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Cronaca

Donne picchiate alla “fiera” illegale, l’udienza rinviata a settembre

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di Vittorio Fiorenza

Un nulla di fatto al palazzo di giustizia. Un difetto di notifica ha fatto saltare l’udienza di apertura del processo, al Tribunale di Catania, sui fatti della fiera abusiva del bestiame dell’ottobre 2016, a Biancavilla.

Fu uno spudorato e sfacciato trionfo di illegalità, nel silenzio di istituzioni e forze politiche e sociali. Eppure vennero picchiate selvaggiamente e rapinate l’attivista Lav, Angelica Petrina, e l’avv. Pilar Castiglia, oltre alle ferite a sangue subite dal maresciallo dei carabinieri Guido Costigliola.

L’udienza è stata rinviata al prossimo settembre. Diciotto gli imputati. I presunti aggressori sono accusati, a vario titolo, di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, rapina, furto con strappo e maltrattamento di animali.

A processo pure i vigili urbani di turno quel giorno, che non intervennero dopo le richieste di aiuto: devono rispondere di rifiuto di atti d’ufficio. Il comandante della polizia municipale, Vincenzo Lanaia, e l’ispettore Alfio Greco, sono accusati invece di minacce aggravate, ai danni dell’attivista della Lega antivivisezione, pochi giorni dopo quella fiera improvvisata.

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Cronaca

Prende a pugni la moglie fino a farla sanguinare: arrestato un 46enne

La vittima trova il coraggio di denunciare, intervento dei carabinieri per bloccare un albanese

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Pugni in testa e in faccia, fino a farla sanguinare. È l’ennesima storia di violenza contro una donna, a Biancavilla. Un 46enne di origini albanesi è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, ai danni della moglie 45enne.

La pattuglia è stata messa in allarme dalla vicina di casa della vittima. Sentendo delle urla, è uscita in strada e ha visto la donna che scappava con il volto pieno di sangue. Poco prima, infatti, la signora sarebbe stata aggredita dal marito che, tornato a casa ubriaco, dapprima avrebbe dato dei forti pugni al muro e poi se la sarebbe presa con lei.

La donna era in camera da letto e non avrebbe nemmeno compreso quali fossero le accuse mosse dal marito quando lui, invece, avrebbe iniziato a colpirla con pugni alla testa, tenendo un cellulare nelle mani.

Atti violenti pure all’ospedale

Quando i militari hanno raggiunto l’abitazione della vittima, un’ambulanza l’aveva già trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. I carabinieri, quindi, sono entrati in casa sua per comprendere cosa fosse accaduto. Tracce di sangue notate sulle pareti dell’ingresso, sulle lenzuola in camera da letto e anche su un cellulare rotto lasciato per terra. In cucina, invece, l’aggressore era riverso in terra, ubriaco. Per questo è stato richiesto l’intervento al 118.

All’ospedale cittadino, i medici hanno dovuto ricucire una ferita alla tempia della signora mentre l’uomo ha aggredito verbalmente i medici e i carabinieri, fino a scagliarsi contro questi ultimi e colpendone uno con una manata al petto.

Bloccato e messo in sicurezza, i medici hanno potuto medicarlo, mentre la donna, dimessa, ha deciso di denunciarlo, raccontando la serie di vessazioni e angherie che avrebbe subito nel corso del loro matrimonio e decidendo di trasferirsi a casa di suo fratello. Il 46 enne è stato, perciò, arrestato e collocato ai domiciliari, in un’abitazione diversa da quella coniugale.

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