Attualità
E-commerce, social e non solo: come si sta evolvendo internet in Italia e in Europa

La diffusione di internet è ormai sempre più capillare in tutti i Paesi europei e ciò sta favorendo l’espansione di diversi servizi digitali, divenuti centrali nella quotidianità delle persone. Social network, acquisti online, intrattenimento e operazioni bancarie passano ormai sempre più spesso da PC e smartphone, come dimostrano i dati più recenti riguardanti il fenomeno: ecco come si posizionano il nostro Paese e, più in particolare, la Sicilia.
Connessioni internet e servizi online, Italia indietro rispetto alle principali economie europee
Internet veloce raggiunge ormai gran parte del territorio italiano, incluse molte zone remote che fino a poco tempo fa risultavano danneggiate dal cosiddetto digital divide e, nonostante ancora qualche disparità soprattutto tra nord e sud, ciò sta avendo ricadute positive in termini di utilizzo dei servizi sul web. In realtà, però, come certificato da Eurostat il nostro Paese non raggiunge ancora i livelli delle maggiori economie europee, attestandosi su percentuali nettamente inferiori rispetto agli Stati nordeuropei: se infatti gli acquisti di beni e servizi raggiungono il top nel Lazio con un 60% della popolazione (contro il 67% della media europea) coinvolto in queste attività, nazioni come Danimarca, Olanda e Finlandia in gran parte delle regioni superano il 90% di utenti che si servono regolarmente dei servizi di e-commerce. Con il 38%, restano invece fanalini di coda a livello nazionale Campania e Sicilia.
Ciò riguarda non soltanto il mondo del commercio elettronico, ma anche altre tipologie di attività, come l’uso dei social network, delle attività di home banking e delle piattaforme di intrattenimento, con queste ultime che più di altri servizi sembrano ottenere il consenso degli utenti italiani.

Social network e intrattenimento digitale: cosa accade nel nostro Paese
Tra le attività online preferite dagli italiani troviamo sicuramente l’uso dei social network e delle piattaforme di intrattenimento, scelti da utenti appartenenti a diverse fasce demografiche come soluzioni sia per restare in contatto con gli altri che semplicemente per trascorrere il tempo in maniera leggera, magari nella comodità delle mura domestiche.
A differenza di quanto visto per lo shopping online, nell’uso dei social le regioni italiane più virtuose risultano infatti allineate alla media continentale (nel 2021 al 57%), come dimostrano il 55% della Toscana e il 54% di Lazio e Umbria, mentre in coda si collocano la Calabria e proprio la Sicilia, ferme al 45%. Su questi dati, tuttavia, pesa molto anche l’aspetto anagrafico, dal momento che considerando le sole fasce di età under 30 le percentuali salgono notevolmente sia a livello europeo (83%) che nazionale.
Più eterogeneo l’utilizzo dei servizi di intrattenimento digitale, categoria in cui rientrano sia le piattaforme di streaming audiovisivo che i servizi per lo svago ludico, come portali di poker online e MOBA, che riescono a coinvolgere non soltanto i giovani ma anche coloro che, pure in età più avanzata, apprezzano la possibilità di divertirsi sfruttando la praticità e la facilità d’uso dei dispositivi connessi a internet, specie se mobili.
L’uso dei servizi di home banking in Italia
Meno diffusi in Italia sono invece i servizi di home banking, divenuti invece una certezza in nazioni come Danimarca, Finlandia, Norvegia e Olanda, in cui oltre il 90% della popolazione li usa regolarmente. I nostri connazionali infatti si collocano nella parte medio-bassa della graduatoria Eurostat, con la Provincia Autonoma di Trento a detenere il primato nazionale con una percentuale del 57% e regioni del sud come Campania e Calabria ferme addirittura al 27%. Leggermente più alta la percentuale della Sicilia, che tuttavia non raggiunge i 30 punti, per un dato che tiene a distanza soltanto alcune regioni bulgare e rumene.
A pesare in questo caso è non solo la bassa capacità di utilizzo di tali sistemi in molte fasce della popolazione italiana, ma anche una sorta di atavica sfiducia verso il web come strumento per effettuare operazioni più delicate come, per l’appunto, quelle bancarie, una convinzione da sradicare facendo conoscere anche ai meno tecnologici come funzionano i moderni sistemi di sicurezza e pubblicizzando la praticità dei siti e delle app per gestire i rapporti bancari a distanza.

Attualità
Normative e limiti all’autoplay: come tutelare i giocatori online

Come dice il nome stesso, con il termine autoplay si intende la possibilità di impostare una sequenza di giocate che si avviano in automatico nelle piattaforme di gioco online regolamentate dall’ADM. Si tratta di una funzione molto diffusa nel settore del gioco online, soprattutto per tipologie di giochi come le slot machine, le roulette virtuali e i giochi di carte digitali. L’autoplay è, dunque, la possibilità data agli utenti di automatizzare le giocate sulle piattaforme digitali, senza dover intervenire in maniera diretta per ciascun turno di gioco.
Come per qualsiasi strumento digitale e non, l’utilizzo dell’autoplay è accompagnato da molti vantaggi, primo fra tutti offrire un’esperienza pratica, fluida e poco interattiva ai giocatori che vogliono evitare di interagire continuamente con il dispositivo. Ma non mancano neppure i rischi. Fortunatamente, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) li tiene sotto costante controllo, in modo da sostenerne solamente l’utilizzo consapevole e tutelare il più possibile i giocatori online.
Autoplay nei giochi online: cosa dice la normativa italiana
Il gioco in Italia è regolamentato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’ente statale, in riferimento alla funzione dell’autoplay, ha introdotto delle misure per limitare o vietare l’utilizzo dell’autoplay nelle piattaforme di gioco online autorizzate in Italia. In molti casi, infatti, l’autoplay è stato disabilitato o modificato per evitare sessioni di gioco troppo lunghe e per tutelare i giocatori da comportamenti compulsivi.
Le limitazioni e le restrizioni sull’uso dell’autoplay firmate ADM riguardano anche l’obbligo per alcuni operatori di integrare pause obbligatorie durante le sessioni di gioco, mostrando messaggi di avviso che ricordano ai giocatori di tenere sotto controllo la quantità di tempo dedicato al gioco e l’entità del proprio bankroll. In più, possono essere previsti dei blocchi automatici, che si attivano sulla piattaforma dopo un certo numero di giocate consecutive.
Un autoplay sicuro e responsabile deve prevedere anche la possibilità di impostare limiti di puntata e limiti di perdita, interrompendo automaticamente la sequenza di giocate una volta raggiunti questi limiti. Azione necessaria, questa, per dare all’utente il pieno controllo del proprio saldo di gioco.
La possibilità di impostare limiti automatici all’autoplay, interrompendo automaticamente la funzione nel caso in cui, ad esempio, il saldo sta variando troppo o si è superato il limite di tempo di gioco prestabilito, rende l’autoplay una tecnologia che sostiene una modalità di gioco più consapevole, da tenere sempre sotto controllo.
Qualora l’ADM dovesse riscontrare delle violazioni sulla normativa vigente, in seguito ad una delle tante azioni di monitoraggio costante delle piattaforme, può applicare delle sanzioni ai bookmakers trasgressori.
I rischi dell’autoplay
Affinché l’autoplay venga utilizzato in maniera consapevole, bisogna capire quali sono i rischi di questo strumento. Principalmente legati alla perdita di controllo e alla riduzione della soglia di attenzione, è necessario che operatori, regolatori e giocatori si impegnino a mantenere alta l’attenzione sul suo impiego, così da approcciarsi all’autoplay con il dovuto equilibrio.
La possibilità di perdita di consapevolezza è una grande criticità che va a controbilanciare i vantaggi dell’autoplay. L’utente che non viene attivamente coinvolto nelle singole decisioni da prendere durante una sessione di gioco, infatti, è più portato a distaccarsi dalla percezione del tempo trascorso e/o delle risorse economiche investite. Togliere quel classico “clic” può, dunque, abbassare la soglia di attenzione e allungare la durata delle sessioni.
Un altro rischio è legato alla percezione distorta del controllo, poiché l’autoplay può creare l’illusione che, dietro all’esito di una giocata, ci sia una strategia automatica che toglie potere al fattore della casualità. Informare gli utenti sulle dinamiche del gioco rimane importante anche nel caso in cui si giochi in modalità automatica o quando si controllano le schede pronte scommesse oggi.
Pertanto, l’ADM è attiva nell’introduzione delle norme e dei parametri che limitano l’uso dell’autoplay e tutelano il giocatore, in conformità ai principi di gioco responsabile che contrastano i comportamenti compulsivi.
Attualità
Come sta cambiando il centro storico di Biancavilla

Passeggiando per le vie acciottolate del centro storico di Biancavilla, si ha l’impressione di un luogo sospeso tra passato e futuro. Gli antichi palazzi in pietra lavica, le chiese barocche e le piazze cariche di memoria convivono oggi con locali moderni, serrande abbassate e cartelli di affitto. Il centro storico, da sempre anima pulsante della vita cittadina, sta cambiando. Su https://rabona9.it/ si trovano spesso spunti e riflessioni su come gli spazi urbani influenzano il vivere quotidiano, ed è lecito chiedersi se questo cambiamento sia un segnale di rinascita o il sintomo di una crisi più profonda.
Ristrutturazioni tra recupero e abbandono
Negli ultimi anni, diversi edifici storici del centro sono stati oggetto di interventi di restauro, grazie anche a fondi regionali ed europei. Alcuni immobili sono tornati a nuova vita, trasformati in abitazioni, studi professionali o spazi culturali.
Tuttavia, non mancano segnali preoccupanti. Molti edifici restano in stato di abbandono, con facciate pericolanti e interni inagibili. La burocrazia, i costi elevati di ristrutturazione e la mancanza di incentivi mirati scoraggiano molti proprietari. Alcune zone, soprattutto quelle più interne e meno trafficate, rischiano di trasformarsi in vuoti urbani difficili da recuperare.
Nuove attività commerciali tra entusiasmo e incertezza
Un altro segnale del cambiamento è la comparsa in tutt’altra zona, cioè nel viale dei Fiori, di nuove attività commerciali. Negli ultimi due anni sono stati aperti piccoli bar, negozi di abbigliamento e spazi multifunzionali gestiti da giovani imprenditori locali. Questi esercizi non solo cercano di rivitalizzare la zona, ma propongono anche un’idea diversa di socialità, spesso legata a eventi culturali e momenti di aggregazione.
Nonostante l’entusiasmo, la sopravvivenza di queste attività non è scontata. La concorrenza con le grandi catene, la difficoltà di accesso al centro per via della viabilità e la diminuzione del flusso pedonale in alcuni orari rendono difficile la sostenibilità economica nel medio termine. Servirebbe un piano organico, capace di supportare e promuovere queste realtà con iniziative concrete, agevolazioni fiscali e una visione chiara dello sviluppo urbano.
La voce dei residenti e il ruolo dell’amministrazione
I cittadini che vivono nel centro storico conoscono bene le contraddizioni della zona. Da un lato, la bellezza architettonica e l’atmosfera unica continuano a essere motivo di orgoglio. Dall’altro, la carenza di parcheggi, i problemi legati alla manutenzione urbana e il rumore notturno generano malcontento. Molti residenti chiedono un maggiore coinvolgimento nelle scelte che riguardano il quartiere e una presenza più attiva dell’amministrazione.
Il Comune ha recentemente annunciato un nuovo piano per i parcheggi. Ma i biancavillesi sanno bene che i piani sulla carta devono tradursi in azioni visibili e continuative, altrimenti il rischio è di perdere, poco a poco, l’anima di un luogo che ha fatto la storia della città.
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