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Politica

Era stata trovata in frantumi: la targa “Giuseppe Pace” ricollocata in piazza

Rimessa al suo posto la lapide che dà il nome dell’ex sindaco comunista allo slargo della stazione

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Era andata in frantumi pochi giorni dopo la sua collocazione, avvenuta a fine luglio. Adesso, la targa commemorativa dedicata all’ex sindaco comunista Giuseppe Pace nel piazzale della Stazione intitolato a suo nome, è stata ricollocata su intervento dell’amministrazione comunale.

Se sia stato l’effetto di un’azione vandalica o un cedimento della stessa targa in pietra lavica, non si è del tutto capito.

Fatto sta che operai incaricati dal Comune hanno riposizionato la targa con impresso il nome dell’ex primo cittadino, nato nel 1922 e morto nel 1995.

Sindaco per tre mandati, tra gli anni ’50 e ’70, il compagno “Peppino” Pace è considerato tra i primi cittadini più amati per il suo modo sobrio ed umile di rapportarsi con i cittadini.

A 25 anni dalla morte

Lo scorso luglio, la cerimonia della scopertura della targa commemorativa è stata fatta coincidere con il venticinquesimo anniversario della scomparsa di Pace. A rendergli omaggio è stato il sindaco Antonio Bonanno, con gli assessori Nino Finocchiaro e Francesco Privitera.

Presenti le sorelle dell’ex sindaco, Lucia, Angela e Nilla, e i nipoti, assieme ad ex amministratori comunali (Alfio Grasso e Salvuccio Furnari), che hanno evidenziato le qualità politiche ed umane di Peppino Pace.

Una cerimonia ristretta che ha permesso di rievocare fatti ed aneddoti di storia politica locale. Un’occasione per tributare il riconoscimento della città ad un sindaco amato. Mai era stato ricordato per la sua lunga militanza nel Partito Comunista Italiano e per l’impegno come primo cittadino di Biancavilla.

«Io ho ritenuto doveroso –aveva detto in quella circostanza il sindaco Antonio Bonanno– dedicare questo momento al sindaco Pace e dare vera attuazione all’intitolazione di questa piazza per trasferire alle nuove generazione la memoria e gli insegnamenti lasciatici. Penso all’intervista di Biancavilla Oggi con il nipote che rivendicava il giusto ricordo, cosa che abbiamo accolto volentieri».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Politica

Il taglio dei pini dà ossigeno alla politica: attacchi da destra a sinistra

Marco Cantarella e Alfio Distefano contro le modalità dei lavori in piazza Falcone-Borsellino

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© Foto Biancavilla Oggi

Il taglio degli alberi di pino di piazza Falcone-Borsellino, a Biancavilla, dà ossigeno alla politica locale. Prese di posizione e interventi polemici contro l’amministrazione comunale arrivano da destra e sinistra.

Non passano inosservati i toni usati da Marco Cantarella, già assessore ed attuale consigliere comunale di maggioranza. Prendendo spunto dal video pubblicato da Biancavilla Oggi, Cantarella non usa mezzi termini.

In un post su Facebook scrive: «Una riqualificazione che distrugge l’identità di una piazza… anziché avviare delle opere di valorizzazione e conservazione del bello, dell’unico polmone verde di un quartiere, si pensa bene di abbattere e uccidere decine di pini adulti… Un intervento vergognoso, uno sfregio inutile e costoso che andrà a vantaggio solo di qualche fortunato vivaista. Mi dissocio da questi tipi di interventi, che appartengono ad un modus operandi post guerra».

Dal fronte opposto, interviene pure Alfio Distefano del Partito democratico. «Il Consiglio Comunale – ricorda – aveva approvato all’unanimità una mia mozione per piantare 100 nuovi alberi in città, rimpiazzando le aiuole esistenti. Decisione ignorata, ancora una volta, da un’amministrazione che procede indisturbata, calpestando il ruolo del Consiglio Comunale e il bene della città».

«Dicono che verranno piantati nuovi alberi, ma – sottolinea Distefano, riferendosi al taglio dei pini – nel frattempo si taglia un pezzo di storia e si impoverisce il nostro verde pubblico. Ancora una volta, la destra cittadina si dimostra tutto tranne che una soluzione per l’ambiente e la qualità della vita. Chi ne paga le conseguenze? Sempre e solo i cittadini».

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Politica

Battiato aderisce all’Mpa: «Delusione e amarezza, scelta che non gli fa onore»

Dura reazione del gruppo “Biancavilla in azione” nel quale il consigliere comunale era stato eletto

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«La scelta del consigliere Battiato, per i suoi modi sbrigativi e irrispettosi, provoca delusione e amarezza a quanti – noi per primi – hanno lavorato per raggiungere obiettivi importanti. Nessuno di noi ha compreso le ragioni di questa decisione e, a dirla tutta, ci pare che Francesco Battiato non abbia scritto una pagina politica che gli fa onore».

Parole dure, quelle scritte in una nota dal gruppo “Biancavilla in azione“, nella cui lista era stato eletto Francesco Battiato. Lo stesso che, in aula, ha formalizzato la sua adesione al Movimento per l’Autonomia con tanto di “benvenuto” di Giuseppe Lombardo.

«Un annuncio a sorpresa che ci amareggia non poco. Il consigliere Battiato, infatti, non ha avuto la correttezza di informare preventivamente il gruppo politico che lo ha candidato e grazie al quale è stato eletto. In sostanza, siamo stati messi davanti al fatto compiuto». Lo sottolineano Placido Santanocita e Antonio Greco, primi firmatari della lista “Biancavilla in azione”, che in Consiglio rimane rappresentata da Salvo Pulvirenti.

Critiche anche al presidente del Consiglio

«Battiato – prosegue la nota – ha giustificato la propria scelta, affermando che la stessa è dettata da motivi politici e di condivisione di valori appartenenti al gruppo cui ha aderito. Tale motivazione si presta a molteplici interpretazioni, la più importante delle quali è che il gruppo “Biancavilla in azione” è ispirato a una idea di politica che mette al centro il valore del bene comune. Valore che, evidentemente, egli non condivide. Gli auguriamo buon lavoro, non prima di avergli ricordato che il tempo è galantuomo».

Il gruppo critica anche l’atteggiamento assunto dalla guida dell’assemblea cittadina, esponente autonomista: Esprimiamo, infine, stupore e amarezza per le parole di benvenuto nel proprio gruppo Mpa pronunciate dal Presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Dichiarazione incompatibile con il ruolo “super partes” che è chiamato a rappresentare una figura istituzionale come il Presidente dell’assise cittadina».

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