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Un talento della danza, il sogno del “Billy Elliot” etneo diventato realtà

Alfio Drago ha 19 anni ed è pronto ad esordire nella prestigiosa compagnia di Helsinki

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Non è stato un colpo di fulmine. L’amore per la danza classica non è scoccato a prima vista. «Anzi, la odiavo proprio», specifica Alfio Drago, che, partito tre anni fa da Biancavilla, ha appena conseguito il diploma di ballerino professionista nell’ambitissima “John Cranko Schule” di Stoccarda.

E dopo essere stato conteso da diverse compagnie internazionali, ha adesso un contratto in mano con la prestigiosissima “Finnish National Ballet” di Helsinki, che lo porterà in tournee in tutto il mondo. Ad appena 19 anni, Alfio è considerato un talento europeo della danza classica.

E pensare che, prima in scuole di provincia, poi in palcoscenici di Catania, i suoi inizi sono stati a ritmo di balli latino-americani e hip pop. Mondi lontani anni luce dalle coreografie in calzamaglia, con fisicità accentuata e qualità del movimento tendenti alla perfezione.

A vederlo ora, mentre si esibisce in quella che è diventata la passione della sua vita, Alfio sembra volare.

Il salto di qualità, in Germania. Poco più che ragazzino, a Stoccarda supera i rigorosissimi esami per accedere in una delle scuole da sogno per chi ama questa disciplina.

Dalla Sicilia, il sostegno di papà Giuseppe e mamma Fina e del fratello Salvo non sono mai mancati. «Credono in quello che faccio, mi hanno dato sempre fiducia». E grazie al loro sacrificio, il sogno di questo “Billy Elliot” catanese, che dalla provincia etnea sta per spiccare il volo per il mondo, può essere raccontato.

«Come il personaggio del film, anche io –ricorda Alfio– dopo anni di duro lavoro e tante porte chiuse in faccia, ho realizzato il mio sogno».

Con il suo bagaglio di umiltà e determinazione, passando da un’audizione all’altra, da Amsterdam a Praga, Alfio ha collezionato apprezzamenti lusinghieri, pronti a trasformarsi in contratti di lavoro. La scelta è ricaduta sulla compagnia finlandese, fondata nel 1922.

«Conseguito il diploma a Stoccarda, adesso sto passando gli ultimi giorni di vacanza a Biancavilla e poi, dal 1° agosto, comincerò la mia carriera con la “Finnish National Ballet”, in giro per il mondo, dall’America al Giappone».

Ma Alfio ci tiene a far presente che l’anno prossimo lo aspetta un altro appuntamento scolastico: il diploma all’Istituto Turistico “Pietro Branchina” di Adrano. Giusto per restare con i piedi per terra.

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Storie

Addio al cane antidroga “Argo”: quando a Biancavilla scovò 1,5 Kg di hashish

Quella volta consentì ai carabinieri di effettuare due arresti e sequestrare lo stupefacente e 5mila euro

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Un bellissimo esemplare di pastore tedesco. Aveva 14 anni. È morto Argo, il cane addestrato e abilitato per la ricerca di stupefacenti, in servizio per 8 anni al Nucleo Cinofili dei Carabinieri di Nicolosi.

Nel corso della sua carriera, il suo fiuto ha consentito di ritrovare ingenti quantità di droghe e, nel 2018, il suo impegno è stato premiato con un elogio da parte del Comandante della Legione Carabinieri Sicilia.

Diverse volte era stato impiegato anche a Biancavilla, in operazioni e in attività di controllo. Un validissimo supporto ai militari della stazione di via Benedetto Croce.

C’è un episodio, tra i tanti possibili esempio, in cui Argo si era distinto. Risale al 2015, quando scattò un blitz in due diverse abitazioni di Biancavilla. In quell’occasione furono trovati cinque panetti avvolti in cellophane trasparente e 7 dosi di hashish già pronte da smerciare. Un quantitativo che sarebbe stata trasformato in almeno altre 7.000 con potenziali ricavi di 10.000 euro. In quell’operazione furono effettuati pure due arresti e sequestrati 5000 euro in contante. Merito di Argo, quando era nel pieno della sua attività.

Auro è andato in “in pensione” nel febbraio 2021 per sopraggiunti limiti di età, in quanto l’avanzare degli anni non gli consentiva più di sostenere gli sforzi dell’impiego operativo. Però ha continuato a fare compagnia ai suoi “colleghi” quando non impegnati, assieme ai loro conduttori, nelle varie attività sul territorio.

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Il bambino di Biancavilla tra i paladini di Francia: Tommaso e i suoi pupi siciliani

A soli 8 anni si è esibito già con il suo teatrino di legno, portando in scena “L’Orlando innamorato”

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GOODNEWS.
Questa è la Biancavilla che ci piace

Una grande passione per i pupi siciliani al punto che non soltanto li colleziona, ma si cimenta pure nell’allestimento scenico e nella recitazione, imparando a memoria e interpretando lunghi dialoghi, mentre le sue mani muovono i fili. Tommaso Francesco Lavenia ha otto anni e il prossimo anno scolastico andrà in quarta elementare nel plesso “San Giovanni Bosco” di Biancavilla.

In queste sere d’estate si è esibito in piazza Cisterna a Ragalna, nell’ambito della “Summer Fashion Week”. Davanti a un numeroso pubblico, con il suo teatrino in legno, ha portato in scena “L’Orlando innamorato”, dando carattere, movimento e voce ad ogni pupo. Una passione, forse un talento. Per lui, applausi e incoraggiamenti. Sorprende come ad appena 8 anni, Tommaso Francesco stia seguendo un interesse inconsueto per la sua età. Uno sforzo che, al di là del gioco, rivela dedizione, studio e sensibilità artistica.

Tutto è nato per caso a Taormina, quando in un ristorante ha visto esposto un classico pupo siciliano. Da lì è scoccata la curiosità, accentuata quando a casa, tra i vecchi giochi del papà, ha trovato un “Orlando”. Poi, l’acquisto dei primi pezzi, alcuni in pessime condizioni e restaurati. Altri ancora costruiti in legno. Una collezione che ormai conta una trentina di pupi.

In questa sua passione ha coinvolto i genitori, Placido e Valeria, e anche i nonni, che lo hanno aiutato nella realizzazione dei costumi. Su YouTube è andato a cercare rappresentazioni dei pupi siciliani, ha studiato a memoria i lunghi dialoghi, integrando anche personaggi biancavillesi con riferimenti a San Placido e alla Madonna dell’Elemosina.

Tommaso Francesco si è tuffato così nel mondo epico-cavalleresco dei paladini di Francia, di Ludovico Ariosto e Matteo Maria Boiardo. Ha avuto pure l’opportunità di conoscere da vicino alcune famiglie siciliane che da generazioni custodiscono quest’arte: i “Napoli” di Catania, i “Puglisi” di Sortino, “Ariosto e Calabretta” di Acireale.

Un grande patrimonio culturale, non a caso proclamato nel 2001 dall’Unesco «capolavoro orale e immateriale dell’umanità», che mescola teatro, letteratura, tradizione e artigianato. Un patrimonio nel quale il piccolo Tommaso Francesco sperimenta la sua passione, preferendolo ai giochi digitali che lo terrebbero incollato per ore davanti a uno schermo, come accade a tanti suoi coetanei.

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