Cronaca
Donne picchiate alla “fiera” illegale, l’udienza rinviata a settembre



di Vittorio Fiorenza
Un nulla di fatto al palazzo di giustizia. Un difetto di notifica ha fatto saltare l’udienza di apertura del processo, al Tribunale di Catania, sui fatti della fiera abusiva del bestiame dell’ottobre 2016, a Biancavilla.
Fu uno spudorato e sfacciato trionfo di illegalità, nel silenzio di istituzioni e forze politiche e sociali. Eppure vennero picchiate selvaggiamente e rapinate l’attivista Lav, Angelica Petrina, e l’avv. Pilar Castiglia, oltre alle ferite a sangue subite dal maresciallo dei carabinieri Guido Costigliola.
L’udienza è stata rinviata al prossimo settembre. Diciotto gli imputati. I presunti aggressori sono accusati, a vario titolo, di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, rapina, furto con strappo e maltrattamento di animali.
A processo pure i vigili urbani di turno quel giorno, che non intervennero dopo le richieste di aiuto: devono rispondere di rifiuto di atti d’ufficio. Il comandante della polizia municipale, Vincenzo Lanaia, e l’ispettore Alfio Greco, sono accusati invece di minacce aggravate, ai danni dell’attivista della Lega antivivisezione, pochi giorni dopo quella fiera improvvisata.
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Cronaca
“Ambulanza della morte”, in Appello pena concordata a 13 anni per Scalisi
La sentenza riformula così la condanna a 30 anni, che era stata inflitta in primo grado con rito abbreviato


Pena ridotta in secondo grado per Agatino Scalisi, uno dei “barellieri” imputati nell’ambito dell’inchiesta “Ambulanza delle morte” a Biancavilla.
La Corte d’Assise d’Appello di Catania (presidente Stefania Scarlata) lo ha condannato a 13 anni, un mese e 10 giorni di reclusione. È stata così riformata la sentenza di primo grado, che con rito abbreviato, aveva condannato l’imputato a 30 anni di carcere.
In Appello, con un concordato, esclusa l’aggravante del “mezzo insidioso” e riconosciute le attenuante generiche prevalenti sulle aggravanti.
Scalisi, assistito dall’avv. Antonino Tomaselli, era stato indagato dal pm Andrea Bonomo della Procura di Catania – dopo il clamore del servizio de Le Iene con le rivelazioni di Luca Arena – assieme a Davide Garofalo, condannato all’ergastolo in primo e secondo grado, con rito ordinario. Per quest’ultimo procedimento, seguito dall’avv. Turi Liotta, si attende il pronunciamento della Cassazione.
Entrambi gli imputati avrebbero agito – secondo l’accusa – con un’iniezione di aria in vena, uccidendo pazienti terminali appena dimessi dagli ospedali di Biancavilla e Paternò, nel breve tragitto verso casa. Un’azione volta ad accaparrarsi 200-300 euro come “provvigione” sui funerali con il placet di esponenti mafiosi.
Scalisi è stato accusato della morte di una paziente, Maria Giardina. A Garofalo vengono attribuiti i decessi di tre persone: Salvatore Gagliano, Agatina Triscari e Salvatore Cadile. Le vittime sono tutte di Biancavilla.
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