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Un’altra vittima Covid: all’ospedale deceduta una donna di 70 anni
Sei morti a Biancavilla, il sindaco: «Non indietreggiamo nel nostro impegno per debellare il virus»


«Un’altra vittima. Un’altra persona strappata all’affetto dei propri cari da questo virus maledetto. Piangiamo un’altra nostra concittadina: una donna di 70 anni che era ricoverata in ospedale, qui a Biancavilla. Sta diventando davvero feroce, comunicarvi notizie di questo tenore».
A comunicarlo sul suo profilo Facebook è il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, a pochi giorni dal decesso di un’altra anziana biancavillese, sempre all’ospedale “Maria Santissima Addolorata”.
«A tutti noi che è concesso di lottare, non facciamo venire meno il nostro impegno – ha specificato il primo cittadino – per debellare un virus al quale non consentiremo di seppellire i nostri sogni. Sono davvero affranto per i familiari della donna. A loro, questa sera, va il mio pensiero e tutto il mio sostegno».
Una notizia che arriva proprio nel giorno in cui il sindaco ha parlato per la prima volta dello spettro “zona rossa” per Biancavilla. Possibilità dettata dal numero di contagi in continuo aumento. Sarebbero 300 i casi, più del doppio dei contegi ufficiali. A questa cifra si arriva tenendo contro degli esiti – non ancora inseriti nel bollettino ufficiale – dei tamponi rapidi effettuati al pronto soccorso dell’ospedale, nei laboratori privati e nei punti approntati con i cosiddetti “drive in”. Lo ha spiegato lo stesso Bonanno. Un ritardo che dà una istantanea dell’epidemia non corrispondente alla realtà, che invece è ben più grave.
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La lapide marmorea dedicata a Salvatore Furno mandata in frantumi
Distrutta in via Romagnosi la targa intitolata ad una vittima delle foibe nel “Giorno del ricordo”


La lapide marmorea dedicata a Salvatore Furno (vittima biancavillese delle foibe) è stata frantumata. I pezzi sono a terra, in via Romagnosi. La targa commemorativa era stata affissa, per volere dell’amministrazione comunale, nel luogo i cui aveva abitato Furno, nato nel 1901 e finito nelle foibe nel 1945.
L’affissione della lapide era avvenuta nel “Giorno del ricordo” con la partecipazione di alcuni pronipoti di Furno, che aveva lasciato Biancavilla nel 1933 per andare a fare l’insegnante.
Il sindaco Antonio Bonanno è stato informato dell’accaduto. Il gesto non sarebbe da collegare ad un’azione vandalica. Si sospetta di qualcuno che ha compiuto l’atto in modo sconsiderato, sulla base di segnali che erano stati notati fin dal giorno della cermonia del 10 febbraio.
Da parte del Comune, secondo quanto apprende Biancavilla Oggi, c’è l’impegno da subito a realizzare una nuova targa e ricollocarla nella stessa parete dell’abitazione che fu di Salvatore Furno.
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