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Falsi account su Fb di Mughini: incastrato 42enne biancavillese

Il giornalista sbotta: «Un escremento umano, una nullità patologica con giornate fatte di merda»

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«Una fogna a cielo aperto che è l’attuale uso e abuso, se non dittatura, dei social cazzwork». Non usa mezze parole, Giampiero Mughini, contro i falsi account che circolano su Facebook e che, a suo nome, pubblicano pensieri, commentano, postano foto. Il giornalista, a dir poco infastidito, peraltro un non frequentatore delle pagine né di Facebook né di Twitter, si è rivolto alla polizia e adesso ha scoperto che dietro a tre suoi profili (falsi) si nascondeva un biancavillese di 42 anni.

Il noto giornalista di origini catanese ha sbottato contro chi, usando il suo nome e la sua faccia, ha scritto ogni nefandezza, e ha raccontato la vicenda in un lungo intervento sul sito Dagospia:  «Alla mattina del 4 ottobre 2013 sono andato alla sede della Polizia di Stato di viale Trastevere. A Roma, e ho denunciato quei tenutari di fogne a cielo aperto. Mi hanno detto che la cosa non era né facile né celere, che bisognava scrivere in inglese alla Google, eccetera. Mi arriva dopo un anno e mezzo un decreto della Procura distrettuale presso il Tribunale di Catania. L’escremento umano che stava dietro quegli account Facebook (tre) è stato individuato. Si chiama Giovanni, è nato a Biancavilla nel 1972, abita in provincia di Catania».

L’uomo dovrà comparire in udienza il prossimo mese al Tribunale di Catania.

«Ha poco più di quarant’anni –rincara ancora Mughini– questa nullità patologica che passava le sue giornate fatte di merda a cliccare il mio nome e le mie immagini. Alle ore del 31 maggio prossimo venturo dovrà presentarsi alla sezione Prima del Tribunale di Catania, non lontano da dove ho vissuto gli ultimi dieci anni della mia vita catanese. La legge gli riconosce un difensore d’ufficio, e davvero non so che cosa dirà a sua difesa. Ovviamente non mi costituirò parte civile, figuriamoci se voglio soldi provenienti da una fogna».

Per Mughini si tratta di «una sciagura del costume e della parola e della morale, cento volte più grave che non le discussioni stucchevolissime sulla riforma elettorale. Un’aggressione ossessiva e cannibalica nei confronti di personaggi purché noti. Possono dire e dirti di tutto, è il web bellezza. Una zona franca dove a tutti è lecito tutto».

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Matrimonio al Comune di Biancavilla, invitati bloccati nell’ascensore

Piccola disavventura per la quale è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Adrano

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© Foto Biancavilla Oggi

Eleganti con abiti da cerimonia. Tutti invitati a un matrimonio, celebrato nel palazzo comunale di Biancavilla. Per alcuni invitati c’è stata una piccola disavventura. Entrati nell’ascensore, situato nel cortile del municipio, il meccanismo si è bloccato e le persone sono rimaste dentro, senza possibilità di aprire le porte.

È stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco del Distaccamento di Adrano per liberarle. Nulla di grave, ma tutti erano accaldati, visto che l’ascensore è esterno ed è dotato di vetrate trasparenti.

Un episodio da dimenticare. Usciti dal palazzo comunale, sposi e invitati si sono diretti al locale per festeggiare le nozze, mentre il mezzo dei vigili del fuoco è rimasto parcheggiato in piazza Sant’Orsola.

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Parcheggio irregolare: auto dei vigili urbani di Biancavilla multata a Catania

La vicenda, è stata resa nota dall’avv. Matteo Iachino Serpotta, e subito ha fatto il giro del web

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A Catania, in via Carnazza, un agente della polizia locale in borghese ha elevato una multa a un’auto parcheggiata in modo irregolare. Il dettaglio che ha attirato l’attenzione è che la vettura sanzionata appartiene… alla polizia locale. In particolare, ha specificato poi la testata Video Star, si tratta di un veicolo dei vigili urbani di Biancavilla, che erano in missione presso la Procura di Catania.

A rendere pubblica la vicenda, pubblicando anche una foto, è stato l’avvocato catanese Mattia Iachino Serpotta, molto attivo sui social. Il suo post è stato successivamente condiviso dal sindaco di Catania, Enrico Trantino.

L’episodio ha suscitato curiosità e commenti online, anche per la particolarità del caso, ma la polizia municipale di Catania ha chiarito che l’auto non fa parte del loro parco mezzi. Da piazza Spedini precisano: «Non usiamo più Panda da quando abbiamo le nuove auto ibride ed elettriche».

Gli ulteriori chiarimenti sono del primo cittadino catanese: «L’auto, come confermano i vigili urbani di Catania, non appartiene a quelle in dotazione nel capoluogo, ma a quella di un altro Comune etneo». Il comune etneo di cui parla il sindaco Trantino è proprio Biancavilla.

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