Cronaca
Prende a martellate lo sportello bancomat: donna portata in caserma
Ecco il video della donna che danneggia l’Atm ed il successivo arrivo dei carabinieri
In un primo momento si è pensato ad un tentativo di furto. In realtà, si è trattato di un’azione di danneggiamento, in pieno centro storico.
Una donna, per motivazioni da accertare, munita di un martello, ha distrutto –come si vede del video di Biancavilla Oggi– il monitor dello sportello bancomat della filiale Unicredit di Biancavilla di via Vittorio Emanuele.
Analoghi danni, causati sempre con colpi di martello, alla vetrata blindata dell’ingresso dell’istituto di credito.
Un passante ha subito dato l’allarme, appena notato quanto stava accadendo. Il caso ha voluto che una pattuglia dei carabinieri fosse nella vicina piazza Collegiata per un posto di controllo. I militari si sono subito recati sul luogo, bloccando la donna e portandola in caserma per comprendere le motivazioni di questo gesto.
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Cronaca
Omicidio Parisi, condanna definitiva: carcere a vita per Salvatore Fallica
Un iter giudiziario particolarmente complesso per il delitto commesso nel 2003 in contrada Rinazze


Sono stati i Carabinieri della Compagnia di Paternò ad eseguire l’arresto. Hanno eseguito così un ordine per la carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale di Catania.
Destinatario del provvedimento è Salvatore Fallica, 47 anni, personaggio noto alle cronache, er ora rintracciato a Volterra, in provincia di Pisa.
Nei suoi confronti è arrivata la sentenza definitiva all’ergastolo per omicidio premeditato in concorso di Gaetano Parisi, guardia campestre 53enne di Paternò. Riconosciuto colpevole anche per deteenzione e porto illegale di armi comuni da sparo.
L’omicidio di Parisi avvenne il 14 aprile 2003 in contrada Rinazze, a sud di Biancavilla. La vittima era alla guida della sua autovettura, una Fiat 500, dopo essere stata speronata.
Un delitto di sangue maturato per conflittualità interne al clan mafioso locale. Il movente?Secondo gli inquirenti è legato alla mediazione, all’epoca dei fatti, tra Parisi e il clan di Biancavilla ed i piccoli imprenditori agricoli sottoposti alle estorsioni.
Fallica era inserito nel clan Toscano-Tomasello-Mazzaglia, articolazione della famiglia di Cosa nostra etnea Santapaola-Ercolano. Particolermanete complesso l’iter giudiziario del caso, che aveva coinvolto anche un secondo soggetto di Biancavilla, poi morto a causa di una lunga malattia. Alla loro identificazione, gli inquirenti sarebbero giunti grazie alla comparazione del Dna trovato, dai carabinieri del Ris di Messina, su pezzi di guanti in lattice dimenticati dentro un’auto, risultata rubata. La stessa utilizzata dai sicari nell’agguato, e su un guanto in prossimità della stessa auto.
La sentenza di primo grado di condanna era stata annullata dalla Corte d’Assise d’appello di Catania nei confronti dei due. Poi, la prosecuzione del procedimento. Fino al verdetto definitivo di oggi nei confronti di Fallica.
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