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Cronaca

Accusato di omicidio stradale, chiesti dal pm 6 anni di reclusione

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di Vittorio Fiorenza

Sei anni di carcere per il giovane biancavillese che ha causato l’incidente sulla A18 Messina-Catania, a seguito del quale perse la vita Ornella Condorelli, 24enne di Tremestieri Etneo. È la richiesta di pena che il pubblico ministero ha avanzato, nel corso dell’udienza davanti al Giudice per l’udienza preliminare, Giovanni Cariolo, del Tribunale di Catania nel processo per omicidio stradale.

Per l’accusa, il giovane guidatore, quella notte di luglio del 2016, era alla guida in uno stato di ebrezza, quando urtò l’auto che procedeva sulla stessa corsia e nella quale viaggiava Ornella, fino a farla sbandare. Istanti terribili durante i quali, la ragazza di Tremestieri, che si trovava sul sedile posteriore, venne sbalzata fuori dall’abitacolo. Morì dopo alcuni giorni di agonia all’ospedale per le gravi ferite riportate.

La richiesta di sei anni di reclusione tiene conto dell’aggravante dello stato di ebbrezza dell’imputato e dello sconto di pena di un terzo, previsto dal rito abbreviato. Secondo il pm, la circostanza che Ornella fosse senza cintura di sicurezza non ha influito sull’esito tragico degli eventi.

Dettaglio, invece, che la difesa ritiene rilevante: un elemento che avrebbe salvato la vita della ragazza, secondo i legali dell’imputato, che discuteranno nell’udienza rinviata al prossimo mese.

Hanno già discusso anche i legali delle parti civili, a cominciare da quelli che rappresentano Barbara (sorella gemella di Ornella che era a fianco a lei quella maledetta notte) e due associazioni (“Familiari vittime della strada” e “Vicky Aureliano”) impegnate nella promozione della sicurezza stradale.

Tra qualche mese, dunque, si avrà la sentenza su questo caso, il primo relativo al reato di omicidio stradale che si discute nelle aule giudiziarie a Catania, dopo l’entrata in vigore della nuova legge.

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Cronaca

Sequestrata dai carabinieri un’officina abusiva: denunciato un 59enne

L’uomo dovrà restituire allo Stato anche 21.850 euro di reddito di cittadinanza già percepito

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Denunciato in stato di libertà un 59enne biancavillese, con precedenti. Secondo quanto accertato dai carabinieri, deve rispondere di esercizio abusivo della professione, gestione e smaltimento illecito di rifiuti e indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Nello specifico, l’uomo, ufficialmente disoccupato, aveva allestito, senza alcuna autorizzazione, un’officina meccanica all’interno di un garage di proprietà del padre. Un locale situato in periferia. Occupata abusivamente anche parte della strada pubblica, utilizzata per parcheggiare, su carrelli elevatori e cavalletti, le autovetture da riparare.

Lungo la via in questione, i militari hanno quindi trovato diverse automobili, parzialmente smontate e con il cofano motore aperto, nonché un furgone con il cassone alzato, suddiviso in più pezzi.

All’interno del garage sono stati, invece, rinvenuti gli “attrezzi da lavoro” e molti rifiuti speciali, tra cui parti di motori di autovetture, oli e batterie esauste.

L’officina è stata, quindi, posta sotto sequestro e i veicoli in riparazione sono stati riaffidati ai proprietari, ignari che l’attività fosse irregolare.

Lo stesso carrozziere abusivo è stato, infine, deferito anche per aver illegittimamente incassato il sussidio pubblico del reddito di cittadinanza. Al riguardo, i carabinieri hanno proceduto, coordinandosi con l’Inps, all’immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, nonché all’avvio dell’iter di restituzione di quanto indebitamente ricevuto. Il 59enne, pertanto, dovrà riconsegnare alle casse dello Stato ben 21.850,00 € riscossi tra maggio 2019 e aprile 2023.

I cittadini residenti nella zona, che d’ora in poi potranno finalmente godere del decoro urbano ripristinato in quella via, hanno ringraziato i Carabinieri per il loro operato.

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