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Le lacrime di Ada Vasta in Aula: anche la politica ha un cuore…

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Nominata coordinatore di Ncd-Alleanza popolare, la consigliera ha rassegnato le sue dimissioni dall’assemblea cittadina. Nel suo intervento di congedo, diversi momenti di commozione. Come quando ha ricordato la vicenda della sua gravidanza, trasformata in un caso politico.

 

di Vittorio Fiorenza

Ada Vasta ha lasciato il Consiglio Comunale di Biancavilla per andare a ricoprire l’incarico di coordinatore di Ncd-Area popolare, avviando così la costituzione del nuovo soggetto politico dei moderati. In aula, subentrerà Gino Randazzo, primo dei non eletti.

«Come nello sport, anche in politica ci sono le staffette e a chi mi sostituirà lascio un bagaglio di battaglie a cui tengo tantissimo».

Nel suo messaggio di congedo, la Vasta è stata sopraffatta dall’emozione, fino alle lacrime. Un intervento che ha ripercorso quattro anni di attività e che, per la prima volta nell’assemblea cittadina di Biancavilla, è stato intervallato da momenti di commozione. Uno spiraglio di umanità contrapposta alla freddezza calcolatrice, spesso ostentata dalla politica. «Scusate, non mi succede mai, sarà la maternità che mi ha cambiato».

Già, la maternità. Il suo parto, lo scorso settembre, diventò un caso politico. In quel momento l’assemblea era spaccata: 10 consiglieri contro 10. Ma si doveva approvare il bilancio. L’escamotage? Aula convocata nei giorni del ricovero in ospedale: a nulla servirono gli appelli al rispetto delle prerogative della consigliera.

«Una vicenda che mi ha segnato –ha detto ora la Vasta– perché ho capito che la politica di attenzione nei confronti delle donne è fatta spesso di sole parole. Nessuno dovrebbe essere costretta a scegliere tra la maternità e il proprio impegno». È seguito l’intervento del presidente Vincenzo Cantarella, che ha avuto parole di elogio per l’attività della Vasta: «Le chiedo scusa se non l’ho saputa garantire nella vicenda della sua maternità, questa assemblea perde un elemento molto valido».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. santino

    14 Marzo 2017 at 18:40

    certo che piange…addio gettone di presenza, …altro che lacrime

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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