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A caccia del virus: 1766 test in due giorni, scoperti a Biancavilla 25 contagiati
Tamponi alla popolazione scolastica e agli ospiti del “Cenacolo”, l’incidenza dell’infezione è risultata dell’1,4%
di VITTORIO FIORENZA
È stata una vera e propria “caccia” al virus. Due giorni intensi che a Biancavilla hanno permesso di effettuare test anti-Covid nei locali esterni del Centro Operativo Misto. Il metodo scelto è stato quello del “drive-in”: persone in fila e prelievi alle narici senza scendere dalle proprie auto.
Le squadre dell’Usca (Unita Speciali di Continuità Assistenziali), in maniera del tutto gratuita, hanno sottoposto a tamponi “rapidi” 1766 persone. Un campione considerevole che ha fatto emergere la positività al virus in 21 casi: 18 adulti e 3 bambini. A questi se ne sono aggiunti altri 4, non residenti a Biancavilla.
Si tratta di alunni, insegnanti, personale scolastico e genitori che hanno dato volontariamente la loro disponibilità, dimostrando senso civico. Lo screening ha interessato pure 161 persone ospitate nelle strutture dell’Opera Cenacolo Cristo Re: qui soltanto una persona ricoverata è risultata positiva, a dimostrazione della grande attenzione del personale e della direzione.
Sui 25 soggetti risultati contagiati è stato effettuato immediatamente il test molecolare per un’indagine virale più accurata ed una ulteriore conferma, che arriverà a giorni. Ad ogni modo, adesso sono in isolamento. Una misura che permetterà di evitare così di arginare la diffusione de virus e l’infezione di altre persone, soprattutto in ambito familiare e scolastico. Dettaglio non da poco se si considera che le scuole riapriranno regolarmente, dopo lo stop imposto con un’ordinanza del sindaco.
L’incidenza del contagio al coronavirus, su un campione così considerevole, è stato quindi dell’1,4%. «È certamente un ottimo dato che conferma, mi preme ribadirlo una volta ancora, l’opportunità delle contromisure prese nelle ultime settimane. Insomma, cominciamo a raccogliere i frutti della azioni messe in campo», ha commentato il sindaco Antonio Bonanno.
Volendo fare una stima di massima del contagio sull’intera popolazione biancavillese, applicando la quota dei tamponi positivi rivelati in questi due giorni, è facile ipotizzare che a Biancavilla le persone a che avrebbero contatto il coronavirus potrebbero essere oltre 300. Un numero basso o elevato? Certo è che ha un potenziale sulla lievitazione dell’infezione virale da non sottovalutare. Per questo, è necessario seguire tutte le precauzioni di distanziamento e protezione individuale.
Quello effettuato a Biancavilla è il primo screening programmato in tutta la Sicilia, in 112 comuni, e predisposto dall’assessorato regionale alla Salute. È stato il commissario del team Covid dell’Asp di Catania, Pino Liberti, ad inserire Biancavilla, su richiesta del sindaco Antonio Bonanno.
«È giusto rendere merito alla preparazione, competenza e sensibilità dimostrata dai medici intervenuti», sottolinea Bonanno. «Hanno apprezzato l’organizzazione della due giorni, dimostrando una grande attenzione nell’affrontare il momento. Fantastici i bambini: in alcuni casi, forse anche più coraggiosi degli adulti!».
Una macchina organizzativa che ha coinvolto apparati del Comune con il coordinamento dell’assessore alla Protezione civile, Francesco Privitera, affiancato dal funzionario Alfio Santangelo. E i gruppi di volontariato delle associazioni cittadine che hanno assicurato ancora una volta il loro prezioso contributo.
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Ecco la “sala mortuaria” dell’ospedale di Biancavilla: una grave offesa alla dignità
Le condizioni ignobili di un luogo che dovrebbe accogliere con rispetto la persona deceduta e i loro familiari
Muri scrostati e mancanza di pulizia. Uno spazio ristrettissimo. Un ripiano rivestito di marmo (non in acciaio, come dovrebbe essere). Ripiano su cui sono evidenti, come nell’annesso lavandino, residui (organici?) che mostrano una mancanza di sanificazione minima. È qui che vengono appoggiate le salme. Un condizionatore d’aria, in alto sul muro, posto al di sopra di una piccola grata di ferro arrugginito.
È questa la camera mortuaria dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Ma sembra un ripostiglio, ricavato in una stanzetta di fronte al vecchio pronto soccorso del plesso di via Cristoforo Colombo. Una porta in legno, un catenaccio e una targa: “Sala mortuaria”. Biancavilla Oggi vi mostra come si presenta, nel video che qui pubblichiamo.
Il luogo – a due passi dalla direzione sanitaria – è un’offesa al decoro e alla dignità che bisognerebbe riservare ai pazienti deceduti in reparto. Salme collocate qui, in attesa della vestizione funebre, della sistemazione nella bara e della consegna ai familiari. Un’attesa durante la quale gli operatori delle pompe funebri sono costretti a muoversi in pochissimo spazio. I parenti del paziente deceduto possono soltanto stazionare fuori, all’aperto, dove si trovano alcuni vecchi sedili in plastica.
Un’indecenza, tra muffa e ruggine. Una realtà poco conosciuta della struttura ospedaliera di Biancavilla, ma che rappresenta una triste esperienza per i familiari che hanno dovuto affrontare il decesso di un proprio caro in ospedale. Riesce difficile comprendere come nella nuova struttura ospedaliera non sia stata prevista o non ancora realizzata una sala mortuaria degna ad ospitare la persona deceduta e ad accogliere i familiari. Una questione di civiltà e di umanità. È una pretesa eccessiva?
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