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Il prete con la forza della mitezza: vent’anni dalla morte di padre Maglia

Il suo impegno legato alla storia del Piccolo Seminario, fu prevosto e parroco della Chiesa Madre

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Il 22 novembre di venti anni fa moriva padre Carmelo Maglia, prevosto della Chiesa Madre e rettore del Piccolo Seminario di Biancavilla. Riuscire ad inquadrare in poche righe la personalità e il carisma di questo sacerdote, protagonista della vita religiosa e sociale cittadina, risulta abbastanza difficile.

Nato l’11 giugno del 1925, venne rivelato agli atti l’8 agosto. La madre morì poco dopo averlo dato alla luce. In quegli anni, Biancavilla tentava di rimettersi in piedi, come il resto del mondo, dal dramma profondo della Grande Guerra. Il periodo non era dei migliori, tuttavia una grande voglia di ripresa suscitava un certo ottimismo. Il papà decise dopo poco di risposarsi e Carmelo chiamò per tutta la vita “mamma” quella donna che lo amò sempre come un figlio.

Il reverendo Placido Caselli (fondatore del Piccolo Seminario), vedendolo al lavoro nei boschi assieme al padre, gli disse: «Vuoi venire alla scuola del Signore?». Nella mente del piccolo, quella proposta suscitò turbamento e fascino. Così, terminate le scuole elementari, a 10 anni, Carmelo decise di entrare al Piccolo Seminario, dove compì gli studi fino a quando, poco più grande, passò al Seminario Maggiore di Catania.

Da lì a poco l’Italia entrò nuovamente in guerra. I Chierici si trasferirono a San Giovanni La Punta, in un edificio ritenuto più al sicuro rispetto alla città.

Primo impegno nella parrocchia “Cristo Re”

Passata la guerra, Carmelo Maglia fu ordinato sacerdote il 24 ottobre 1948, nella chiesa madre di San Giovanni La Punta, da mons. Carmelo Patanè. Nel 1952 la nomina a primo parroco nella nuova chiesa di Cristo Re, nel quartiere Casina, che accoglieva prevalentemente giovani famiglie.

Sono anni di profondi cambiamenti e ribaltamenti di valori e opinioni. In questo periodo e per tutto il decennio successivo, una drastica diminuzione della popolazione (soprattutto giovanile) è dovuta al secondo grande flusso di emigrazione verso i paesi dell’Europa centrale, ma anche verso altri continenti (America e Australia). A Biancavilla, nascono nuovi quartieri proprio grazie alle rimesse in denaro degli emigrati.

Le azioni e le richieste di quegli anni portarono ad aumenti salariali e a nuove e più concrete garanzie per tutte le fasce di lavoratori. Nelle nostre campagne però continuava una plurisecolare arretratezza che stentava ad essere debellata.

Il clero ricopriva un ruolo di fondamentale importanza, nel consigliare ed orientare i fedeli. Gli anni ’60 portarono anche ai piedi dell’Etna una ventata “rivoluzionaria” e se ne conobbero gli effetti negli anni successivi. La Chiesa viveva la stagione del Concilio che, prestando attenzione alle nuove problematiche del mondo moderno e superando fratture e distinzioni, si rivolgeva all’intera “famiglia umana”, cercando e trovando risposte alle richieste di nuova evangelizzazione.

Sempre a contatto con i giovani

La Pacem in terris di Giovanni XXIII ribadiva il concetto di distinguere in ambito morale l’errore dall’errante. Lo sapeva benissimo padre Maglia che al confessionale passava diverse ore ogni giorno. Don Carmelo, oltre ad essere un confessore dalle eccellenti doti spirituali, si rivelò un ottimo direttore spirituale dei giovani biancavillesi. Al Piccolo Seminario, dove passarono diverse generazioni, fu un modello di vita, un eccellente e concreto direttore di anime che sapeva spronare, incentivare, consolare, facendo uso, nei suoi metodi, di una pedagogia che era frutto di una grande esperienza maturata tra i ragazzi e per i ragazzi.

Alternava spesso i momenti austeri dedicati alla spiritualità e allo studio a quelli più giocosi e ilari dove lui stesso si prestava a scherzi e giochi che molti ricordano ancora oggi. Fu per 42 lunghi anni (dal 1954 al 1996) l’infaticabile rettore di quella istituzione che faceva passare tra gli adolescenti la “scuola di Gesù” che anni prima aveva conquistato pure lui.

Diverse volte nominato Vicario foraneo, teneva molto all’unità del clero, curando i buoni rapporti con tutti i confratelli. Tutti i sacerdoti del presbiterio diocesano per lui avevano profonda stima e rispetto.

La profonda amicizia con mons. Giosuè Calaciura

Per 22 anni fu docente di religione presso le scuole medie di Biancavilla, vicario curato per diversi anni a Santa Maria di Licodia e dal 1983 vicario del prevosto Calaciura in Chiesa Madre. Lo stesso don Giosuè Calaciura ne elogiava spesso le doti di consigliere intelligente, cauto e lungimirante.

Il 4 novembre del 1989 la nomina a Parroco e Prevosto della Collegiata di Biancavilla, incarico che svolse, riservando molta cura alle attività che portavano la Chiesa tra i quartieri, nelle case, nelle famiglie. «La formazione – diceva – se non passa dalle famiglie è inutile, troverebbe soltanto un terreno sterile».

Il 31 maggio del 2000 si dimette per raggiunti limiti di età e, consegnando con molta gioia il foglio delle sue dimissioni, a mons. Mauro Licciardello confidò: «È bene cedere il passo a chi è più giovane, per portare nuove forze e nuove idee… Io darò una mano al Piccolo Seminario e dove vorrà il Signore… Tornerò anche a fare le lunghe passeggiate in montagna che tanto mi sono mancate in questi anni».

A novembre dello stesso anno venne nominato Prelato di Sua Santità, ma non volle mai utilizzare il titolo di monsignore e tantomeno la talare con fascia di color paonazzo che indossò purtroppo solo quando, appena un anno dopo, chiudeva i suoi occhi per sempre.

L’inchiostro nell’acqua benedetta

Tra le tante storielle che raccontava, per intrattenere i suoi ragazzi, ma che affascinavano molto anche gli adulti, ne ricordiamo una che torna in mente tutti gli anni poco prima del Natale.

«Ci si recava alla messa che ancora era notte (durante la Novena). Ancora assonnati entravamo in chiesa Madre e ci segnavamo con l’acqua lustrale… Ma una mattina, qualcuno (ragazzacci o qualche adulto burlone) nell’acqua benedetta versò dell’inchiostro… All’uscita, quando le prime luci del giorno facevano intravedere meglio, cominciammo a notare sulla fronte di chi ci stava davanti una strana macchia scura che, prestando maggiore attenzione, si ripeteva anche all’altezza delle scapole e del torace. In pochi minuti, davanti l’atrio della Chiesa Madre fu un beffeggiarsi a vicenda poiché tutti, compreso il parroco, ci presentavamo tinti in viso e negli abiti. Durante la giornata, la notizia corse di bocca in bocca. Fino al pomeriggio ancora qualcuno esclamava a un altro “Oggi fusti a missa!”, alludendo alle tracce d’inchiostro sul viso. Non si seppe mai chi avesse portato a termine la burla. Qualcuno arrivò a dire che il colpevole era lo stesso parroco desideroso di sapere quanti andassero a messa. Ma dal giorno dopo, accanto alle acquasantiere furono poste delle candele accese».

Tutte le volte che padre Maglia raccontava questo aneddoto, risalente a tanti anni addietro, chi ascoltava non poteva trattenere la risata e il buonumore prendeva gli animi. Lo ricordiamo così, padre Maglia, come il sacerdote mite, felice, che non giudica ma guida, consiglia, offre un esempio al posto di tante parole e che, in un momento triste riesce a regalarci un po’ di allegria.

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Chiesa

Nuovi ingressi nella Confraternita della parrocchia dell’Idria di Biancavilla

Il governatore Giovanni D’Agati: «I piccoli confrati ci permettono di guardare avanti con fiducia»

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Nei giorni precedenti la Settimana Santa, come ogni anno, la confraternita “Santa Maria dell’Idria” di Biancavilla festeggia la sua fondazione con una messa nella quale si tiene il rito della vestizione dei nuovi confrati.

Agata Tomarchio, catechista nell’omonima parrocchia, e Fabio Mazzaglia, simpatizzante da circa dieci anni, hanno iniziato ufficialmente il loro percorso di noviziato all’interno della confraternita, sotto la direzione spirituale dell’assistente ecclesiastico e parroco dell’Idria Giovambattista Zappalà.

A fare il loro ingresso ufficiale nella confraternita anche 8 giovanissimi: Sofia e Giuseppe D’Agati, Vittoria Palermo, Vito Leonardi, Bruna Aricò, Alessia e Serena Ventura e Giulia Lentini, che hanno iniziato il loro percorso 3 anni fa.

«La gioia di vedere piccoli confrati nella nostra realtà – dichiara a Biancavilla Oggi il governatore della Confraternita, Giovanni D’Agati – ci permette di guardare avanti con fiducia. I ragazzi, oltre ad essere figli di genitori confrati, sono attivamente impegnati nel catechismo, nel coro parrocchiale e come ministranti».

Costituita il 22 gennaio 2010 con il supporto dell’allora parroco Salvatore Nicoletti e su iniziativa dei coniugi Giovanni D’Agati e Valeria Bivona, la congregazione conta attualmente 54 confrati. 

Dal Venerdì Santo dello stesso anno la confraternita è parte attiva della processione dei “Tri Misteri” a Biancavilla e porta in processione il simulacro del Cristo crocifisso, restaurato nel 2022 dopo essere stato danneggiato dal terremoto del 2018.

Diverse sono le iniziative della confraternita in cantiere per questo anno pastorale. Tra queste, la Via Crucis per le vie della parrocchia in collaborazione con altri gruppi parrocchiali e una giornata di servizio di volontariato presso la mensa della Caritas di Catania a supporto del team del vice presidente diocesano Salvo Pappalardo.

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