Cronaca
Nuovi “assalti” a Piano Rinazze, è terra di nessuno: Sos ignorati


Una veduta di questi giorni della zona Rinazze con in primo piano alcuni magazzini per la lavorazione delle arance
di Vittorio Fiorenza
Nuovo assalto di ladri nella zona di Piano Rinazze, a sud di Biancavilla. Ladri in azione in un’azienda di lavorazione della pietra lavica e nella cooperativa “San Placido”, che gestisce i pozzi di approvvigionamento idrico per l’irrigazione.
Il danno più grosso è stato subito dall’azienda, nella quale sono stati portati via cavi di rame. All’interno della cooperativa, invece, sono stati rubati materiale e attrezzatura in ferro.
Sono questi soltanto gli ultimi due episodi di una lunghissima seria che fa di questa zona (in cui sono presenti fondi agricoli, imprese e magazzini per la lavorazione di agrumi di proprietà di biancavillesi), tra le più esposte a furti e razzie di ogni tipo. È così da anni, ma nell’ultimo periodo gli episodi sembrano maggiormente intensificati.
Nell’arco di alcuni giorni, lo scorso settembre, nella zona erano stati compiuti tre colpi ai danni non solo di cooperative agricole, ma anche di semplici proprietari di piccoli appezzamenti di terreno. Prima il furto di porte in ferro e attrezzi in alcune case rurali. Poi, si è passati ad un magazzino sulla Strada Provinciale 44, dal quale sono stati rubati tre camion e diversi pezzi tecnici della catena di lavorazione degli agrumi. Infine, la “visita” nell’immobile che ospita la sede del consorzio Euroagrumi e la cooperativa “Portobello”, tra le più importanti in Sicilia, vantando contatti commerciali con l’estero.
Da qui, l’intervento di Salvatore Rapisarda, presidente di Euroagrumi, che aveva lanciato un Sos: «Occorre maggiore vigilanza e iniziative concrete delle forze dell’ordine e anche del Comune, altrimenti le aziende fuggono via e si rischia la desertificazione». Un appello che sembra stato inascoltato.
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Cronaca
Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne
Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.
Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.
Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.
Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.
Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».
La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.
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Giovanni
15 Gennaio 2015 at 4:41
Istituzioni sorde, sindaco svegliati e fai qualcosa per noi poveri agricoltori di questa zona rigogliosa ma lasciata ai razziatori. Grazie “Biancavilla Oggi”, unico giornale che ha dato voce ai problemi di Piano Rinazze.