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Editoriali

Disinteresse, apatia e sconforto ma noi non ci giriamo dall’altro lato

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Nell’arco di una settimana dall’annuncio dell’avvio di Biancavilla Oggi, tanti sono stati i messaggi ricevuti: auguri, incitamenti, congratulazioni… Ma non sono mancati messaggi che, pur auspicando ogni bene a questo nuovo giornale e alla nostra iniziativa editoriale, fanno trasparire apatia, scoraggiamento, disinteresse, rassegnazione, illusioni infrante. Ve ne trascriviamo alcuni stralci. Quanto basta per potere riflettere anni e farci convegni a vita.

Un’informazione libera a Biancavilla? A che serve se ogni cittadino si può comprare con un tozzo di pane?

Raccontare ai biancavillesi ciò che succede nel palazzo comunale: questo è necessario. Però dubito che questo possa cambiare le cose e servire efficacemente a fare prendere coscienza della mediocrità imperante.

Mi raccomando: facci vedere cosa combinano in quelle commissioni consiliari. Bleeeee

Io a Biancavilla ci dormo e basta. Non me ne frega niente, può essere rasa al suolo. Anzi, deve essere rasa al suolo. Solo con una soluzione radicale, per esempio una bomba atomica (che ne pensi?), si può purificare da tutti i mali.

Per favore, non parlate di politica perché allora è meglio youporn o una birra con rutto libero.

Siete degli eroi, se io avessi più coraggio, me ne scapperei da qui e non mi girerei indietro.

Certo, rispetto al totale, quelli con questo tono rappresentano messaggi minoritari. Ma abbiamo voluto pubblicarli lo stesso. Sono sentimenti esistenti e diffusi. Biancavilla Oggi ha un altro modo di vedere le cose: il racconto del degrado e la denuncia delle inefficienze e delle incapacità, spesso sconfortano e lasciano senza fiato. Ma non si può né fuggire né restare impassibili. Biancavilla Oggi nasce anche per evitare di doverci girarci, colpevolmente, dall’altro lato.

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Editoriali

Europee, snobbata piazza Roma: la politica va in sale festa e case private

I biancavillesi chiamati al voto sono 18.865, ignari di una campagna elettorale svolta tra intimi

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Macché politica di piazza. Altro che politica tra la gente. A Biancavilla, la campagna elettorale per le Europee ha snobbato il cuore della città. Ai piedi del campanile di Carlo Sada – da oltre un secolo faro e testimone della partecipazione democratica – nessun comizio e nessun passaggio di candidati.

Eppure, buona parte delle forze politiche si sono mosse, invitando ed accogliendo diversi aspiranti europarlamentari. Lo hanno fatto, però, tra intimi e portatori di voti, riuniti in sale festa, ville, ristoranti e residenze private. Già, persino abitazioni per fare campagna elettorale.

A Biancavilla si sono visti (in ordine casuale): Marco Falcone, Giuseppe Lupo, Ruggero Razza, Giuseppe Antoci, Massimiliano Giammusso, Antonio Nicita…

Cosa hanno detto, fatto, promesso, denunciato? Non è dato saperlo. Nessun invito ai giornalisti, nessun comunicato stampa.

I biancavillesi chiamati alle urne sono 18.865 (cioè 9070 donne e 9795 uomini). Ignari di una campagna elettorale “privata”, rivolta alle truppe dei partiti e delle correnti di partito. Una campagna staccata dai cittadini. In lontananza, l’immancabile e inconfondibile voce di Alfio Petralia, amplificata dal megafono attaccato alla sua Fiat 500, sembra un’eco proveniente da un passato che assume i toni della malinconia.

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