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Cronaca

Blitz antimafia, il sindaco Glorioso: «Legalità da tutelare in tutte le forme»

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di Vittorio Fiorenza

Una città stordita e scombussolata. Biancavilla ha vissuto così la giornata di ieri, apprendendo i retroscena dell’operazione “Garden” e i piani sanguinari (fortunatamente sventati dalla polizia) che esponenti del clan locale avrebbero dovuto attuare. E a surriscaldare ancor di più il clima del centro etneo è stata ieri la questione degli immobili abusivi, arrivata alla conclusione con l’ordine della Procura della Repubblica di Catania di cominciare le demolizioni. Una giornata campale.

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Il sindaco Giuseppe Glorioso

Sul blitz della Squadra mobile di Catania e del commissariato di polizia di Adrano, con l’ausilio dei carabinieri, il sindaco Giuseppe Glorioso, proprio per il clima di forte tensione che ha vissuto la città, in un primo momento ha preferito rinviare ogni commento e riflessione. Poi ha rilasciato queste dichiarazioni: «In merito alle operazioni delle forze dell’ordine degli ultimi giorni, esprimo apprezzamento per l’intensa attività di controllo nel territorio portata avanti in questi mesi in maniera sinergica da carabinieri e polizia, in seguito ai fatti di sangue di gennaio, ed auspico un’attenzione sempre più forte per la tutela e la promozione della legalità in tutte le sue forme».

Abbiamo tentato di contattare telefonicamente altri esponenti istituzionali, come il vicesindaco Gianluigi D’Asero e il presidente del Consiglio Comunale, Dino Furnari, perché commentassero l’esito del blitz, ma senza successo.

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Il parlamentare Salvo Torrisi

Una nota, invece, è di Salvo Torrisi, componente della “Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie” al  Senato: «Come componente della commissione, rivolgo – ancora una volta – il mio apprezzamento alla Dda di Catania, nonché alla Squadra mobile e della polizia di Adrano, e dei militari del nucleo investigativo del Comando provinciale di Catania, per l’importante operazione antimafia svoltasi quest’oggi nel territorio di Biancavilla. Tali azioni continue e massicce (come quella di oggi che ha visto coinvolta la cosca Toscano-Mazzaglia-Tomasello), dimostrano l’efficacia dell’azione dello Stato nel nostro territorio nella lotta contro la criminalità organizzata di tipo mafioso, la quale costituisce ancora il male principale che blocca lo sviluppo socio-economico in Sicilia, e che compromette gravemente la sicurezza e la libertà dei cittadini».

Nell’arco della giornata di ieri, nessun’altra dichiarazione ufficiale o di rappresentanti istituzionali. D’altra parte, nessuna voce si è levata nemmeno quando settimana scorsa è stato fatto il clamoroso ritrovamento dell’arsenale. Eppure, appena nove mesi fa, dopo i due omicidi consumati in 48 ore di Agatino Bivona e di Nicola Gioco, diverse le prese di posizione e i propositi: da un tavolo permanente alla creazione di uno sportello antiracket, fino al coinvolgimento delle scuole cittadine. Stesse richieste ricordate anche in occasione del corteo antimafia, a pochi giorni dai due delitti, promosso da gruppi giovanili trasversali. E poi rimaste lettera morta.

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Cronaca

Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro

Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»

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© Foto Biancavilla Oggi

Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.

Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.

La causa civile al Tribunale di Catania

Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.

Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.

Aperta la strada dell’indennizzo una tantum

Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.

«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.

«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».

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