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L'Intervista

«Da noi nessun aiutino al Pd»: FdI rovescia accuse a Forza Italia

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Marco Cantarella, capogruppo di Fratelli d’Italia

L’INTERVISTA. Effetti delle Primarie Pd dentro i confini del Centrodestra. È “fuoco amico” tra Fratelli d’Italia e i “cugini” azzurri sui reciproci e presunti coinvolgimenti nella competizione. Marco Cantarella smentisce e rilancia.

 

di Vittorio Fiorenza

«Soltanto illazioni». No, non è una semplice (e scontatissima) smentita del proprio coinvolgimento nelle Primarie del Pd. Fratelli d’Italia esce allo scoperto per difendersi dal “fuoco amico”. Per bocca del capogruppo consiliare Marco Cantarella, in questa intervista a Biancavilla Oggi in replica ad un passaggio del nostro editoriale, FdI non si limita a rigettare le frecciate che dal fronte forzista gli sono state lanciate sul presunto aiutino regalato ai democratici (sottinteso: per fare una cortesia a Glorioso). Così, Cantarella capovolge la visuale e va all’offensiva di coloro che hanno sentenziato su Facebook che i “fratelli” si sono trasformati in “compagni”.

Consigliere Cantarella, andiamo con ordine. Com’è, quindi, questa storia dell’aiutino che voi avreste dato alle Primarie del Pd?
Non c’è nulla di fondato. Solo illazioni. Non c’è stata nessun’azione e nessun accordo da giustificare la tirata in ballo di Fratelli d’Italia in tutta questa vicenda. Uno: abbiamo dimostrato in questi anni di non avere avuto rapporti con il Pd. Due: non ci sarebbe una logica per noi partecipare ad una competizione del Pd.

La logica applicata alla politica? In quella biancavillese è un azzardo.
La logica, nella politica di Fratelli d’Italia, ha un valore e un peso.

Resta il fatto che sia dal fronte del Pd che dal fronte del Centrodestra, in tanti hanno indicato la presenza e l’impegno fattivo di Fratelli d’Italia nelle vicinanze della segreteria del Pd a votazioni in corso. Sono tutti vittime di allucinazioni o tutti complottano contro di voi?
Passeggiare in piazza Roma non significa partecipare alle Primarie. Queste presunzioni (maligne) sono fatte da soggetti che hanno l’intento di spostare l’attenzione dalle loro beghe, mettendo in mezzo Fratelli d’Italia.

È indicativo, tuttavia, che a Primarie in corso siano stati innanzitutto esponenti del Centrodestra a puntare il dito sul vostro partito.
Costoro dovrebbero pensare maggiormente al proprio orticello. L’unica cosa certa è che il capogruppo di Forza Italia, Vincenzo Amato, era presente alla competizione. Io non l’ho fatto. Non ho ricevuto indicazioni o richieste di aiuto da parte del Pd. Anzi, per dirla tutta, c’è stato qualcuno del Pd che era in compagnia di un consigliere di Forza Italia e che mi ha chiesto un supporto (scherzosamente o meno, non so), ma io ho declinato l’invito.

L’ex consigliere Mauro Mursia (Forza Italia) ha detto che a Biancavilla i “fratelli” sono diventati “compagni”.
Mauro Mursia pensi alla condotta di Vincenzo Amato.

Anche Dino Caporlingua e l’ex consigliere Fabrizio Portale hanno stigmatizzato presunti inciuci sul campo delle primarie.
Non so cosa abbiano detto di preciso.

In tutta questa vicenda, un elemento che riemerge (o forse non è stato mai sotterrato) è il contatto tra Glorioso e Mario Cantarella. È in virtù di questo alone persistente che la storia di Fratelli d’Italia coinvolta alle Primarie del Pd trova un terreno fertile di credibilità.
Contesto, da questo punto di vista, l’editoriale di Biancavilla Oggi perché l’ultima persona da coinvolgere nel contesto Primarie era Mario Cantarella. Ho un’opinione diversa sul concetto di “inciucio”. Ai tempi, Mario Cantarella fece una scelta politica. Nel ballottaggio tra Glorioso e Salvuccio Furnari, si scelse di appoggiare la compagine di Glorioso perché la condotta dell’altro candidato rappresentava un tradimento rispetto allo schieramento in cui era stato fino al giorno prima.

Un’alleanza Pd-Pdl: un’anomalia. Nessuna autocritica?
Anomalia, certo. Ma fatta alla luce del Sole in risposta ad un tradimento.

E con le premesse attuali, quali prospettive vede?
Fratelli d’Italia sta pensando al presente ed ha sempre lavorato in opposizione chiara rispetto all’amministrazione Glorioso. Spero che si formi presto un governo cittadino che cambi rotta con la politica avviata da questa sinistra. L’auspicio è avere una rigenerazione e un’alternanza nella guida della città contro un immobilismo che non certo fa bene.

Che eredità lascia Glorioso?
Negativa. Non posso avere un giudizio politico e amministrativo diverso. L’ho sottolineato spesso in occasione di discussioni di interrogazioni e di Bilancio. L’Ente ha ormai un motore spento con il rischio di andare allo sfascio economico. Non vi è stata un’amministrazione che ha puntato ad una corretta riscossione delle tasse. Non è stata incisiva né dura su aspetti fondamentali come la tassazione, l’efficienza dei servizi e il taglio di spese non più sopportabili. E le conseguenze non tarderanno.

LEGGI L’EDITORIALE

Primarie Pd, questa non è politica: sinistra geneticamente modificata

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1 Comment

1 Comment

  1. Alba

    3 Maggio 2017 at 7:15

    Com’è risaputo da tempo il comune è l’amministrazione comunale riversano in stato di apocalisse dove si pensa solo a se stessi e non alla comunità biancavillese infatti le cronache di tutti i giorni ci da conferma …il riscaldamento alle scuole…servizi idrici al collasso…ecc come da conferma a livello nazionale che sinistra – centro – destra sono tutti insieme quando c’è da spartirsi appalti..soldi..ecc. poi alla stampa ci fanno credere tutt’altro….

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Cultura

Carmelo Bonanno: «Biancavilla e quel 2 giugno 1946, il ritorno alla democrazia»

L’autore di Nero su Bianco Edizioni:: «I valori dell’antifascismo e della libertà vanno difesi ogni giorno»

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La caduta del fascismo, la fine della guerra, le macerie materiali e morali. Un paese da ricostruire. Biancavilla vive gli eventi con una partecipazione corale per ricostituire i partiti e svolgere le prime consultazioni elettorali, dopo la dittatura ventennale di Benito Mussolini. Carmelo Bonanno racconta gli eventi dell’immediato dopoguerra nel volume “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia”, pubblicato da Nero su Bianco Edizioni. Una ricerca ricca di testimonianze, che in quel 2 giugno 1946 vede la data cruciale per costruire un futuro carico di speranza, nel segno della libertà e del progresso.

Bonanno, quello è un giorno che ci restituisce la democrazia. Biancavilla come arrivò alle prime elezioni e al referendum del ‘46?

Biancavilla, a differenza dei comuni limitrofi, non conobbe la devastazione del suo territorio perché non subì i pesanti bombardamenti alleati di fine seconda guerra mondiale. Secondo i democristiani dell’epoca il merito fu di padre Antonino Arcidiacono e di altri due suoi amici carissimi che andarono a Piano Rinazze, dove erano stanziati gli Alleati, e mediarono con loro affinché Biancavilla fosse risparmiata. Secondo i comunisti del tempo, invece, furono i tedeschi che, notata la forte opposizione di Biancavilla, preferirono abbandonarla per evitare di rallentare la fuga dalle truppe alleate. Non sappiamo quale delle due versioni corrisponda a verità, magari in entrambe c’è del vero. Resta il fatto che Biancavilla arriva all’appuntamento elettorale in un quadro di maggiore “stabilità”.

Oggi ricorre anche l’anniversario del referendum istituzionale nel quale gli italiani si espressero a favore della Repubblica come forma di governo, anche se a Biancavilla – come in tutto il Mezzogiorno – la maggioranza scelse la Monarchia…

Sì, ma è anche vero che il risultato repubblicano a Biancavilla fu notevole perché la media siciliana di voti per la Repubblica era del 35% mentre a Biancavilla ottenne quasi il 49%.

Alle Amministrative dell’aprile 1946, a Biancavilla, la Democrazia Cristiana dominò conquistando 24 seggi su 30 in Consiglio Comunale ed eleggendo il farmacista Salvatore Uccellatore come sindaco, confermando poi il netto vantaggio sugli altri partiti anche alle elezioni dell’Assemblea Costituente del 2 giugno successivo. Biancavilla era (ed è) democristiana?

Sì, certo, Eccezion fatta per la parentesi comunista di Peppino Pace, la Dc seppe sempre rigenerarsi e governare, di fatto fino alla fine della cosiddetta Prima Repubblica.

Oltre a padre Arcidiacono e a Salvatore Uccellatore quali furono le altre personalità di spicco della Dc locale in quegli anni iniziali dell’Italia repubblicana?

Ebbero un ruolo importante Filippo Leocata, medico, e Alfio Minissale, ingegnere, impegnato nella formazione della classe dirigente giovanile dello Scudocrociato. 

Che ruolo ebbero il clero e la Chiesa nel successo democristiano?

Un ruolo fondamentale. Esercitato anche attraverso la costituzione di iniziative associative quali quelle dell’Azione Cattolica, degli Uomini Cattolici e delle Donne Cattoliche. E di un comitato in cui ebbero un ruolo di prim’ordine padre Giosuè Calaciura e Salvatore Uccellatore, prodigatisi per venire incontro ai bisogni dei biancavillesi.

E le donne, appunto, che per la prima volta ebbero diritto di voto?

Le donne giocarono un ruolo importante già durante il periodo della guerra: diedero sostegno economico e sociale, anche tramite la Chiesa, ai bisognosi e alle vedove di guerra. La loro azione politica fu funzionale alle loro opere di carità e assistenza, poi ricambiate in voti per la Democrazia Cristiana. Fornirono spesso un contributo decisivo, convincendo le donne a votare Dc in contrapposizione al Pci.

La sinistra biancavillese, “minoritaria” ma comunque con un consenso significativo, percorse una strada ben più accidentata. Perché?

Perché, tra le altre cose, ci fu una “scissione” tra la corrente dibenedettiana e il resto del partito. E i comunisti, scomunicati, subirono una notevole pressione “interna” ed “esterna”. Lo stesso Di Benedetto, di professione riparatore e noleggiatore di biciclette e allora segretario della Camera del lavoro locale, fu accusato – secondo le testimonianze dell’epoca – di aver rubato parte degli pneumatici inviati dal sindacato provinciale. Pneumatici all’epoca utilizzati non solo per le bici ma anche e soprattutto per creare le suole delle scarpe. Da lì capì che era stato preso di mira e che fosse un capro espiatorio e si allontanò dal partito, che di fatto si “riunificò”.

La lotta di classe nel nostro territorio portò anche all’occupazione delle terre. Che risultati ottenne?

Contraddittori. Perché, a seguito dell’assegnazione seguita alla riforma agraria, alcuni ricevettero terre proficue e redditizie. Altri, terre aride e cretose.

Una Biancavilla a maggioranza democristiana ma geograficamente divisa tra il centro “biancofiore” e la periferia comunista. Guidata da personalità carismatiche. Persino con un primato: prima città italiana a rivoltarsi contro i fascisti nella sommossa del 23 dicembre 1923. Una memoria sconosciuta ai più, che oggi ignorano le radici storiche della ricostruzione democratica locale. Che lezione dovremmo trarne a quasi un secolo di distanza?

Non dobbiamo dimenticare da dove proveniamo. Dobbiamo conoscere il nostro passato. Siamo figli della nostra storia. E la storia ci insegna che ci sono dei valori condivisi – l’antifascismo, la libertà, la democrazia – che noi oggi diamo per scontati ma che non lo sono affatto. E la storia serve a ricordarci che queste conquiste vanno difese ogni giorno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA  

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