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Svanisce una storia lunga settant’anni: chiude a Biancavilla il Circolo Diana

Fondato nel 1951, il sodalizio di piazza Roma costretto allo scioglimento per assenza di nuovi iscritti

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Uno dei luoghi ricreativi di Biancavilla mette la parola “fine” nella propria storia, cominciata nel Dopoguerra. A settant’anni dalla sua fondazione, chiude il Circolo Diana. La mancanza di nuovi iscritti e i costi di gestione non più sostenibili, in primis il canone d’affitto della sede nella centralissima piazza Roma. Elementi che destavano preoccupazione già da anni, almeno un decennio. I piani di risparmio hanno solo rinviato il momento da tanti temuto e prospettato.

Adesso la decisione è definitiva: il circolo ricreativo ha chiuso e le chiavi dei locali sono state già consegnate alla proprietà. Un tassello di storia cittadina va in archivio. Un peccato, soprattutto se si considera quanto importanti – per le occasioni di aggregazione sociale – siano stati i sodalizi a Biancavilla.

Fondato nel 1951, il circolo ebbe come primo presidente Alfio Verzì e, nella fase iniziale, al suo interno confluirono i combattenti e reduci di guerra. Negli anni, tuttavia, ha ospitato persone appartenenti a categorie lavorative differenti e, di fatto, era un ritrovo di anziani.

L’ultima occasione di orgoglio, per il Circolo Diana, si era avuta nel dicembre del 2011 per i sessant’anni della sua fondazione, quando i registri contavano ancora 200 iscritti (comunque pochi rispetto agli anni in cui l’elenco era il doppio). Una serata organizzata allora all’insegna dei ricordi con consegne di targhe commemorative, animazione di musica e costumi tipici siciliani.

Collocato in un punto privilegiato, dal marciapiedi all’angolo tra via Vittorio Emanuele e via Giuseppe Mazzini, i soci del Circolo Diana sono stati testimoni di tutti gli eventi che la piazza ha offerto: dai comizi politici alle manifestazioni sindacali, dalle competizioni sportive ai concerti, dalle processioni religiose alle sfilate di carnevale, fino ai cortei funebri.

Le porte della sede, sovrastate dalla storica insegna, non riapriranno più. Resterà –nei ricordi– l’eco del vociare di diverse generazioni di soci che, attorno ad un tavolo, si contendevano una partita a briscola con a fianco una gazzosa o un chinotto.

Nella speranza che lo stesso destino non sia già scritto e solo rinviato per altri storici sodalizi (Circolo Castriota, Circolo Agrario, Unione Operai e altri due di cacciatori) che si affacciano su piazza Roma o su vicini tratti di marciapiede di via Vittorio Emanuele.  

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Maurizio Costanzo e il suo “sosia” Giuseppe Petralia di Biancavilla

Il ricordo di un incontro al Parioli: «Mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita»

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Giuseppe Petralia è un giornalista di Biancavilla. La sua somiglianza con Maurizio Costanzo incuriosì lo stesso conduttore televisivo, al punto da volere salutare il collega dal palco del Parioli.

A ricordare quell’episodio è ora Petralia, da decenni collaboratore del quotidiano “La Sicilia” e corrispondente da Biancavilla negli anni ’70 e ‘80.

«La notizia della morte di Maurizio Costanzo – dice Petralia – mi è tanto dispiaciuta e reso triste. Ho avuto l’onore di conoscerlo personalmente come invitato alla trasmissione “Maurizio Costanzo Show” perché ero stato segnalato come suo sosia».

«Lei è il mio sosia, mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita», disse Costanzo a Petralia ad inizio di una puntata del suo programma su Canale 5.

«Dopo la trasmissione –ricorda ancora il giornalista biancavillese – ci siamo incontrati dietro al palco, dove Maurizio è stato nei miei confronti molto affabile e gentile. Quando mi ha salutato, mi ha detto “Se vieni a Roma, vienimi a trovare”. Purtroppo non ho potuto avere questa opportunità. Grazie amico e giornalista, riposa in pace».

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