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Cronaca

Medaglia di bronzo al carabiniere che inseguì la “squadra di fuoco” del clan

Il maresciallo Michele Iorio con la medaglia di bronzo al petto

Onorificenza al maresciallo Michele Iorio, 45 anni, di Caserta. L’episodio, una sparatoria contro tre del clan Toscano Mazzaglia Tomasello, risale a sedici anni fa, quando era in servizio a Biancavilla.

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di Vittorio Fiorenza

Premiato, dopo oltre sedici anni, il carabiniere che fu protagonista di un inseguimento con sparatoria, dopo avere intercettato la “squadra di fuoco” del clan Toscano – Mazzaglia – Tomasello che aveva appena compiuto un’azione intimidatoria nei confronti di un affiliato della stessa cosca, nell’ambito di un regolamento di conti.

Michele Iorio, maresciallo 45enne di Sant’Arpino, in provincia di Caserta, è stato insignito con la Medaglia di bronzo al valore, che gli è stata apposta al petto dal generale di corpo d’armata e comandante interregionale della Ogaden, Franco Mottola.

Il maresciallo Michele Iorio con la medaglia di bronzo al petto

La cerimonia è avvenuta a Napoli nella ricorrenza del bicentenario della fondazione dell’Arma dei carabinieri, cui tra l’altro hanno preso parte il cardinale Crescenzio Sepe, il presidente della giunta regionale Stefano Caldoro e il sindaco Luigi de Magistris.

«Con eccezionale coraggio e ferma determinazione –si legge nella motivazione– non esitava, unitamente ad altro militare, a porsi all’inseguimento di un veicolo con a bordo tre persone che, poco prima, a scopo intimidatorio, avevano esploso con un fucile a canne mozze, alcuni colpi contro l’autovettura di un pregiudicato».

Era il febbraio del 1998. Il clan biancavillese era particolarmente agguerrito e spietato. Il racket delle estorsioni assillava i commercianti, senza tralasciare nessuno, con continui attentati incendiari e minacce. Avviene in quel mese l’uccisione del giovane Carmelo Ventura in una vicenda passionale e di mafia. E’ di quel periodo la svolta sull’omicidio di Antonino Barbera. Qualche mese dopo, la fine della latitanza con l’arresto a Roma del reggente del clan di Biancavilla, Placido Tomasello. Insomma una stagione “caldissima”, quella nella quale si inserisce l’episodio criminale rievocato in questi giorni con l’onorificenza conferita al maresciallo Iorio, che all’epoca prestava servizio nella compagnia di Paternò.

Il gruppo criminale non aveva esitato a sparare ai militari, che avevano sentito i colpi di pistola esplosi dai tre contro la Fiat Uno del loro bersaglio e che si erano messi subito ad inseguirli in un conflitto a fuoco, in una notte da Far West.

«Fatto segno a violenta azione di fuoco –si legge ancora nella motivazione dell’onorificenza– replicava con l’arma in dotazione, attingendo l’auto dei fuggitivi che riuscivano a dileguarsi dopo aver abbandonato il mezzo. Successivamente forniva determinante contributo alle indagini che si concludevano con l’arresto dei malviventi, appartenenti ad organizzazioni di tipo mafioso. Chiaro esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere».

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Cronaca

Sequestrata dai carabinieri un’officina abusiva: denunciato un 59enne

L’uomo dovrà restituire allo Stato anche 21.850 euro di reddito di cittadinanza già percepito

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Denunciato in stato di libertà un 59enne biancavillese, con precedenti. Secondo quanto accertato dai carabinieri, deve rispondere di esercizio abusivo della professione, gestione e smaltimento illecito di rifiuti e indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Nello specifico, l’uomo, ufficialmente disoccupato, aveva allestito, senza alcuna autorizzazione, un’officina meccanica all’interno di un garage di proprietà del padre. Un locale situato in periferia. Occupata abusivamente anche parte della strada pubblica, utilizzata per parcheggiare, su carrelli elevatori e cavalletti, le autovetture da riparare.

Lungo la via in questione, i militari hanno quindi trovato diverse automobili, parzialmente smontate e con il cofano motore aperto, nonché un furgone con il cassone alzato, suddiviso in più pezzi.

All’interno del garage sono stati, invece, rinvenuti gli “attrezzi da lavoro” e molti rifiuti speciali, tra cui parti di motori di autovetture, oli e batterie esauste.

L’officina è stata, quindi, posta sotto sequestro e i veicoli in riparazione sono stati riaffidati ai proprietari, ignari che l’attività fosse irregolare.

Lo stesso carrozziere abusivo è stato, infine, deferito anche per aver illegittimamente incassato il sussidio pubblico del reddito di cittadinanza. Al riguardo, i carabinieri hanno proceduto, coordinandosi con l’Inps, all’immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, nonché all’avvio dell’iter di restituzione di quanto indebitamente ricevuto. Il 59enne, pertanto, dovrà riconsegnare alle casse dello Stato ben 21.850,00 € riscossi tra maggio 2019 e aprile 2023.

I cittadini residenti nella zona, che d’ora in poi potranno finalmente godere del decoro urbano ripristinato in quella via, hanno ringraziato i Carabinieri per il loro operato.

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