Cronaca
“Illegal duty”, condanna con “sconto” in Appello per due biancavillesi
Sentenza di secondo grado: inflitti 5 anni di carcere ciascuno per Angelo Calamato e Agatino Perni

di VITTORIO FIORENZA
Sentenza di secondo grado per gli imputati del procedimento “Illegal duty”, scaturito dal blitz del luglio 2017 (vedi il video il fondo alla pagina) condotto dalla Squadra mobile della Questura etnea e dal Commissariato di polizia di Adrano, che ha inferto un duro colpo al clan Scalisi di Adrano.
Nell’operazione antimafia (con 39 ordinanze di custodia cautelare) erano stati coinvolti quattro biancavillesi: Massimo Merlo e Roberto Alongi (che seguono il rito ordinario) e Angelo Calamato e Agatino Perni, che invece hanno seguito il rito abbreviato.
Questi ultimi sono stati adesso condannati dalla seconda sezione della Corte d’appello di Catania, ma con riduzione degli anni di reclusione.
A Calamato è stata inflitta una pena di 5 anni di carcere (in primo grado aveva ottenuto 8 anni). Stessa pena a 5 anni (un anno e 4 mesi in meno rispetto al precedente verdetto del Gup) per Perni, a cui è stata inflitta pure una multa di 2000 euro.
Tutti gli altri imputati sono di Adrano.
Colpo al gruppo di Giuseppe Scarvaglieri
Le indagini tecniche, corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di delineare le dinamiche interne all’associazione mafiosa. Organizzazione capeggiata da Giuseppe Scarvaglieri (sebbene incarcerato impartiva ordine e veniva riconosciuto come autorità suprema).
Le indagini della Dda hanno consentito di verificare come la “famiglia” sottoponeva sistematicamente ad estorsione la gran parte delle attività commerciali ubicate in territorio adranita. In primo luogo il mercato ortofrutticolo, all’interno del quale, non solo ogni titolare di box era tenuto a pagare una somma mensile. Ma doveva versare un dazio per accedere, per scaricare la merce o acquistare all’ingrosso.
Si tratta di una delle diverse indagini antimafia condotte nel comprensorio tra Adrano e Biancavilla, che ha inferto un duro colpo all’organizzazione criminale. A seguire il video degli arrestati, all’uscita del commissariato di polizia di Adrano.
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Cronaca
Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne
Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.
Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.
Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.
Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.
Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».
La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.
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