Connettiti con

Politica

Il salto in lungo di mister Mignemi: da oppositore a nuovo assessore

Pubblicato

il

Vincenzo Mignemi l’ha spuntata: è lui il nuovo assessore della giunta Glorioso. Mesi e mesi di indiscrezioni, adesso l’ufficializzazione. Il primo cittadino lo ha nominato in giunta e contestualmente si è proceduto al giuramento. A fargli posto è stata Grazia Ventura. A giorni, gli saranno conferite le deleghe: il suo ambito dovrebbe essere quello dello sport, essendo stato allenatore dell’Atletico Biancavilla.

Appena qualche giorno fa, Mignemi si era staccato dal gruppo “CittAttiva” per formare un nuovo gruppo, “Democratici per Biancavilla”, al quale ha anche aderito Veronica Rapisarda, che formalmente restava un componente dell’opposizione ed ora ha invece messo alla luce del sole il suo passaggio alla coalizione di governo.

Manovre e piroette tipiche del teatrino politico biancavillese, che si aggiungono a quel viavai di assessori e consiglieri che le scene del Palazzo hanno offerto negli ultimi mesi.

Il percorso di Mignemi non è affatto un rettilineo. In quasi tre anni è passato dalla lista “Civica della libertà” (chiara evocazione del credo berlusconiano) al gruppo “Democratici per Biancavilla” (declinazione aggiornata dell’era renziana). Eletto tra le fila del Centrodestra, tra i più attivi sostenitori del candidato sindaco Antonio Bonanno, Mignemi è stato il consigliere più votato con 653 preferenze. Poi il passaggio ad Articolo 4 e l’avvicinamento allo schieramento opposto. Nell’aprile 2014, l’abbandono della minoranza e l’ufficiale adesione alla coalizione di Glorioso nel gruppo misto “CittAttiva”. Gruppo consiliare dal quale è uscito nei giorni scorsi per farne uno nuovo e portandosi dentro Veronica Rapisarda. Passaggio che probabilmente ha fatto la differenza, fino all’ingresso in giunta, pur mantenendo la carica di consigliere comunale, come ormai da prassi della politica biancavillese.

«Non ho poltrone da dare a persone che in campagna elettorale non hanno sostenuto il mio schieramento», aveva detto Glorioso qualche anno fa. Le sue dichiarazioni odierne, per motivare la nomina di Mignemi, hanno avuto un altro suono: «È un premio alla sua fedeltà dimostrata per il progetto politico». Google Translate potrebbe essere d’aiuto. Ma non del tutto risolutivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

Pubblicato

il

Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti