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Cronaca

Banche con Atm più “poveri” per scoraggiare ladri e malviventi

Gli sportelli bancomat non saranno più caricati in tutta la loro capienza: i malviventi sono avvisati

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Ladri e malviventi sono avvisati: inutile che organizzino assalti ai bancomat, non vale la pena tutto quel fracasso perché d’ora in poi il contenuto di denaro sarà limitatissimo. Visti i ripetuti episodi registratisi nel territorio provinciale (l’ultimo a Ragalna), anche a Biancavilla si tenta una nuova strategia, grazie ad indicazioni delle forze dell’ordine agli istituti bancari, compreso l’Ufficio postale.

L’indicazione delle forze dell’ordine fornita a tutte le banche e alle Poste di Biancavilla è quella di evitare di inserire grandi quantità di banconote nello sportello Atm, soprattutto nei fine settimana e in coincidenza di giornate festive. La prassi era quella di caricare decine e decine di migliaia di euro: ci sono Atm in grado di gestire persino 100mila euro di caricamenti ed altri che arrivano pure a 200mila.

Somme che fanno gola ai malviventi. A Biancavilla un assalto al bancomat con modalità “spettacolari” è stato compiuto con un escavatore ai danni del Credito Etneo, in viale dei Fiori, nell’ottobre del 2015, con un bottino fruttato ai ladri circa 50mila euro. Alcuni mesi prima lo stesso istituto di credito era stato preso di mira con l’utilizzo di un camion-ariete, anche se il colpo, in quell’occasione, era fallito.

Per mettere in campo una strategia di prevenzione e scoraggiare i malintenzionati, quindi, d’ora in poi gli Atm saranno caricati con somme più esigue, per esempio 5-6mila euro. Insomma, sì, non varrà più la pena smuovere escavatori e camion per racimolare somme così esigue. Ladri e malviventi sono avvisati.

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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