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Associazionismo

L’Avis di Biancavilla è senza una sede, il Comune offre i locali dell’ex macello

Il sindaco Antonio Bonanno: «Abbiamo sempre supportato l’associazione e continueremo a farlo»

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I locali dell’ex macello di via Taranto, a Biancavilla, sono a piano terra e si prestano alle esigenze del volontariato, anche perché per anni utilizzati da associazioni locali. Per queste ragioni, il Comune di Biancavilla mette a disposizione dell’Avis alcune stanze.

È questa la soluzione del sindaco Antonio Bonanno per andare incontro alla sezione “Nino Tropea”, costretta a lasciare i locali del vecchio plesso ospedaliero di via Guglielmo Marconi (dove era ospitata dal 2018), in quanto l’Asp deve avviare i lavori per realizzare la “Casa di comunità”.

L’Avis di Biancavilla si ritrova al momento senza una sede, come spesso è successo nei 38 anni della sua storia. Circostanza che pregiudica lo svolgimento della sua attività, che è stata sempre in crescita, al punto che nel 2024 ha raggiunto il record delle 560 sacche di sangue raccolte. Da qui, l’appello lanciato, anche attraverso il nostro giornale, affinché si possa trovare un immobile idoneo.

Il sindaco Bonanno aveva già incontrato i vertici dell’associazione, prospettando l’offerta di un paio di stanze dell’ex macello comunale. Allo stato attuale ci sono dei lavori di riqualificazione dell’edificio: quelli interni sono ultimati, mancano da completare gli spazi esterni. Bisognerà attendere.

«Ho detto loro che alcune stanze dell’ex macello le mettiamo a disposizione, una volta finite le opere in corso. Nel frattempo, inoltre, abbiamo dato disponibilità – dice il primo cittadino – dei locali comunali di via Chieti per consentire il deposito degli arredi. Abbiamo sempre supportato l’Avis in quanto associazione meritevole del nostro territorio. C’era stata la nostra intercessione con l’Asp anche nel 2018, quando l’associazione trovò collocazione nei locali del vecchio plesso ospedaliero. Continueremo ad essere a fianco dell’Avis».

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L’Avis di Biancavilla resta senza sede: «Dopo 38 anni, rischiamo di chiudere»

Via ai lavori per la “casa di comunità”, i volontari costretti a lasciare i locali del vecchio ospedale

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L’Avis di Biancavilla si ritrova senza una sede. Dal 2018, l’associazione è stata ospitata dall’Asp in locali dell’ospedale (prima nel blocco di viale Cristoforo Colombo, poi nel plesso di via Guglielmo Marconi). Una collocazione che ha consentito ai volontari di operare adeguatamente, al punto che nel 2024 è stato raggiunto il record delle 560 sacche di sangue raccolte.

Adesso, però, l’azienda sanitaria deve eseguire i lavori per realizzare la cosiddetta “Casa di comunità”, destinata all’assistenza sanitaria di prossimità. I volontari della sezione Avis “Nino Tropea” devono sloggiare immediatamente. E si ritrovano, come accaduto spesso nel corso della loro storia, a cercare una nuova sede. Hanno bussato alle porte del Comune, ma non sembrano esserci soluzioni possibili, anche perché nei locali comunali di via Fratelli Cervi, di Villa delle Favare e dell’ex Ufficio di collocamento è in corso una riorganizzazione degli spazi per nuove e svariate esigenze.

Da qui, dunque, l’accorato appello dell’Avis affinché qualcuno possa offrire, anche in maniera temporanea, dei locali adeguati: l’importante è che l’immobile sia a piano terra con alcune stanze.

In questa situazione, c’è il rischio che le programmate raccolte di sangue possano non essere effettuate. In assenza di una soluzione stabile, poi, la mancanza di una sede idonea potrebbe pregiudicare del tutto ogni attività. Il rischio è che l’Avis di Biancavilla, dopo 38 anni di silenzioso e prezioso impegno, possa mettere fine alla propria storia. È dal 1987 che l’associazione opera a Biancavilla. Un lungo lasso di tempo in cui si è registrata una crescita dei soci, oltre ad iniziative di sensibilizzazione che hanno coinvolto le scuole, i giovani e l’intera comunità nella diffusione della cultura della donazione.

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Federcaccia contro il Comune di Biancavilla: «Chiediamo i rimborsi»

Contestate le “spese di istruttoria” (ritenute illegittime) per il rilascio del tesserino venatorio

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«Il Comune di Biancavilla rimborsi ai Cacciatori, quanto prima, le somme indebitamente percepite». È quanto chiede Ferdercaccia in riferimento alle “spese di istruttoria” che l’ente comunale avrebbe chiesto ai cacciatori biancavillesi al fine del rilascio del tesserino venatorio regionale. Spese che la federazione ha ritenuto illegittima e contestato già a settembre 2024.

Federcaccia, infatti, con formale atto degli avv. Accursio Gagliano ed Accursio Augello, su mandato del proprio Consiglio Regionale, aveva diffidato il Comune di Biancavilla a revocare in autotutela una Delibera di Giunta che prevedeva il pagamento di quelle spese di istruttoria.

Sulla questione si era già adoperato il presidente della sezione comunale di Biancavilla, Giuseppe Scandurra, mediante l’invio di una missiva all’Assessorato Regionale all’Agricoltura ed alla Ripartizione faunistico venatoria di Catania.

Il Consiglio Regionale di Federcaccia Sicilia, con a capo il presidente Giuseppe La Russa, aveva poi intrapreso un’azione legale in difesa dei cacciatori residenti a Biancavilla.

«Oggi, a distanza di tempo apprendiamo che il Comune di Biancavilla con Delibera di Giunta n. 32 del 19.03.2025 ha di fatto modificato l’allegato A, eliminando la voce “rilascio tesserini caccia”. Auspichiamo – si legge in una nota – che in attuazione a quanto deliberato, il Comune rimborsi ai cacciatori, quanto prima, le somme indebitamente percepite. Come sempre Federcaccia è attenta alla tutela dei diritti di ogni singolo cacciatore, assistendolo sotto ogni aspetto».

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