Connettiti con

Cronaca

Al clan Scalisi 350 anni di carcere: due biancavillesi tra i condannati

Pubblicato

il

Ci sono anche due biancavillesi, tra i 34 imputati che sono stati condannati dal Gup Giuliana Sammartino a quasi 350 anni complessivi di carcere nel procedimento stralcio con rito abbreviato, scaturito dall’operazione “Illegal duty”, condotta nel luglio 2017 dalla Squadra mobile della Questura etnea e dal Commissariato di polizia di Adrano, che ha inferto un duro colpo al clan Scalisi di Adrano. Lo apprende Biancavilla Oggi.

I due biancavillesi sono Angelo Calamato (classe 1980) e Agatino Perni (1976). Al primo sono state riconosciute le attenuanti generiche ed ha riportato una condanna ad 8 anni di reclusione, quanti ne avevano chiesto i pm Assunta Musella e Alessandra Tasciotti. Per il secondo, la pena inflitta è di 6 anni e 4 mesi di carcere, oltre ad una multa di 2000 euro (i pm avevano avanzato 12 anni).

Il blitz aveva portato all’arresto anche di altri due biancavillesi, Massimo Merlo e Roberto Alongi, che però seguono il processo con rito ordinario, assieme ad altri tre imputati, tra cui Giuseppe Scarvaglieri, ritenuto dai magistrati l’autorità suprema dell’organizzazione.

Queste le pene inflitte ad ognuno, a vario titolo, dal Gup Sammartino: Nicola Amoroso (16 anni e 8 mesi), Vincenzo Biondi (20 anni), Emanuel Bua (1 anni e 4 mesi, oltre ad una multa di 400 euro, in aggiunta a precedente condanna definitiva), Alfredo Bulla (20 anni), Angelo Bulla (12 anni), Angelo Calamato (8 anni), Pietro Castro (8 anni), Gaetano Di Marco (2 anni e 1000 euro di multa), Massimo Di Maria (10 anni), Salvatore Di Primo (8 anni e 8mila euro di multa), Antonino Furnari (15 anni e 4 mesi), Alfio Lo Curlo (8 anni), Alessio La Manna (12 anni), Agatino Leanza (8 anni e 8 mesi, oltre una multa di 8mila euro), Antonino Leanza (8 anni e 4 mesi), Giuseppe Liotta (ulteriore 1 anno di reclusione rispetto a precedente pena definitiva), Pietro Giuseppe Lucifora (11 anni), Giuseppe Maccarrone (11 anni e 4 mesi), Pietro Maccarrone (ulteriore pena di 8 anni rispetto a precedente condanna definitiva), Alfredo Mannino (20 anni), Biagio Mannino (2 anni e 8 mesi, oltre una multa di 600 euro, in aggiunta a precedente condanna), Giuseppe Mannino (20 anni), Vincenzo Pellegriti (11 anni e 4 mesi), Agatino Perni (6 anni e 4 mesi e 2000 euro di multa), Alfredo Pinzone (6 anni e 2000 euro di multa), Mauro Giuliano Salamone (8 anni), Sebastiano Salicola (12 anni), Nicola Santangelo (8 anni), Carmelo Scafidi (ulteriore pena di 2 anni rispetto a precedente pena definitiva), Salvatore Scafidi (12 anni), Pietro Severino (ulteriore pena di 2 anni rispetto a precedente condanna), Giuseppe Sinatra (10 anni), Vincenzo Valastro (20 anni) e Claudio Zermo (5 anni e 4 mesi). La sentenza ha riconosciuto pure un risarcimento di 5mila euro all’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta” di Catania.

Le indagini tecniche, corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di delineare le dinamiche interne all’associazione mafiosa, diretta da Giuseppe Scarvaglieri (sebbene incarcerato impartiva ordine e veniva riconosciuto come autorità suprema).

Le indagini della Dda hanno consentito di verificare come la “famiglia” sottoponeva sistematicamente ad estorsione la gran parte delle attività commerciali ubicate in territorio adranita, in primo luogo il mercato ortofrutticolo, all’interno del quale, non solo ogni titolare di box era tenuto a pagare una somma mensile, ma doveva versare un dazio per accedere, per scaricare la merce o acquistare all’ingrosso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Sequestrata dai carabinieri un’officina abusiva: denunciato un 59enne

L’uomo dovrà restituire allo Stato anche 21.850 euro di reddito di cittadinanza già percepito

Pubblicato

il

Denunciato in stato di libertà un 59enne biancavillese, con precedenti. Secondo quanto accertato dai carabinieri, deve rispondere di esercizio abusivo della professione, gestione e smaltimento illecito di rifiuti e indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Nello specifico, l’uomo, ufficialmente disoccupato, aveva allestito, senza alcuna autorizzazione, un’officina meccanica all’interno di un garage di proprietà del padre. Un locale situato in periferia. Occupata abusivamente anche parte della strada pubblica, utilizzata per parcheggiare, su carrelli elevatori e cavalletti, le autovetture da riparare.

Lungo la via in questione, i militari hanno quindi trovato diverse automobili, parzialmente smontate e con il cofano motore aperto, nonché un furgone con il cassone alzato, suddiviso in più pezzi.

All’interno del garage sono stati, invece, rinvenuti gli “attrezzi da lavoro” e molti rifiuti speciali, tra cui parti di motori di autovetture, oli e batterie esauste.

L’officina è stata, quindi, posta sotto sequestro e i veicoli in riparazione sono stati riaffidati ai proprietari, ignari che l’attività fosse irregolare.

Lo stesso carrozziere abusivo è stato, infine, deferito anche per aver illegittimamente incassato il sussidio pubblico del reddito di cittadinanza. Al riguardo, i carabinieri hanno proceduto, coordinandosi con l’Inps, all’immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, nonché all’avvio dell’iter di restituzione di quanto indebitamente ricevuto. Il 59enne, pertanto, dovrà riconsegnare alle casse dello Stato ben 21.850,00 € riscossi tra maggio 2019 e aprile 2023.

I cittadini residenti nella zona, che d’ora in poi potranno finalmente godere del decoro urbano ripristinato in quella via, hanno ringraziato i Carabinieri per il loro operato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere

I più letti

Nel rispetto dei lettori e a garanzia della propria indipendenza, questa testata giornalistica non chiede e rifiuta finanziamenti, contributi, sponsorizzazioni, patrocini onerosi da parte del Comune di Biancavilla, di forze politiche e soggetti locali con ruoli di rappresentanza istituzionale o ad essi riconducibili.