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Cronaca

Carabiniere si traveste da postino, arrestato uno spacciatore 44enne

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I carabinieri di Biancavilla hanno arrestato un 44enne, già gravato da precedenti di polizia specifici, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Nel corso di un servizio mirato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, i militari, osservati i metodi utilizzati dal pusher, avvezzo a “piazzare” la droga da casa e restio ad aprire la porta, se non dopo aver controllato bene dalla finestra se vi fosse un cliente o un potenziale pericolo per la propria “attività”, per evitare di essere riconosciuti e dare il tempo all’uomo di disfarsi dello stupefacente, hanno travestito un carabiniere da postino che al citofono, recitando una sorta di «C’è posta per te!», l’ha invogliato senza alcuna remora ad aprire.

Il militare, accendendo nell’immobile, ha bloccato l’uomo consentendo ai colleghi, appostati a breve distanza, di raggiungerlo ed eseguire una perquisizione domiciliare al termine della quale sono stati rinvenuti e sequestrati: circa 15 grammi di “eroina”; un barattolo contenente alcuni grammi di “marijuana”; un bilancino elettronico di precisione, 20 euro in contanti, nonché del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi di stupefacente da porre in vendita.
L’arrestato, in attesa della direttissima, è stato relegato agli arresti domiciliari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cronaca

Sorpreso con un tirapugni e una dose di marijuana: denunciato un 18enne

Da un giro di controllo, i carabinieri hanno notato strani movimenti in piazza Stazione e sono intervenuti

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Un 18enne di Biancavilla è stato denunciato dai carabinieri per la detenzione di un’arma bianca (un tirapugni di metallo) e segnalato quale assuntore di stupefacente.

I militari hanno notato il ragazzo, assieme ad un gruppo di coetanei, nei pressi di Piazza Stazione che. Al passaggio di un’auto dei carabinieri, qualcuno della comitiva ha emesso due fischi e il 18enne ha subito estratto dalla tasca un oggetto metallico, nascondendolo sul tetto di una pensilina, salvo poi recuperarlo una volta che la pattuglia si era allontanata.

Quando il giovane ha ripetuto lo stesso gesto durante un ulteriore passaggio dei carabinieri, questi ultimi sono subito intervenuti, bloccandolo e procedendo a perquisizione.

I militari hanno recuperato il tirapugni in acciaio dalla pensilina. Nella tasca dei pantaloni, invece, il 18enne aveva una dose di marijuana pronta all’uso. Per queste ragioni, il giovane è stato denunciato per il possesso dell’arma bianca e segnalato alla Prefettura di Catania quale assuntore di sostanze stupefacenti.

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Cronaca

Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione

Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

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Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.

Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).

L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.

Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.

Morbosità su WhatsApp e Messenger

La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.

Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.

Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.

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