Cronaca
Aggressione in ospedale, il primario Dino Pennisi: «Chiediamo più tutele»
Dopo l’arresto di una donna, interviene il direttore della “Pediatria”: «Sono basito e dispiaciuto»

«La cronaca ci dice che i camici bianchi da eroi sono diventati bersaglio prediletto per chi ha aggressività da esternare o rancori. Ma nonostante questo noi continuiamo ad essere fedeli al giuramento di Ippocrate e professiamo impavidi la nostra missione. Chiediamo a chi ha responsabilità, una maggior tutela e una migliore organizzazione dei servizi sanitari offerti a tutta la popolazione».
A parlare a Biancavilla Oggi è il dr. Dino Pennisi, direttore dell’Unità Operativa di “Pediatria” all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Lo fa a commento dell’aggressione subita da una collega del suo reparto. Aggressione per la quale i carabinieri della locale stazione hanno arrestato una donna di Adrano.
Dietro all’azione di violenza, avvenuta in due fasi – prima nel reparto al quinto piano e l’altra nei locali del pronto soccorso, dove la pediatra si trovava per esigenze di servizio – ci sono fatti su cui i militari mantengono il riserbo.
Anche un infermiere e una guardia giurata hanno subito ferite per essere intervenuti a difesa del medico. «Sono basito e dispiaciuto per quanto è accaduto», dice il dr. Pennisi. Accaduto che ha sollevato reazioni indignate per l’aggressione e di solidarietà per le vittime (dai vertici dell’Asp di Catania e del sindaco Antonio Bonanno), riproponendo allo stesso tempo il tema dei rischi a cui sono esposti i camici bianchi.
L’arresto della donna è stato possibile per effetto del decreto varato a settembre dal Consiglio dei ministri che inasprisce le misure per chi danneggia strutture sanitarie e chi usa violenza contro gli operatori sanitari. Ma sarebbero necessarie azioni ulteriori a loro tutela.
«Noi – sottolinea il dr. Pennisi – lavoriamo con impegno e “umanità”, nel senso che accogliamo tutti in modo amicale, cordiale, con una grande empatia. Ci teniamo sempre a garantire il benessere psico-fisico dei bambini che ci vengono affidati in cura. Così è stato, alcuni mesi addietro, anche con i bimbi della signora che ha aggredito il mio personale, senza dimenticare che il medico è incaricato di un pubblico servizio e nel supremo interesse del minore affidato deve intervenire».
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Cronaca
Attenzione ai finti carabinieri: tentativi di truffa ad anziani di Biancavilla
Solito metodo: una telefonata con la richiesta di soldi, in caso di dubbi chiamare il 112 o in caserma

Diverse segnalazioni di possibili truffe ai danni degli anziani. A Biancavilla, serie di telefonate ad ignari cittadini di una certa età che, fortunatamente, non hanno “abboccato” ai tranelli di alcuni truffatori, alcuni dei quali si sono spacciati carabinieri.
I metodi sono sempre gli stessi: si contatta la vittima e ci si presenta come maresciallo dei carabinieri per poi richiedere soldi quale risarcimento di un sinistro stradale causato da un figlio o parente.
I carabinieri di Biancavilla confermano le segnalazioni. I militari ribadiscono di prestare attenzione a queste chiamate, che nella maggior parte dei casi giungono sul numero telefonico fisso delle abitazioni in cui sono residenti anziani.
Nel corso dell’ultimo periodo, diversi sono stati gli incontri tenuti dal comandante della locale stazione dei carabinieri, mar. Francesco De Giovanni, a favore della cittadinanza di Biancavilla nel tentativo di prevenire le truffe ai danni delle fasce deboli. Per quanto superfluo specificarlo, i carabinieri non chiedono soldi per il loro operato. Bisogna diffidare sempre dalle apparenze, non aprire agli sconosciuti e chiamare subito il 112 o il numero della caserma per ogni dubbio.

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