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Zichichi viene a Biancavilla ma Glorioso non se ne accorge

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Da biancavillese sento il dovere di evidenziare –più di quanto già sia stata platealmente notata con notevole imbarazzo– l’assenza del sindaco Glorioso e di tutti gli altri rappresentanti della politica locale nella conferenza tenuta dall’illustre scienziato di fama mondiale, prof. Antonino Zichichi, in chiesa madre. Un affollatissimo incontro su scienza e fede, organizzato dalla nostra basilica “Maria Santissima dell’Elemosina”.

Il primo cittadino, anziché presenziare per ringraziare il nostro illustre scienziato conterraneo, in un evento che costituisce una chiara occasione di ricchezza culturale, inspiegabilmente non si è degnato nemmeno di portare i saluti dell’intera città né di farsi rappresentare dal vicesindaco o da un altro componente della sua giunta. L’invito formale da parte della chiesa madre lo ha ricevuto, non ci possono essere “scuse” da questo punto di vista.

D’altra parte, lo sappiamo e lo abbiamo visto mille volte: la fascia tricolore e la presenza istituzionale sono garantiti spesso in incontri inutili e banali. Quando, come in questo caso, l’occasione è importantissima, i nostri amministratori preferiscono darsi latitanti. È un esempio perfetto di come chi ci amministra non sempre è adeguato o capace di svolgere il compito di rappresentare i cittadini.

È evidente che tutto ciò fa emergere –ancora una volta– un’inadeguatezza di ruolo, protocollo e cerimoniale di chi amministra Biancavilla. Eppure, non ci vuole molto a capire che anche grazie a questi eventi la nostra città potrebbe (anzi, dovrebbe) rilanciare la propria immagine e creare, conseguentemente, occasioni di sviluppo e crescita culturale per l’intero territorio.

L’accoglienza al prof. Zichichi da parte dei biancavillesi è stata esemplare e partecipata: complimenti vivissimi a chi ha organizzato e tenuto i contatti. Di contro, però, l’accoglienza istituzionale mancante resterà un asterisco da appuntare nel diario cittadino, benché siamo certi che Zichichi –consoliamoci– non se ne sia nemmeno accorto né si è posto il problema.

Se è questo ciò che sappiamo riservare ad uno dei figli più illustri di questa terra, che è testimonianza nel mondo –non solo nell’ambito scientifico– di una Sicilia diversa e migliore, non lamentiamoci, allora, se i grandi eventi si svolgano altrove. Non lamentiamoci neppure se i più brillanti figli di Sicilia scelgano, non avendo alternative nella loro terra, di farsi strada altrove, dove la qualità ed il merito sono valori apprezzati e riconosciuti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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9 Commenti

9 Commenti

  1. Dino

    25 Maggio 2016 at 15:21

    Odio il PD ma sto con Glorioso.

  2. Salvatore Stissi

    24 Maggio 2016 at 10:05

    Glorioso fai semplicemente imbarazzare, attendiamo freneticamente la conclusione del tuo mandato. Il prossimo sindaco non potrà fare peggio. Comunque andrà e chiunque esso sarà, certamente sarà migliore. Resta la figuraccia dell’assenza durante la conferenza del prof. Zichichi. Questa assieme a migliaia di tante altre.

  3. Antonio Rapisarda

    23 Maggio 2016 at 11:57

    Biancavilla apprezza e vuole cultura. Erano presenti, oltre a tante persone provenienti dagli altri Paesi della Provincia di Catania solo perchè hanno appreso la notizia dell’evento, le Autorità Militari e Religiose del nostro territorio, tantissimi biancavillesi che sacrificando i loro impegni, con affetto e stima hanno voluto essere massicciamente presenti per l’evento e rendere omaggio all’illustre ospite. Le segnalate assenze Istituzionali devono far riflettere le persone che hanno un ruolo nella nostra Città.

  4. Giuseppe

    22 Maggio 2016 at 16:32

    Scusate ma perché il sindaco dovrebbe andare ad un’iniziativa di tipo scientifico-culturale? Nel seminario non c’era niente di politico

  5. Giuseppe

    22 Maggio 2016 at 16:30

    Scusate ma perché il sindaco dovrebbe andare ad un’iniziativa di tipo scientifico-culturale?

  6. Nicolino

    21 Maggio 2016 at 23:56

    Grazie

  7. Nicolino

    21 Maggio 2016 at 23:38

    Aveva paura forse che avrebbe dovuto parlare in inglese come in un convegno mondiale….a cui non diede i locali…ho bisogno di un autista che mi porti in clinica…ho mal di testa…conoscete qualcuno?

  8. Antonio Fichera

    21 Maggio 2016 at 23:21

    Una situazione altamente imbarazzante. Questi amministratori abbiamo, inutile piangere se nella cabina elettorale anziché fare valere le capacità, teniamo conto di altro…

  9. Giuseppe Cantarella

    21 Maggio 2016 at 13:57

    Glorioso sta iniziando a starmi simpatico.

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Mafia a Biancavilla, quei fallimenti educativi al di là della cronaca

Il processo “Ultimo atto” e gli spunti di riflessione sui “buoni” e i “cattivi” che vivono a fianco

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Una comunità di persone vive anche di queste informazioni, ossia illustrare le attività investigative delle proprie agenzie di controllo. «Blitz “Ultimo atto”, la Procura chiede 125 anni di carcere per 13 imputati», è l’articolo con cui Biancavilla Oggi ci aggiorna sul «rito abbreviato per Pippo Mancari “u pipi” e i suoi picciotti, accusati di mafia, droga ed estorsioni». Normalmente è così: si parla dell’organo che ha indagato, del reato, possibilmente con le ipotesi del guadagno illecito, le attività criminose, i comportamenti, le vittime, spesso senza nome, o soltanto alcune di quelle che in realtà hanno subito. Poi si passa ai criminali, le facce, gli anni di galera previsti, l’attesa del giudizio. Tutto in una sequenza che sembra esaustiva e completa. Poi vedremo le condanne, la sentenza, l’appello, etc.

Questo ci basta? Ci basta questo per sentirci a posto come cittadini? Sembra di assistere ad un canovaccio uguale e distante da noi, anche se stiamo parlando di persone e gente che incontriamo ogni giorno. Mi chiedo: questa operazione di polizia e la sua divulgazione ci bastano per la nostra idea di comunità? Non c’è forse un tratto di vita tra carnefici e vittime che ci potrebbe interessare di più? La frattura al contratto sociale si ricompone da sola? Mi chiedo. Loro sono i cattivi, o quelli che hanno sbagliato – e si vede dalle facce – e noi siamo i buoni? È proprio così?

In realtà nelle strade e nelle piazze siamo lì, insieme, ognuno per la propria vita, ma tutti accanto l’uno all’altro. Questo tipo di notizie, che diventano solo cronaca, non sono fin troppo indifferenti alla vita di chi ha sbagliato e di chi ha subito il torto.

Come possiamo fare per capire ciò che potremmo fare in termini comunitari? Perché si continua a chiedere il pizzo e si continua a spacciare, nonostante le pene previste? Parlo ovviamente in termini generali e non su questo caso specifico.

Io penso che dove si commette un reato di questa portata, qualcosa non ha funzionato anche prima ed anche in tutti noi. In questa comunità di persone c’è stato un fallimento. Reati del genere coinvolgono molte più persone, atteggiamenti, comportamenti, amicizie, conoscenze. Un mare di persone. E molto tempo prima ha lasciato che le cose sfuggissero di mano. Reati del genere parlano di fallimenti educativi in primis, poi di tante altre cose. C’è il momento della condanna, dopo le indagini, ma il momento per comprendere come siamo arrivati, un’altra volta a queste situazioni quando? Quando comprenderemo di quali passaggi è fatto un percorso di comunità in questa direzione?

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