Cronaca
Incidente per un giovane panettiere: braccio incastrato nell’impastatrice

di Vittorio Fiorenza
Un ragazzo di 19 anni è rimasto ferito in un incidente sul luogo di lavoro, un panificio all’angolo di via Giulio Verne, a Biancavilla. Il giovane stava lavorando all’impastatrice, quando un braccio è rimasto incastrato nella macchina.
Da accertare se è stato un movimento errato oppure una distrazione da parte del 19enne. Fatto sta che le conseguenze per il giovane sono state non di poco rilievo. Le sua urla hanno attirato altri colleghi, che hanno cercato di dare i primi aiuti, riuscendo a liberarlo.
Trasportato poi al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla, i medici, dopo le primissime cure ed accertata la gravità delle feriti riportate dal 19enne, hanno deciso il trasferimento all’ospedale “Cannizzaro” di Catania per esami ed interventi più appropriati ed approfonditi, che la struttura sanitaria biancavillese non può garantire.
La diagnosi riporta “trauma da schiacciamento a braccio e avambraccio”. Il ragazzo è stato, quindi, ricoverato nel reparto di “Chirurgia plastica” e verrà sottoposto ad intervento chirurgico appena le sue condizioni lo permetteranno. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di via Benedetto Croce.
I militari biancavillesi, una volta raccolte le prime testimonianze su quanto era accaduto, hanno posto sotto sequestro l’impastatrice ed avviato le indagini per verificare eventuali responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro, oltre alla documentazione sulla posizione contrattuale del giovane panettiere.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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