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Cronaca

Ladri in azione al “Cenacolo”: un buco nel muro per entrare nel magazzino

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Ladri in azione anche all’”Opera Cenacolo Cristo Re” di contrada Croce al vallone. L’ennesima azione criminale a Biancavilla che ha preso di mira il magazzino della struttura socio-assistenziale e sanitaria.

I malviventi hanno scavalcato il muro di recinzione, avendo cura di stare al di fuori della visuale delle telecamere a circuito chiuso, installate all’ingresso.

Dopo avere praticato un buco nel muro, forse con una mazza, si sono introdotti nell’immobile adibito a magazzino. Da qui hanno portato via un motore dell’acqua, un sacco pieno di tubi in rame, dei radiatori, cavi elettrici, un carrello e cinque lampade d’emergenza. Il danno causato è stato stimato in circa 1500 euro.

Il gruppo che ha agito probabilmente era alla ricerca di oggetti in rame e ferro e per questo hanno preso di mira il magazzino.

Una denuncia è stata presentata alla stazione dei carabinieri di Biancavilla. I militari hanno anche effettuato un sopralluogo. La direzione della struttura ha provveduto ad un rafforzamento del sistema di vigilanza.

L’episodio è avvenuto qualche giorno fa e precede quello che ha riguardato l’istituto delle “Figlie di Maria Ausiliatrice” di via Mongibello, dove mercoledì sera i ladri sono arrivati fin dentro la stanza della direttrice, portando via soldi in contante per 6mila euro.

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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