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Cronaca

L’agguato e gli spari in zona “Scirfi”: pena ad 8 anni per tentato omicidio

Condannato un 70enne: ha agito per l’astio e i cattivi rapporti con il confinante del fondo agricolo

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Aveva chiuso il cancello del terreno agricolo, sbarrando la strada alla vittima. E quando questa si è fermata con il furgone, lui è sbucato da dietro una pianta di ficondindia, cominciando a sparare con la pistola. Uno, due, forse tre colpi indirizzati in parti vitali. Pura casualità se l’agguato non si sia trasformato in tragedia, lasciando la vittima soltanto ferita ad una mano.

L’episodio è avvenuto in contrada Scirfi, a Biancavilla, nell’aprile del 2022. Non c’entra la criminalità, ma i cattivi rapporti tra confinanti di fondi agricoli. Adesso è arrivata la sentenza, con rito abbreviato, a firma del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Catania, Simona Ragazzi.

Il verdetto condanna ad una pena di 8 anni di reclusione il 70enne biancavillese Vincenzo Alecci, accusato di tentato omicidio, con l’aggravante della premeditazione. L’imputato – difeso dall’avv. Enrico Platania – sarà sottoposto, scontata la pena detentiva, a 2 anni di libertà vigilata e dovrà anche risarcire i danni patiti dalla vittima, Salvatore Bonanno, costituitosi parte civile, assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo. Risarcimento da definire in sede civile, ma con una provvisionale quantificata in 8mila euro.

Una striscia di terreno con alcuni alberi di ulivo contesi e i pessimi rapporti di vicinato fanno da scenario a questa storia. Una denuncia per minacce e danneggiamento era stata presentata da Bonanno nei confronti del 70enne. Ultima miccia di tante che avevano acceso l’astio tra i due. Fino a quel giorno in cui si è passati ad impugnare un’arma (una pistola semiautomatica di fabbricazione cecoslovacca, che l’uomo ha detto di avere acquistato 40 anni fa in Germania, dunque non recensita nella banca dati).

«Mi sento disperato per il gesto di follia»

Appena dopo avere esploso i colpi, Alecci si era presentato nella stazione dei carabinieri, confessando l’accaduto e consegnando l’arma: «Mi sento disperato per il gesto di follia che ho fatto, ma al contempo mi sento esasperato per la denuncia nei miei cofronti». Da qui, l’immediato arresto e l’avvio delle indagini, mentre l’uomo ferito veniva ricoverato al “Cannizzaro”.

In sede di udienza davanti al Gip, il 70enne – una persona senza precedenti penali, ora ai domiciliari, dopo un periodo rinchiusa nel carcere di Ragusa – ha voluto rendere ulteriori dichiarazioni spontanee: «Sono molto dispiaciuto per quello che è successo, nella mia vita non ho mai fatto niente di male. In 40 anni, mai una multa. Mi sono sentito in pericolo e ho sbagliato, mi sento di avere sbagliato».

Un atteggiamento che, unito all’immediata confessione, gli ha consentito il riconoscimento delle attenuanti generiche, ma senza escludere gli elementi della premeditazione e della volontà ad uccidere.

«Vivo solo perché baciato dal destino»

«Gli screzi di vicinato di questa vicenda – commenta a Biancavilla Oggi il legale di parte civile, l’avv. Giuseppe Milazzo – sono di banale entità, eppure inspiegabilmente sono sfociati in un gravissimo fatto di sangue. Un fatto che avrebbe avuto ben altre conseguenze, se il mio assistito non fosse stato baciato dal destino e non fosse stato pronto e reattivo. Una prontezza che gli ha fatto schivare i colpi, riuscendo a ripararsi».

«La sentenza – sottolinea ancora l’avv. Milazzo – riconosce, infatti, l’aggravante della premeditazione e la volontà di uccidere in capo all’attentatore. Intento, lo ribadisco, che solo per fortuna non si è tramutato in realtà».

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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