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Cronaca

Incidente per un giovane panettiere: braccio incastrato nell’impastatrice

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di Vittorio Fiorenza

Un ragazzo di 19 anni è rimasto ferito in un incidente sul luogo di lavoro, un panificio all’angolo di via Giulio Verne, a Biancavilla. Il giovane stava lavorando all’impastatrice, quando un braccio è rimasto incastrato nella macchina.

Da accertare se è stato un movimento errato oppure una distrazione da parte del 19enne. Fatto sta che le conseguenze per il giovane sono state non di poco rilievo. Le sua urla hanno attirato altri colleghi, che hanno cercato di dare i primi aiuti, riuscendo a liberarlo.

Trasportato poi al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla, i medici, dopo le primissime cure ed accertata la gravità delle feriti riportate dal 19enne, hanno deciso il trasferimento all’ospedale “Cannizzaro” di Catania per esami ed interventi più appropriati ed approfonditi, che la struttura sanitaria biancavillese non può garantire.

La diagnosi riporta “trauma da schiacciamento a braccio e avambraccio”. Il ragazzo è stato, quindi, ricoverato nel reparto di “Chirurgia plastica” e verrà sottoposto ad intervento chirurgico appena le sue condizioni lo permetteranno. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di via Benedetto Croce.

I militari biancavillesi, una volta raccolte le prime testimonianze su quanto era accaduto, hanno posto sotto sequestro l’impastatrice ed avviato le indagini per verificare eventuali responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro, oltre alla documentazione sulla posizione contrattuale del giovane panettiere.

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Cronaca

Omicidio Andolfi, a Santangelo concessi i domiciliari dal Tribunale del Riesame

L’indagato esce dal carcere “Pagliarelli” di Palermo e torna nella casa di Biancavilla, in attesa del processo

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Salvatore Santangelo, accusato dell’omicidio di Antonio Andolfi, è uscito dal carcere “Pagliarelli” di Palermo e si trova ai domiciliari, nella sua abitazione di Biancavilla. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Caltanissetta. Aassistito dagli avv. Fabrizio Siracusano e Giuseppe Milazzo, Santangelo torna a casa, quindi, dopo 6 mesi, in attesa del processo che dovrà chiarire i dettagli dell’uccisione del giovane 20enne.

«Una lite tra allevatori per questioni di pascolo», si era detto nell’immediatezza dei fatti, avvenuti nel luglio scorso in territorio di Centuripe. La vittima era stata trasportata con un furgoncino fino all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla, dove i medici, però, avevano constatato il decesso a seguito di arma da fuoco. A guidare il mezzo, un suo amico e compagno di lavoro, che aveva messo i carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla sulle tracce di Santangelo. Anche il conducente era stato un bersaglio mancato dei colpi di pistola. Proprio per questo, a Santangelo viene contestato pure il reato di tentato omicidio.

Essendo i fatti avvenuti nelle campagne di Centuripe, titolare dell’inchiesta è la Procura di Enna con i sostituti Stefania Leonte e Massimiliano Muscio. Nel corso di questi ultimi mesi sono stati effettuati degli esami tecnici irripetibili. Il quadro indiziario sembra più chiaro, rispetto alle fasi iniziali delle indagini.

Sarà, comunque, il processo a carico di Santangelo (presso la Corte d’Assise di Caltanissetta in caso di rito ordinario) ad accertare l’esatta dinamica: dal diverbio all’inseguimento in auto. Ma anche i motivi che hanno portato l’uomo ad una scelta così estrema. In questo contesto, bisognerà ricostruire i rapporti e gli espisodi di contrasto, anche nell’arco degli anni, tra i soggetti coinvolti.

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