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Cultura

Viaggio agli albori di Biancavilla con la rievocazione storica “Arbereshe”

Giunta alla terza edizione, l’evento culturale prevede un breve corteo in costumi d’epoca

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Torna a Biancavilla “Arbereshe”, la rievocazione, tra storia e leggenda, della fondazione di Biancavilla, avvenuta alla fine del 1400 per opera di un gruppo di esuli albanesi. La manifestazione culturale, giunta alla terza edizione ed allestita dall’omonima associazione, avrà dimensioni più ridotte, a causa delle restrizioni Covid. Ci sarà, comunque, il corteo in costumi d’epoca, che partirà dal palazzo comunale e convoglierà in piazza Roma.

Patrocinio e finanziamento sono stati garantiti dall’amministrazione comunale. L’appuntamento è fissato per il 3 ottobre alle ore 18.30.

«I cortei in costume storico, le ricostruzioni di ambienti e di mestieri, le performance teatrali volte alla rievocazione del passato di una comunità, sono forme culturali che riflettono la volontà di recuperare la propria identità etnologica, ma soprattutto la volontà di svolgere pratiche collettive che coinvolgano in prima persona tutti i cittadini».

Sono parole della prof. Graziella Milazzo, che guida l’associazione ideatrice ed organizzatrice dell’evento storico-culturale.

«Queste forme di rappresentazione folkloristica e culturale –prosegue Milazzo – sono in forte crescita e si sono sviluppati sia in ambito regionale, che nazionale ed europeo. Le rievocazioni storiche traggono ispirazione da un immaginario storico, ma nel contempo richiedono un’attenta ricerca storiografica ed etnografica. Inoltre, hanno un forte potere attrattivo in ambito turistico perché trasmettono la storia, in modo semplice ed immediato».

«Nel caso della cittadina di Biancavilla –conclude Milazzo – la Rievocazione Storica Arbereshe si propone di rievocare e raccontare la storia della fondazione del paese e di stimolare il senso civico e di appartenenza alla comunità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cultura

1° Maggio a Biancavilla, l’occupazione delle terre e quelle lotte per i diritti

Il ruolo della Sinistra e del sindacato: memorie storiche da custodire con grandissima cura

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Anche Biancavilla vanta una ricca memoria storica sul 1 maggio. Nel nostro comprensorio non sono mancate, nel secolo scorso, iniziative e manifestazioni di lotta per i diritti dei lavoratori.

Spiccano su tutte l’occupazione delle terre e la riforma agraria di cui ci parla Carmelo Bonanno nel recente libro “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia. La ricostruzione dei partiti, le prime elezioni e i protagonisti politici dopo la caduta del fascismo”.

Il volume, edito da Nero su Bianco, raccoglie le testimonianze di alcuni dei protagonisti della vita politica e sindacale locale del Novecento, evidenziando le numerose iniziative volte a spazzare via i residui del sistema feudale di organizzazione delle terre e ad ottenere la loro redistribuzione.

Il mezzo principale per raggiungere tale obiettivo fu l’occupazione delle terre ad opera di un folto gruppo di contadini e braccianti. Tra questi, Giovanbattista e Giosuè Zappalà, Nino Salomone, Placido Gioco, Antonino Ferro, Alfio Grasso, Vincenzo Russo. A spalleggiarli anche diversi operai. Tra loro, Carmelo Barbagallo, Vincenzo Aiello, Domenico Torrisi, Salvatore Russo. Ma anche intellettuali come Francesco Portale, Nello Iannaci e Salvatore Nicotra.

Così, ad essere presi di mira furono anzitutto i terreni del Cavaliere Cultraro in contrada Pietralunga, nel 1948. Più di 400 persone li occuparono per cinque giorni e desistettero soltanto per l’arrivo della polizia, che sgomberò le proprietà.

A questa occupazione ne seguirono altre, tutte sostenute dai partiti della Sinistra dell’epoca (Pci e Psi in testa) e dalla Camera del Lavoro, e col supporto delle cooperative agricole di sinistra.

Le parole del “compagno” Zappalà

Significativa la testimonianza, riportata nel libro di Bonanno, del “compagno” Giosuè Zappalà: «Gli insediamenti furono vissuti con grande entusiasmo e costituirono per noi protagonisti dei veri e propri giorni di festa in cui potevamo manifestare la libertà che per tanti anni ci era stata negata. Le terre, i cui proprietari erano ricchi borghesi e aristocratici, spesso si trovavano in condizioni precarie, erano difficilmente produttive e necessitavano di grandi lavori di aratura, semina e manutenzione. Noi braccianti, perciò, con grande impegno e dedizione, spinti, oltre che dalla passione per il nostro lavoro, anche e soprattutto dalle condizioni di vita misere di quei tempi, ci occupammo, fin quando ci fu concesso, dell’opera di bonifica. Erano terre che di fatto costituivano per moltissimi l’unica fonte di reddito disponibile».

Tali iniziative, innestatesi nel corso del processo di riforma agraria che portò al superamento del sistema di governo delle terre sino ad allora vigente, condussero però a risultati contraddittori, poiché alcuni contadini ottennero terre produttive mentre altri terre scadenti. Ciò acuì il clima di invidia e inimicizia tra i protagonisti di quelle lotte e condusse alla rottura definitiva della coesione e della solidarietà della categoria.

Ciò non toglie che queste iniziative e manifestazioni segnarono un passaggio molto importante nella storia politica, socio-economica e sindacale locale e posero le basi per la “conquista” del palazzo municipale nel 1956 con l’elezione di Peppino Pace, primo sindaco comunista di Biancavilla.

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