziario «che a fronte della terzietà della società rispetto a contesti di tipo mafioso, consenta la prosecuzione vigilata dell’attività di impresa».

«L’altra ditta proceda nei lavori»

Se l’intento dell’impresa è quello di invitare la stazione appaltante a «soprassedere da qualsiasi provvedimento pregiudizievole di carattere definitivo», a Biancavilla si guarda avanti, puntando ad escludere la ditta napoletana.

«È stata effettuata – ci dice il sindaco Bonanno – una sorta di verifica preliminare nei confronti della mandataria (la Rem, ndr) per capire se questa ha tutti i requisiti per procedere nei lavori senza l’altra. Riteniamo che questo sia possibile. Certo, un’interdittiva antimafia che arriva dopo due anni è un’anomalia per i lavori pubblici e non è normale che arrivi ad appalto già assegnato».

L’appalto per la bonifica di monte Calvario riguarda la messa in sicurezza dell’intera area (dagli agli ’50 e fino al 1998 luogo di estrazione e produzione di materiale destinato all’edilizia). L’opera finale è la realizzazione di un parco verde. Alla base dei lavori, l’incapsulamento delle fibre di fluoroedenite (minerale naturale assimilabile all’amianto) che qui si trovano sotto forma di venature nelle rocce laviche. Fibre diffuse in tutto il paese e nelle sue costruzioni edili, tali da avere provocato decine di morti per mesotelioma pleurico.

La lievitazione dei costi

Un precedente intoppo, dopo l’assegnazione dell’appalto, si era verificato quando l’impresa Rem aveva avanzato la richiesta di una serie di aggiornamenti, a partire dai costi dei materiali che nel frattempo sono aumentati.

Tutte questioni che hanno portato l’impresa e il Comune davanti al Collegio Consultivo Tecnico (presieduto dal prof. Antonio Saitta).

L’organismo si è espresso a febbraio in modo favorevole alla linea del Comune, che aveva sollecitato l’impresa a procedere nei lavori. Adesso, però, la vicenda che riguarda la “Gentile Ambiente” appare parecchio più complessa e delicata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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