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Lodi al presidente da Glorioso: «Dimissioni? Nessuna richiesta»

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Conferenza stampa su un anno di attività consiliare guidata da Vincenzo Cantarella: «Sedute più proficue, meno gettoni di presenza». Giudizi positivi trasversali. Perché si chiede al presidente di lasciare? Il sindaco nega ma…

 

di Vittorio Fiorenza

Il presidente del Consiglio Comunale di Biancavilla, Vincenzo Cantarella, non è in discussione e nessuno chiede le dimissioni. A sgomberare il campo da voci e indiscrezione è stato il sindaco Giuseppe Glorioso, intervenendo alla conferenza stampa su un anno di guida dell’assemblea cittadina da parte di Cantarella. «Ad oggi non c’è un’istanza di dimissioni rivolta al presidente», gli ha fatto eco il capogruppo del Pd, Giuseppe Pappalardo.

Fin qui le dichiarazioni ufficiali. Fuori dalla diplomazia di Palazzo, non è un mistero che un turnover, oltre che agli assessori, si vorrebbe applicare pure alla presidenza. Con quale sostituto e quali numeri, nessuno lo sa.

«Bisogna guardare in un’ottica di coalizione –ha spiegato meglio Glorioso– non c’è una richiesta di dimissione, ma il presidente può essere sottoposto a verifica politica, che non significa mettere in discussione le sue qualità ma soltanto tener conto degli equilibri politici».

Lui, Cantarella, affiancato dal personale del suo ufficio (Mimma Corallo, Rosalba Randazzo e Graziella Ullari) si è soffermato parecchio, invece, sul bilancio di un anno della sua presidenza: 50 sedute consiliari e 150 di commissione. «Organismi che lavorano di più ma spendono molto meno», ha sottolineato Cantarella, fornendo i dati sui gettoni di presenza dei consiglieri, ridotti fino al 90% rispetto al passato. Ricordati poi la riattivazione del “Consiglio dei ragazzi” e la diretta streaming delle sedute.

«Giudizio positivo», da parte del sindaco. «Dieci e lode» per il capogruppo Pd, Pappalrdo. Apprezzamenti, dall’opposizione, pure dal capogruppo Ncd, Mario Amato, pur notando due pecche del Consiglio: il mancato impegno sul Prg e l’assenza per gravidanza della consigliera Ada Vasta, strumentalizzata e ridotta a “caso politico”.

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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