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Cronaca

Dieci anni di matrimonio infernale, arrestato un marito violento

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La Procura della Repubblica di Catania, nell’ambito di indagini a carico di un 29enne di Biancavilla, per i reati di maltrattamenti contro familiari e lesioni personali aggravate, commessi in danno della moglie, di due anni più piccola, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare degli arresti domiciliari, eseguita dai carabinieri della stazione di via Benedetto Croce.

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno messo in evidenza la via crucis patita dalla donna dal 2009 fino ad oggi.

L’uomo, nell’arco della convivenza matrimoniale, ha sempre tenuto un atteggiamento aggressivo, minaccioso e prevaricante nei confronti della moglie, picchiata regolarmente con schiaffi, pugni e calci, anche alla presenza dei due figli minorenni – di 4 e 9 anni –  e inoltre quando era in stato di gravidanza, assumendo una posizione di prevaricante supremazia e determinando nella vittima uno stato di contestuale sottomissione psicofisica.

La vittima, apostrofata in più occasioni con epiteti irripetibili, ledenti l’onorabilità della persona offesa, e da frasi quali «pazza, scema, mongola!», per tenere unita la famiglia lo aveva sempre perdonato evitando di denunciarne le azioni vessatorie dettate da una gelosia ingiustificata e un malsano senso del possesso.

Come dimostrato nell’episodio del 3 aprile scorso quando, recandosi insieme alla moglie a prelevare il figlioletto da scuola, solo per il semplice fatto che sul cellulare della donna era giunto un messaggio inviatole da una amica (invisa all’uomo), l’aveva prima aggredita verbalmente per poi, giunti a casa, afferrarla per i capelli e colpirla con calci e pugni alla schiena. Aggressione che aveva costretto la poverina, mentre il marito era andato via da casa portando con sé il figlio, a farsi accompagnare dai propri genitori in ospedale dove i medici le diagnosticavano “un trauma cranico minore e dei traumi contusivi alle zone dorso-lombare”.

Terrorizzata da questa escalation di violenza, temendo per la propria incolumità, ma soprattutto per quella dei figli, ha trovato la forza ed il coraggio di denunciare il marito ai carabinieri, così da consentire agli investigatori di comporre un quadro indiziario a carico dell’indagato che non ha lasciato alcun dubbio al giudice il quale, accogliendo la richiesta del magistrato titolare dell’indagine, ha emesso la misura restrittiva.

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Cronaca

Arrestato un biancavillese in Sardegna: sul suo camion 70 kg di marijuana

Circa 100 buste sottovuoto: se immessa sul mecato, la sostanza avrebbe fruttato oltre 100mila euro

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Un insospettabile. Forse proprio per questo è stato individuato per effettuare un servizio di corriere della droga, con il proprio autoarticolato. Ma non è sfuggito ai “radar” della Guardia di finanza, insospettivi dal suo atteggiamento nervoso.

Un 38enne di Biancavilla è stato fermato al porto “Isola Bianca” di Olbia, in Sardegna. Era in procinto di imbarcarsi sulla motonave diretta a Civitavecchia e Livorno.

Sul suo camion, carico di mobilio usato, le Fiamme gialle, con l’ausilio dei cani antidroga, hanno scoperto un grosso quantitativo di sostanza stupefacente: quasi 70 kg di marijuana. Erano contenuti in oltre 100 buste sottovuoto termosaldate, nascoste in alcuni divani da bar. Se immessa sul mercato, la droga avrebbe fruttato oltre 100mila euro.

I militari hanno, quindi, sequestrato la droga ed arrestato l’autotrasportatore per traffico di stupefacenti, per poi condurlo nel carcere di Nuchis.

A Biancavilla, l’uomo si era fatto “conoscere” per una vicenda privata che ha portato i carabinieri a denunciarlo per incendio doloso. Ma mai era stato “catalogato” a fatti o dinamiche di criminalità organizzata. L’episodio avvenuto in Sardegna ora è al vaglio degli inquirenti per ulteriori approfondimenti, nel tentativo di risalire ai committenti e alla destinazione del quantitativo di droga.

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