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Ore 23, affluenza al 48,37%: votanti in calo ma c’è ancora tempo fino a domani

Sfida tra Antonio Bonanno e Andrea Ingiulla, in 144 corrono per un posto in Consiglio Comunale

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© Foto Biancavilla Oggi

La prima giornata di voto per le Amministrative 2023 si chiude a Biancavilla con un’affluenza pari al 48,37%. A recarsi ai seggi sono stati 10.466 biancavillesi (5363 maschi e 5103 femmine), rispetto ai 18.368 aventi diritto, cui aggiungere anche 3270 residenti all’estero. Alle elezioni di cinque anni fa, alla stessa ora, avevano votato in 13.773, cioè il 63,46% dell’elettorato.

Si registra un calo, dunque, del 15,09% ma va specificato che nel 2018 la consultazione si è concentrata nella sola giornata di domenica. Questa volta, invece, i seggi rimarranno ancora aperti nella giornata di lunedì, dalle ore 7 fino alle 15, quando comincerà lo spoglio delle schede e il conteggio dei voti. C’è tempo, quindi, perché l’affluenza lieviti nelle ulteriori 8 ore in cui si potrà esprimere la propria preferenza.

La maggiore affluenza si è registrata nella sezione n. 5, dove si è sfiorato il 60%. Quelle con il minore numero di votanti, invece, sono la n. 1 e la 4 con il 45% degli aventi diritto.

La sfida a due per la poltrona di primo cittadino è tra l’uscente Antonio Bonanno e Andrea Ingiulla. Il primo è sostenuto da otto liste: Fratelli d’Italia, Biancavilla che lavora, Biancavilla in azione, Biancavilla mi piace, Energie per Biancavilla, Movimento per l’Autonomia, Noi per Biancavilla, Prima l’Italia. All’altro è collegata una sola lista: Partito Democratico – Biancavilla che vogliamo. Il voto dovrà scegliere anche i 16 consiglieri comunali, tra 144 candidati, distribuiti tra le nove liste.

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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