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Strisce blu, gli ex addetti a Glorioso: «Siete ciechi e sordi senza coscienza»

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© Foto Biancavilla Oggi

di VITTORIO FIORENZA

Una lettera aperta, un volantinaggio e un atto d’accusa rivolto ad amministratori e politici locali da parte degli ex ausiliari del traffico della cooperativa sociale “L’Airone”, che per conto del Comune di Biancavilla fino ad alcuni mesi fa svolgeva il servizio delle strisce blu. Ora, però, dopo che la ditta ha rinunciato all’attività perché ritenuta antieconomica, il servizio viene svolto da dipendenti comunali e i 10 ex operatori si ritrovano a spasso.

Affiancati da Carmelo Catalano della Ugl Terziario, gli ex ausiliari ricordano gli innumerevoli e vani incontri con gli amministratori per la salvaguardia dei livelli occupazionali e scrivono: «Molti di questi autorevoli personaggi della politica di Biancavilla si sono mostrati ciechi e sordi, ma non sembravano né ciechi né sordi durante il periodo elettorale. Tutto ciò fa capire quanto opportunista ed insensibile sia la politica». Da qui, la richiesta di affrontare la vicenda «per capire se la cecità è un virus che compare e scompare ad ogni tornata elettorale e se la politica ha una coscienza».

Pronta la replica dell’assessore Giuseppe Furnari: «Un atto scorretto, un colpo basso, visto che martedì è fissato un incontro proprio per discutere possibili soluzioni per valorizzare questo personale che noi abbiamo formato. Se il servizio dovessimo nuovamente esternalizzarlo, questi lavoratori saranno riassorbiti. Certo è che nessuno mai ha fatto promesse elettorali».

Sulla vicenda c’è anche una nota di solidarietà del Movimento Cinque Stelle: «Una vicenda scandalosa con molti punti oscuri. È l’esempio di come la politica entri nella vita e nei destini delle persone per appropriarsene e bruciarli, soffocando ogni speranza di riscatto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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