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Cronaca

La Procura accusa il sindaco Glorioso, a processo lui e due funzionari comunali

Grana giudiziaria di fine mandato per il primo cittadino: il caso riguarda via Madonna del Buon consiglio

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Il sindaco di Biancavilla, Giuseppe Glorioso, sarà processato per omissione di atti d’ufficio. Identica sorte per il segretario comunale Antonio Maria Caputo ed il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, Placido Mancari. È stato il gup Oscar Biondi a rinviare a giudizio i tre imputati, su richiesta del pm Alfio Gabriele Fragalà.

Il Comune di Biancavilla è stato citato in giudizio quale responsabile civile per gli eventuali risarcimenti. Il processo si aprirà a luglio presso la Terza sezione penale del Tribunale di Catania. Una grana giudiziaria scoppiata a pochi mesi dalla chiusura dell’esperienza amministrativa di Glorioso.

Il caso, come aveva già anticipato Biancavilla Oggi, era stato sollevato da una famiglia di via Madonna del Buon consiglio, strada in cui si trovano alcuni immobili abusivi acquisiti al patrimonio pubblico. Immobili confinanti con la casa dei denuncianti, che hanno chiesto più volte al Comune (in quanto titolare di servitù di passaggio sul loro terreno) di provvedere alla manutenzione, alla messa in sicurezza e all’indennità prevista per legge sul loro tratto. Dal Comune non ci sarebbero state risposte.

Una condotta omissiva, secondo la Procura di Catania. Da qui, il processo. La parte civile è rappresentata dall’avv. Maria Lucia Anzalone, mentre gli imputati ed il Comune sono assistiti dagli avv. Emilio Castorina, Turi Liotta, Giuseppe Milazzo e Francesco Messina.

Uno scorcio di via Madonna del Buon consiglio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Comment

1 Comment

  1. Alba

    3 Marzo 2018 at 11:30

    Quattro avvocati….chi li paga??? Ovviamente i cittadini…quel sindaco che se la tira…mi fa piacere per i cittadini che abbiano denunciato ed quasi vinto la causa…

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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